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Non si può morire così da soli senza una carezza al cuore!

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Come si muore di Coronavirus? Si muore per insufficienza respiratoria, si muore lentamente, ti manca l’aria nei polmoni, ma la cosa più orribile è che sei lucido

di Benedetta Parretta

Ho deciso di essere cruda in questo articolo, per far capire meglio l’importanza di quel “Restate a casa”, oggi messo di nuovo in discussione dal cambiamento di programma del Governo, che ha abbassato di nuovo la guardia dando la possibilità di andare a fare delle passeggiate a un genitore con i più piccoli all’interno del proprio quartiere, la stessa leggerezza che ci è costata la morte di migliaia di vite umane fino ad oggi.

Cosa si prova nell’andare in terapia intensiva? L’abbiamo chiesto a chi é riuscito a tornare indietro ed ha vissuto questa esperienza drammatica, ai Medici che assistono i malati prima di intubarli e di sedarli, scioccante la testimonianza in cui numerosi pazienti chiedevano di tenergli la mano e di essere salvati in questo viaggio per molti senza ritorno. In questi momenti drammatici si ha solo il tempo di fare una telefonata ai propri cari con la speranza del risveglio.

Ma per chi non ce la fa?

Come si muore di Coronavirus?

Si muore per insufficienza respiratoria, si muore lentamente, ti manca l’aria nei polmoni, ma la cosa più orribile è che sei lucido

Sai che stai morendo?

Sei bloccato con quella maschera di ossigeno senza poter chiedere aiuto, perché sai che non servirebbe a nulla perché nessuno può fare niente per te, perché muori da solo con la sensazione che stai annegando, tu con la tua coscienza e senza Dio.

Si proprio così senza Dio, dov’è la Chiesa in questo momento a parte le donazioni fatte per i respiratori polmonari e recitare il rosario universale?

Nelle corsie degli ospedali non ho visto né sentito il racconto di storie da “eroi” di cui protagonisti erano suore e sacerdoti con le mascherine pronti a dare speranza e coraggio ad infermieri e Medici, né tenere la mano a chi sapeva di poter morire e parlargli di questo viaggio della vita arrivata alla fine che non conosce nulla di Dio ed ha paura della morte.

Perché la Chiesa ha smesso di fare le messe quando anche per essa si potevano tenere le misure di distanza, questo Virus non ci ha tolto solo la dignità facendoci morire da soli, ma oltre all’abbraccio dei nostri cari sembra averci tolto il contatto con Dio.

Rimane però in noi la speranza per un futuro migliore, purché il mondo abbia imparato una grande lezione da tutto questo, che l’uomo è un ospite e fa parte di un intero eco sistema che se alterato uccide l’uomo stesso.

L’uomo che si sente onnipotente ha fallito, tutto il Mondo ha investito somme ingenti in armamenti nucleari ma non abbiamo investito abbastanza nella sanità e nella ricerca.

Per il futuro cerchiamo di non fare lo stesso errore, perché molte cose dovranno cambiare, speriamo che l’uomo abbia imparato che un’epidemia può uccidere milioni di vite, più di una guerra, che bisogna investire nei rapporti umani nella solidarietà e che davanti la morte l’uomo è nulla e solo Dio può intervenire per esso, perché lui è il creatore della vita e tutti noi ci dobbiamo inginocchiare a lui.

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