Cinema & Teatro
‘Nessuno dopo di te’ di Guido Lomoro è una storia d’amore vissuta con coraggio e paura

‘Nessuno dopo di te’ spettacolo di successo al Teatrosophia di Roma andato in scena dal 22 al 27 febbraio. Con la regia del direttore artistico Guido Lomoro che, per la prima volta, ha messo in scena un suo testo, interpretato dai talentuosi attori Gabriele Giusti e Tommaso Sartori
di Giordana Fauci
Nessuno dopo di te è il titolo dell’avvincente spettacolo teatrale messo in scena con meritato successo dal 22 al 27 febbraio scorso, presso il Teatrosophia di Roma; una rappresentazione oltremodo interessante di cui ha condotto la regia il direttore artistico Guido Lomoro e di cui sono stati interpreti due giovani a dir poco talentuosi: Gabriele Giusti e Tommaso Sartori, rispettivamente diplomati all’Accademia teatrale di Roma Sofia Amendolea e alla Scuola di Teatro di Bologna Alessandra Galante Garrone.
È la prima volta che Guido Lomoro mette in scena un suo testo.
Lomoro è un regista formatosi negli anni ’90, sotto la guida dell’acting coach Mauro Pini e in seguito dell’attrice Marta Iacopini.
Nel 2000 ha fondato la scuola di recitazione Chièdiscena.
Negli anni successivi si è dedicato, oltre alla scrittura, all’attività di docente, organizzatore e produttore di numerosi spettacoli teatrali nei quali ha rivestito sia il ruolo di attore che di regista.
Nel 2018 ha fondato Teatrosophia, uno spazio teatrale a pochi passi da Piazza Navona, divenuto punto di riferimento del teatro off romano e di cui Lomoro è direttore artistico.
L’ultima produzione è stata Xanax di Angelo Longono. Ora, si è appena concluso Nessuno dopo di te.
A contribuire al successo dello spettacolo è stata la valente coreografa Maria Concetta Borgese, nota per aver curato l’edizione italiana di molti successi teatrali e non solo, tra cui My Life di Isadora Duncan.
Da non dimenticare le sue eccellenti capacità di danzatrice in compagnie nazionali e internazionali, quali Romaeuropa Festival, Spoleto Danza e Festival Internacional de Teatro Contemporaneo de Madrid.
Dal 2000 Borgese conduce ricerche sull’improvvisazione e interazione tra danza e teatro e finanche della musica con la pittura.
Ma è dal 2019 che inizia a collaborare con Guido Lomoro, realizzando nel 2022 Nessuno dopo di te e, a breve, uno spettacolo tutto al femminile, tratto dal libro Fantasme di Claudio Morucci.
Nessuno dopo di te è una grande storia d’amore: un viaggio profondo, interiore, di verità che solo in apparenza sono nascoste o, in ogni caso, poco rivelate.
La paura e il coraggio si incrociano in continuazione: paura di amare e coraggio di osare, pur di essere se stessi.
Diego e Mirko sono amanti tormentati: anime diverse accomunate dall’amore che, sebbene abbia mille colori, è in grado di creare una identità, perché è e rimane l’unico strumento di salvezza. Anche quando finisce. Che si sia donne o uomini non fa differenza.
Perché l’amore è e resta il sentimento–principe dell’esistenza, il motore del mondo di cui nessuno può fare a meno e che per questo si continua a ricercare, seppur consci che potrà finire, provocando immenso dolore.
Nessuno dopo di te è una storia d’amore vissuta con coraggio e paura; un viaggio interiore travagliato.
Lo spettacolo si incentra nell’incontro/scontro di due anime: l’una bisognosa di amore, l’altra votata alla rassegnazione, perché convinta di possedere un “marchio di fabbrica” da cui è impossibile affrancarsi.
Diego e Mirko sono due anime non così diverse, perché entrambe incomplete e travagliate.
L’opera si muove su una trama sottile: i dialoghi spesso sembrano interrotti, per lasciare spazio al movimento dei loro corpi.
Le stesse parole si mescolano con la poesia.
Perché “le parole sono spesso usate per difenderci; di contro, la poesia troppo spesso rimane muta o, forse, incompresa. Chissà! Il corpo, invece, con i suoi movimenti non tace mai…”: questo confida Guido Lomoro.
Ed è per questo stesso motivo che coi loro corpi i protagonisti combattono.
Anzi! Diego combatte; Mirko è combattuto, fra amore e desiderio di fuggire.
E se Diego ha una vita risolta perché possiede un lavoro gratificante ed è benestante, la sua esistenza resta comunque “affaticata” da un inguaribile bisogno di amare e di essere amato.
Mirko, di contro, sembra sicuro perché ha fatto una scelta, seppur “ai limiti”, sfruttando l’unico talento che ritiene di possedere… Perché Mirko è un escort che vive nell’assoluta certezza di non meritare un’esistenza migliore e che ha un’unica preoccupazione: pagare la rata del mutuo dell’abitazione acquistata per lui e il compagno.
Ma Mirko, invero, è il più debole e fragile tra i due.
Pertanto, Diego e Mirko vivranno la loro storia in modo tumultuoso, fin dall’inizio: una storia carica di non detto, vissuta all’interno di “una gabbia”, nell’abitazione di Diego, unico luogo in cui i due amanti clandestini si incontreranno, non certo fuori, alla “luce del sole…”.
Del resto, in comune hanno un alibi: non possono rischiare di essere scoperti dal compagno di Mirko.
Eppure Diego, sfidando la comune morale, continua ad inseguire l’amore; combatte anche per dare una seconda possibilità alla vita di Mirko. E, così, tra i due continua a sembrare Diego il più debole.
Mirko, di contro, continuerà ad essere frenato dalla paura e dal profondo senso di rassegnazione… Il suo difettoso “marchio di fabbrica…”, per l’appunto! Probabilmente lo stesso che ha portato il padre ad abbandonarlo durante l’infanzia. Un marchio che lo ha reso molto forte. Almeno in apparenza.
Tuttavia, alla fine, accadrà qualcosa che lo costringerà ad una scelta: forse la nascita di un sentimento mai provato prima.
Anzi! Senza dubbio, la nascita dell’amore.
E Mirko, dopo molte titubanze, prende una decisione: donarsi a Diego per quel che è. Interamente.
Chissà se è ormai troppo tardi! Diego, del resto, è intento a parlare con Filippo.
Perché l’amore non può essere solo una gabbia ma è l’unica speranza di salvezza.
La domanda sorge, a tal punto, spontanea: sarà l’amore a trionfare o la sua fine a prevalere?
La risposta non è così scontata.
Credit Photo: Damiana Cicconetti