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Messico: 40mila omicidi e 35mila scomparsi nel 2017, complice la corruzione delle forze dell’ordine

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La polizia messicana è tra le più corrotte del mondo. Con un salario da fame gli agenti devono comprarsi munizioni, divise e ricetrasmittenti. I narcos pagano  molto meglio dello Stato.

di Vito Nicola Lacerenza

La Policía Municipal, ramo della polizia messicana impegnata nel controllo e nella perlustrazione dei centri abitati, è ritenuta una tra le meno efficienti al mondo. Se sostenere un conflitto a fuoco con bande di narcotrafficanti messicani dotati di armi da guerra automatiche e mezzi di trasporto blindati risulta impegnativo per un corpo scelto, per gli agenti della  Policía Municipal è un’impresa impossibile. Le armi custodite al comando di polizia sono quasi sempre scariche, spetta agli agenti comprare le munizioni, così come le batterie  e i pneumatici delle volanti ferme nel garage in attesa di pezzi di ricambio. Persino la divisa d’ordinanza  e gli stivali devono acquistarli loro. Nella “lista della spesa” ci sono anche le ricetrasmittenti, ma molti poliziotti si sono abituati a comunicare coi colleghi utilizzando il cellulare privato. Devono risparmiare perché il loro stipendio è di 200 euro al mese. Denaro che serve anche per pagare ai superiori la cosiddetta “quota”. Una mazzetta che gli appuntati devono consegnare per poter usare una volante o per non essere assegnati a quartieri dominati dal crimine organizzato, dove è facilissimo restare uccisi. E’ la drammatica situazione presentata dall’associazione di volontariato messicana “Causa en Común”, formata da operatori delle forze dell’ordine che denunciano la corruzione dilagante all’interno della polizia.

«Se si vuole fare carriera nella polizia bisogna comprarsi le promozioni- ha spiegato Ismael Ramos Mendez, agente della  Policía Municipal- ci sono incarichi di basso, medio e alto livello, naturalmente più si sale più il prezzo aumenta. Si va dai 1.000 ai 5.000 euro». Gli uomini in divisa intenzionati a scalare la gerarchia quasi sempre non hanno a disposizione tali cifre e così cercano di procurarsele in modo illecito, attraverso “las morditas” (i morsi). È il nome di una particolare tecnica usata da alcuni agenti per estorcere denaro agli automobilisti.  Fermati al posto di blocco, i conducenti vengono accusati di presunte e “gravissime” infrazioni stradali che comportano “inevitabilmente” multe salate, ritiro del veicolo e magari anche della patente. Una volta messi gli automobilisti con le spalle al muro, i poliziotti gli propongono di “rimediare al sinistro” pagando loro una mazzetta e il gioco è fatto. Le autorità messicane negano categoricamente la presenza di tale degrado all’interno della forze dell’ordine, affermando di dotare gli agenti dei mezzi necessari per consentire di compiere il loro dovere al meglio. Ma gli ultimi dati sulla “sicurezza nazionale” presentati dallo stesso governo smentiscono tali affermazioni. Nel 2017 si sono verificati in Messico 29.168 omicidi, quasi tutti rimasti impuniti, e 34.260 persone sono scomparse nel nulla dopo essere state rapite. Nella maggior parte dei casi a compiere i sequestri sono stati proprio gli agenti della  Policía Municipal, “stipendiati” direttamente dai gruppi criminali. Nel 2011 membri del cartello della droga degli “Zetas”, molto attivo nello Stato di Coahuila, hanno rapito nella città messicana di Allende 38 persone, tra cui 3 minori. Le indagini hanno dimostrato che i delinquenti hanno agito col l’aiuto di alcuni agenti della Policía Municipal che, sempre in quell’occasione, hanno arrestato senza motivo 36 persone, compresi 5 minori. Gli uomini in divisa corrotti venivano ricompensati dai narcotrafficanti con uno stipendio mensile di 5.000 euro al mese. Ora sono in carcere. Della   Policía Municipal sonoanche i quattro poliziotti accusati del rapimento dei  tre cittadini napoletani: Raffaele ed Antonio Russo, padre e figlio, ed il cugino Vincenzo Cimmino. Scomparsi alcune settimane fa a Tecalitlán, città nello Stato di Jalisco.  Si sospetta che i poliziotti abbiano agito per conto del cartello della droga denominato “Nueva Generación”, molto presente nella zona. Per ora  è mistero sulla sorte dei tre italiani.

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