Connect with us

Attualità

Max Ulivieri denuncia: io disabile lasciato in strada dall’autobus

Published

on

Tempo di lettura: 2 minuti

MUlivieriIl 43enne bolognese affetto da distrofia muscolare racconta la sua disavventura estiva dalle pagine di ‘Repubblica’: abbandonato in strada dal bus attrezzato per il trasporto disabili

Roma, 20 agostoE’ amareggiato Max Ulivieri, 43enne bolognese affetto da distrofia muscolare, che ha deciso di denunciare la sua disavventura estiva attraverso le pagine di ‘Repubblica’. E’ rimasto per un giorno intero bloccato a Piombino, in Toscana: “Avevo chiesto 48 ore prima un mezzo attrezzato ” – spiega, – “ ma quando è arrivato ha tirato dritto e non si è fermato”.

Questo il racconto: “Io e mia moglie Enza eravamo stati da mia madre per una breve vacanza. Per rientrare a Bologna avevamo deciso di prendere il bus fino a Firenze e poi il treno, come all’andata, a rovescio. E ci eravamo organizzati di conseguenza, per tempo. Una settimana prima ho contattato la Sita, la società che copre la linea alternandosi con la Tiemme, e ho chiesto se avevano la disponibilità di un veicolo attrezzato per il trasporto di carrozzine. Il mezzo c’era. Ho prenotato, mi hanno dato la conferma del posto e dell’ora quello stesso giorno e anche all’antivigilia del viaggio”. “Io ero un poco arretrato, in un punto in ombra, per non prendere il sole dritto in testa. Ma mia moglie, appena ha visto spuntare il bus, ha fatto un cenno al conducente, per sicurezza. Lui, anziché rispettare la fermata prevista nella tabella di marcia e la prenotazione, ha tirato dritto e ha alzato e agitato un dito, come per indicare che era strapieno di gente e che bisognava attendere il bus successivo”. Ne è passato un altro, dieci minuti più tardi, della Tiemme. “Però non aveva la pedana elettrica per la salita, come tutti quelli dopo. L’autista che mi ha lasciato per strada lo ha saputo. Ha telefonato al collega in coda, ho appreso poi, avendone la conferma”. A quel punto non gli è rimasto che tornare indietro: “Sono tornato a dormire a casa di mia madre, sempre assieme a mia moglie, e ho dovuto rimandare il rientro a Bologna di ventiquattro ore”. Max, abituato a lottare per i diritti dei disabili anche dal suo blog, in questa occasione aveva anche chiamato il 113, ma la risposta era stata che gli uffici erano chiusi e non avevano nessuno da mandare. Il giorno dopo Max è riuscito a prendere il bus per Firenze senza particolari complicazioni. “L’autista non mi ha chiesto nulla. Non ha nemmeno accennato a quello che è successo il giorno prima. Forse non glielo hanno neppure detto, come se fosse una sciocchezza, una vicenda da ignorare”

 

Print Friendly, PDF & Email