Arte & Cultura
Tunisia. L’attivista Amina abbandona le ‘Femen’
Accuse di islamofobia e di finanziatori oscuri alla base della scelta di Amina Sboui che dichiara nel lasciare il gruppo ‘Femen’
Roma, 20 agosto – Appena uscita dal carcere tunisino, dove era stata per due mesi e mezzo, aveva dichiarato “Non lascerò mai le Femen!”. Ma è di oggi l’annuncio fatto da Amina Sboui che contraddice quella affermazione: l’attivista ha infatti dichiarato che lascia il gruppo. “Non voglio che il mio nome sia associato a un’organizzazione islamofoba.” – ha detto Amina al sito di informazione dell’Huffington Post – “Non mi è piaciuta l’azione in cui le ragazze strillavano ‘Amina Akbar, Femen Akbar’ (una parodia di preghiera) davanti all’ambasciata di Tunisia in Francia, o quando hanno bruciato la bandiera di Tawhid (dogma fondamentale dell’islam) davanti alla moschea di Parigi”. La ragazza tunisina, che aveva mandato on line la sua foto a seno nudo in segno di protesta, era stata arrestata per aver per aver dipinto a metà maggio la parola “Femen” sul muretto di un cimitero di Kairouan per protestare contro un corteo salafita. Ma il sostegno del gruppo ‘Femen’ in Francia ha offeso il suo credo religioso, le frasi usate a Parigi avrebbero “colpito molti musulmani e molte persone a me vicine” – ha detto – “serve rispettare la religione di tutti”. Amina avanza dubbi anche sui finanziatori del gruppo fondato in Ucraina e famoso per le proteste a seno nudo in sostegno dei diritti delle donne e contro le dittature. “E se fosse Israele a finanziare l’organizzazione? Voglio sapere” ha dichiarato la giovane tunisina, che ormai si autodefinisce ‘anarchica’ .