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Diritti umani

L’Egitto al voto per due giorni. Il referendum deciderà se il presidente al-Sisi rimarrà al potere fino al 2034

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Mentre l’Occidente celebra la Pasqua in Egitto si vota il referendum che cambierà la Costituzione. Obiettivo è far restare in carica Abdel Fattah al-Sisi fino al 2034 no-stop. La protesta della Fidh,  EuroMed Rights, e del Forum dei diritti umani egiziano  

di T. Primozich

La scorsa settimana la FIDH (Federazione internazionale per i diritti umani) aveva allertato tutte le organizzazioni a tutela dei diritti umani su ciò che stava per accadere in Egitto. In particolare il 16 aprile aveva diramato un documento nel quale spiegava come  il Parlamento egiziano stesse esaminando, e poi ha approvato,  una serie di emendamenti costituzionali che, se adottati, consentiranno di istituzionalizzare  una forma di autocrazia, anche eliminando il limite degli anni  stabiliti per il mandato presidenziale. Tra gli emendamenti più a rischio libertà di pensiero e di azione quelli che porteranno alla mancanza di indipendenza della magistratura e altri che conferendo poteri militari non controllati, consentiranno, tra l’altro, di deporre i funzionari eletti e di perseguire gli oppositori politici.

A poco è valsa la protesta immediatamente seguita a Parigi in una conferenza stampa organizzata da EuroMed Rights, FIDH, il Forum egiziano per i diritti umani e la Lega francese per i diritti umani (Ligue des droits de l’Homme) che hanno condannato in modo categorico tali possibili provvedimenti in un documento cofirmato da tutti i partecipanti.  

Eliminato il gruppo dei Fratelli musulmani dalla scena politica con una recente modifica della Costituzione egiziana del 2014, al-Sisi punta al controllo totale del paese con modifiche che saranno almeno formalmente votate in un referendum dall’apparenza democratica. I seggi saranno aperti sino a questa sera ed il presidente dell’Autorità nazionale per le elezioni, Lasheen Ibrahim, ha fatto appello agli egiziani affinché partecipino al voto: “La nazione si rivolge al grande popolo d’Egitto perché continui a costruire la democrazia e dia la sua opinione sugli emendamenti costituzionali” ha detto ricordando il diritto – dovere verso la nazione. La riforma, che riguarda 13 articoli della Costituzione, mette a serio rischio la democrazia in Egitto perché vuole portare gli anni previsti per la reggenza del presidente della nazione da un numero di quattro anni per soli due mandati consecutivi, ad un numero di sei anni per due mandati, e nel caso di  Abdel Fattah al-Sisi si dovrà introdurre una clausola che fa salire a quattro mandati la sua permanenza. Praticamente il presidente resterà tale sino ad 80 anni di età, cioè a vita.

“La situazione dei diritti umani si è deteriorata sotto il presidente al-Sisi, alimentando costanti rimostranze politiche, sociali ed economiche e lasciando il tessuto della società egiziana lacerato e fragile”, ha affermato Moataz El Fegiery, cofondatore e segretario generale del Forum dei diritti umani egiziano durante l’incontro di Parigi,   aggiungendo che “Gli attuali emendamenti costituzionali proposti dal parlamento dominato dall’esecutivo aggiungono un’altra componente incendiaria a questa traiettoria instabile, che probabilmente porterà a ripercussioni indesiderate a medio termine. Chiediamo a tutte le persone di mentalità libera di resistere a questi emendamenti e votare no a tutte le proposte che mirano a destabilizzare l’Egitto “.

Allo stesso modo Wadih Al Asmar, Presidente di EuroMed Rights, ha dichiarato: “Questo è l’ultimo passo del consolidamento del potere autoritario in un contesto di repressione generalizzata della società civile che è peggiorato in modo significativo da quando il presidente al-Sisi ha aderito al potere. Detenzioni arbitrarie, divieti di viaggio, blocco dei beni, chiusura di organizzazioni non governative e intimidazioni: non sembra esserci alcun limite alla repressione inflitta a coloro che osano parlare “.

Eleonore Morel, CEO della FIDH, ha affermato che: “Uno degli ultimi successi superstiti della rivoluzione potrebbe essere sottratto al popolo egiziano dal momento che questi emendamenti costituzionali rilanciano la possibilità di una Presidenza permanente. Gli alleati stranieri del regime militare di al-Sisi devono condannarli fermamente e riconsiderare il loro sostegno a questo regime autoritario “.

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