Diritti umani
Le “Rinascite ribelli” di Stefi Pastori. La vita, il coraggio di chi fa della resilienza una scelta
Sceneggiatrice e ghost writer nei Novanta anche per Verdone, da oltre dieci anni si occupa di azioni di contrasto contro la violenza sulle donne.
Stefi Pastori Gloss scrive di sé nel suo blog: Stefi Pastori Gloss scrive a tempo pieno tra James Joyce e Ungaretti. Redige un blog di recensioni e un podcast radiofonico. Sceneggiatrice e ghost writer nei Novanta anche per Verdone, da oltre dieci anni si occupa di azioni di contrasto contro la violenza sulle donne. Grazie ad un ex partner, la si può fregiare dello pseudonimo di Gloss, Gruppo di Lavoro e Osservatorio Sessismo e Stalking. Nel 2013 esce CORPI RIBELLI – resilienza tra maltrattamenti e stalking. II Edizione nel 2016. Nel 2019 è totalmente riscritto: diventa RINASCITE RIBELLI – resilienza nei maltrattamenti intrafamiliari e stalking, in cui è dato risalto al cosiddetto CODICE ROSSO.
“Rinascite ribelli.” è sorta di manuale contenente nomi e recapiti di coloro che salvano le donne maltrattate e, più in generale, le modalità per uscire dalle violenze domestiche prima che sia troppo tardi. Vi si reperiscono anche le definizioni scientifiche di alcuni profili criminologici. Nacque come terapia per l’autrice che pur avendo subito violenza, non desiderò fare pietismo e nemmeno vittimismo ma solo essere utile quando capì che ciò che mancava era l’nformazione e che ogni donna deve avere il diritto di scegliere di essere felice, il che non significa vivere senza difficoltà o sofferenze, ma avere la possibilità di scegliere.
Il libro può essere visto come diviso in due parti : una introduzione e la parte riguardante gli aggiornamenti legislativi relativi al Codice Rosso del 2019. Perché una introduzione basata sulla sua recensione al film Joker?
Perché una introduzione fondata sul film JOKER… Ottima domanda, perché mi dà l’opportunità di introdurre un tema a me caro, provocatorio, sebbene difficile da accettare. “Rinascite Ribelli” tratta non proprio di malattia, ma comunque di disturbi del comportamento legati alla violenza psicologica agita dal genitore sul figlio. Il film, totalmente imperniato sul personaggio principale, impegna l’attore che lo impersona ad attivare strategie mirate a rendere visivamente i disturbi del comportamento di Joker. Joaquin Phoenix appare nella sua dimensione umana più sconcertante, tanto buona quanto deforme e cattiva. L’uomo usa coscientemente le proprie deformità fisiche per sottolineare quelle psichiche. Il regista Todd Phillips ci fa penetrare nei misteri dell’inconscio del protagonista, affetto da disturbi del comportamento inoculatigli dalla madre fin dalla più tenera età – meccanismo tanto morboso quanto reale che provo a spiegare nel capitolo III “Furia o calcolo” – madre maltrattante che poi ucciderà da adulto. Joker è costretto a indossare il sorriso impostogli dalla madre fin da piccolino – una vera e propria violenza sulla psiche. Anche se sono solo gli studiosi esperti del fenomeno della violenza sulle donne a poter lucidamente riconoscere che per ogni vittima c’è un carnefice e che il carnefice cerca la propria vittima, così come la vittima cerca il proprio carceriere, il film sostiene esattamente queste tesi, ovvero il martire delle angherie materne Arthur Fleck finirà per uccidere la propria madre, pur essendo morbosamente legato a lei: asserzioni che ritroviamo sostenute dagli psicologi clinici del trattamento di vittime e carnefici intervistati in “Corpi Ribelli” – resilienza tra maltrattamenti e stalking. Un film, JOKER, da vedere perché fa riflettere, per riconoscere il Joker che è in noi. Da non vedere, se si vogliono chiudere gli occhi sulla realtà malata che ci circonda (e che ci fa ammalare). Un libro, “Rinascite Ribelli”, da leggere perché ci fa soppesare certi nostri comportamenti da vittima o carnefice, mai così vicini, mai così sovrapponibili. Da non leggere, se vogliamo restare nel caldo e comodo brodo primordiale dell’inconsapevolezza.
Nella seconda parte viene analizzato il Codice Rosso. All’interno del suo libro, nei suoi blog e pagine, vi è più volte il richiamo agli articoli che dovrebbero concedere il gratuito patrocinio per le vittimer di reato. Cosa pensa della prima sentenza del 2021 della corte costituzionale che conferma l’applicabilità per legge del gratuito patrocinio senza limiti di reddito alle vittime di reato?
Al cosiddetto CODICE ROSSO si è arrivati dopo anni di analisi di reati gravi contro le Donne e di studi circa le criticità cui sono soggette. Una di queste, fu proprio la mancanza di autonomia economica. Quindi non posso che plaudire a questa ulteriore innovazione legislativa che va incontro alle esigenze delle Donne Maltrattate.
Crede che la società sia ancora legata a vecchi schemi o sono i nuovi meccanismi a determinare la necessità sempre di nuove norme per “imporre” ciò che dovrebbe essere innato ovverosia il rispetto per l’altro?
I dati ISTAT parlano chiaro: una donna su tre subisce una qualche forma di violenza almeno una volta nella vita. Quindi, due le ipotesi suffragate dai fatti. Una, la nostra Società ancora si regge sulle discriminazioni tra Donne e Uomini. Due, il rispetto non è innato, ma si può apprendere. Il mio partner Fabrizio Megna e io cerchiamo di trasmettere la cultura del rispetto in convegni sull’argomento e nelle scuole, contro il bullismo.
Quanto l’effetto perverso “Arancia meccanica”, inteso come azione derivante da ciò che dovrebbe essere invece deterrente, è ancora attivo attraverso social e web e cosa sarebbe necessario ancora normare?
Sostengo che non esista un “effetto Arancia Meccanica” se non su individui predisposti, che abbiano cioè sviluppato disturbi del comportamento a causa di violenze assistite in famiglia.
Se le fa piacere avrei voglia di farle qualche domanda un pò personale. Un ex violento, una figlia speciale e l’incontro con la malattia, in genere sono queste le situazioni prodromiche per il distanziamento sociale o la trasformazione di una vittima in carnefice. Cosa fa di lei una persona diversa che comunque continua a lavorare per gli altri?
Oh caspiterina, che domandone. Anche perché la mia famiglia ospita due Narcisisti Perversi in un colpo solo, quindi sarebbe facile che anch’io lo sia. In effetti, nel corso degli anni, ho rilevato in me le stesse caratteristiche degli stalker, però ho uno strumento che con me si è rivelato molto efficace, il daimoku, per capirlo senza infingimenti. C’entra anche il karma, sinonimo di missione. Non vorrei fare proselitismo, ma rendere felici tutti e tutte, perché so che funziona e ne ho le prove concrete. Basterebbe chiedere a uno solo degli oltre undici milioni di buddisti sparpagliati per il mondo.
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