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Italia più sostenibile con biogas da rifiuti organici — Italy more sustainable with biogas from organic waste

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di emigrazione e di matrimoni

Italia più sostenibile con biogas prodotto da rifiuti organici

di Marco Andreozzi

70 milioni di metricubi, questo il fabbisogno annuo di metano dell’Italia, dove la rete di distribuzione è la più ramificata d’Europa, grazie ad Enrico Mattei. Combustibile fossile, ma molto meno inquinante dell’olio combustibile e del carbone su cui si basò invece la rinascita tedesca postbellica di un Paese presto in bancarotta. Ora però è chiaro a tutti che la forza del metano è diventata debolezza, dipendenza dalle importazioni dello stesso e che per un buon 40% vengono dalla Russia di Putin sia in Italia che nella Germania di oggi. In Italia sono 29 miliardi di metri-cubi, quota cresciuta proporzionalmente al crescere dell’arroganza dell’autocrate di San Pietroburgo che nel 2008 portava una prima guerra in Georgia. Era l’anno dell’esplosione della crisi globale del debito che colpiva i Paesi in via di sviluppo più di quanto abbia colpito l’Italia e gli altri Paesi ricchi, sicché l’aumentare gli acquisti di gas russo ha significato anche dare una mano a quel Paese. Ma cui prodest?

Inoltre, il crescendo della minaccia putiniana verso l’Ucraina, poi sfociata nell’invasione, ha portato il prezzo dai 15 Euro/MWh di marzo 2021 ai picchi di oltre 300 Euro di marzo scorso. Ovvio che i governi europei si siano attrezzati per interventi di breve periodo volti a sostituire il gas russo, in Italia aumentando quanto già arriva da Paesi come Azerbaijan e Algeria, oltre all’autoproduzione. L’ENI potrebbe dare una mano anche dal Congo per 5 miliardi di metri-cubi tra qualche anno, ma ricordiamo che questo Paese è uno tra i 35 che si sono astenuti dal votare la risoluzione dell’ONU contro l’invasione russa, insieme a Cina e India. E’ evidente che la mappa mundi emersa da questo voto debba essere base per nuovi orientamenti futuri di politica estera europea e quindi il Congo sia da considerare inaffidabile sul fronte del fabbisogno energetico. 

Insomma, è chiaro che l’orientamento corretto è la produzione endogena, e l’Italia sta crescendo nel biometano, di cui oggi sono prodotti annualmente 220 milioni di metri-cubi in 27 impianti su oltre 1000 in tutta Europa. Esso proviene dalla raffinazione e purificazione del biogas progotto da digestione anaerobica realizzata da batteri cosiddetti metanogeni agenti su residui agro-forestali, scarti organici, liquami zootecnici e rimanenze di lavorazioni agro-industriali, dove il contenuto di metano in questa miscela gassosa varia dal 50% all’80%. Come biogas viene impiegato in loco per produrre elettricità (e calore), mentre il bio-metano (almeno al 95%) è immesso nella rete elettrica nazionale, dopo l’eliminazione di acqua, anidride carbonica, contaminanti, anidride solforosa e ammoniaca. 

In Italia vi sono circa 2000 impianti di biogas. Nell’Empolese-Valdelsa toscano, l’anno prossimo sarà avviato il più grande biodigestore d’Italia, capace di trattare 160.000 tonnellate l’anno di rifiuti organici per generare 25.000 tonnellate di composto ammendante (da ben monitorare ad evitare eventuali effetti virali) e 11 milioni di metri-cubi di biogas. Qui le iniziali resistenze locali sono state superate da un opportuno coinvolgimento e concertazione. A Casal Selce in Lazio, dove si vuol realizzare un biodigestore per 120.000 tonnellate di rifiuti, le proteste dei cittadini sono invece tuttora in atto. Ma la tecnologia è funzionale e va perseguita. Sul biometano, 10 miliardi di metri-cubi potenziali annui (8 da matrice agricole) sono obiettivo plausibile per l’Italia al 2030. Per il resto, 8000 km attendono l’eolico galleggiante fuori-costa.

di emigrazione e di matrimoni

Italy more sustainable with biogas produced from organic waste

by Marco Andreozzi

70 million cubic meters, this is the annual requirement of methane in Italy, where the distribution network is the most ramified in Europe, thanks to Enrico Mattei’s leadership of the fifties. Fossil fuel, but much less polluting than fuel oil and coal on which the post-war German rebirth of a country soon bankrupt was based. But now it is clear to everyone that the strength of methane has become weak-ness; dependence on imports where a good 40% come from Putin’s Russia both in Italy and in today’s Germany. In Italy for 29 billion cubic meters, a share that has grown in proportion to the growing arrogance of the autocrat from St. Petersburg who in 2008 brought a first war in Georgia. It was the year of the global debt crisis that hit developing countries more than Italy and other rich countries, so increasing purchases of Russian gas also meant giving a hand to that country. But cui prodest?

Furthermore, the growing Putin’s threat to Ukraine, which has later resulted in the invasion, brought the price from 15 Euro/MWh in March 2021 to peaks of over 300 Euro in March. It is obvious that European governments have equipped themselves for short-term interventions aimed at replacing Russian gas; in Italy by increasing what is already entering from countries such as Azerbaijan and Algeria, in addition to self-production. ENI could also lend a hand from a project in Congo for 5 billion cubic meters in a few years, but this country is one of the 35 that abstained from voting on the UN resolution against the Russian invasion, along with China and India. It is clear that the mappa mundi that emerged from this vote must be the basis for new future orientations of European foreign policy and therefore Congo must be considered unreliable in terms of methane gas supply.

In short, it is clear that the correct orientation is endogenous production, and Italy is growing in biomethane, of which 220 million cubic meters are produced annually in 27 plants out of over 1000 in the whole Europe. It comes from the refining and purification of biogas made by anaerobic digestion carried out by so-called methane-digesting bacteria on agro-forestry residues, organic waste, livestock sewage and agro-industrial processing remnants, where the methane content in this gaseous mixture varies from 50% to 80%. As biogas it is used locally to produce electricity (and heat), while bio-methane (at least 95%) is fed into the national electricity grid, after the elimination of water, carbon dioxide, contaminants, sulfur dioxide and ammonia.

In Italy there are about 2000 biogas plants. In the Tuscany’s Empolese-Valdelsa region, the largest biodigester in Italy will be launched next year, capable of treating 160,000 tons of organic waste a year to generate 25,000 tons of compost-soil conditioner (to be monitored well to avoid any viral effects) and 11 million cubic meters of biogas. Here the initial local protest was overcome by an appropriate involvement and concertation. In Casal Selce of metropolitan Rome Latium region, where a biodigester for 120,000 tons of waste is to be built, citizen protests are still ongoing. But the technology is functional and must be pursued. On bio-methane, 10 billion potential metric cubes per year (8 from agricultural matrices) are a plausible target for Italy by 2030. For the rest, 8000 km. await floating offshore wind-farms.

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