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Diritti umani

In Algeria violenze sulle donne che protestano in corteo

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La denuncia della Fidh( Federazione internazionale delle leghe dei diritti umani) insieme alla Lega algerina per la difesa dei diritti umani : fermare la violenza contro i manifestanti

Di T. Primozich

La Fidh (Federazione internazionale delle leghe dei diritti umani), è intervenuta in difesa dei manifestanti che il 12 e 13 aprile in Algeria ancora una volta, si tratta dell’ottava manifestazione consecutiva, sono scesi in piazza per esprimere il dissenso contro il regime di cui è presidente ad interim ed ex presidente del Senato Bensalah,  visto come un prolungamento del vecchio sistema, e per gridare a gran voce che le elezioni annunciate dal capo delle forze armate Gadi Salah fissate per il 4 luglio non si devono fare, che l’esercito deve rompere gli indugi e schierarsi con il popolo algerino. La risposta alla protesta è stata estremamente violenta  con 180 persone arrestate secondo la Direzione generale della sicurezza nazionale (DGSN). I video che circolano sul web testimoniano la portata della repressione, compresa la polizia che picchia le persone già a terra. ‘Secondo testimonianze raccolte dalle nostre organizzazioni, – spiega un comunicato della Fidh, – un giovane manifestante sarebbe in terapia intensiva presso l’ospedale Mustapha Bacha ad Algeri. Presumibilmente ha subito colpi alla testa, che avrebbero causato emorragie interne’. Ma la violenza repressiva non si è fermata solo a questo.

Secondo la testimonianza dell’attivista Amel raccolta dalla FIDH: “La polizia ci ha portato in una stanza, una dopo l’altra. Quando sono entrata, ho trovato una donna in abiti civili che mi ha chiesto di spogliarmi. Ho rifiutato e gli ho chiesto il suo biglietto da visita. Ha detto, lasciami fare il mio lavoro. E quando ho resistito, mi ha minacciato che avrebbe complicato le cose. Dovevo spogliarmi completamente. Mi toccò il petto e mi chiese di allargare le gambe per cercare. ” Queste violenze sessuali subite da ben  quattro attiviste sono estremamente gravi. Mirano a dissuadere le donne da ogni inclinazione a partecipare alla vita pubblica e a rimuoverle dal processo di transizione politica. Tali violente prassi ricordano in particolare gli orribili  “test di verginità” imposti dai medici dell’esercito egiziano nelle stazioni di polizia del Cairo nel 2011 per scoraggiare le manifestanti di piazza Tahrir, e documentati all’epoca proprio dalla FIDH . ‘Le nostre organizzazioni chiedono alle autorità algerine di porre fine a queste pratiche illegali e inaccettabili, – esprime con forza nel comunicato la Fidh – che ricordano il fatale “test di verginità” utilizzato dalle autorità egiziane nel 2011 per scoraggiare le manifestanti da piazza Tahrir, e di affidare i responsabili alla giustizia’.

La Federazione internazionale delle leghe dei diritti umani a seguito di tali gravi lesioni dei diritti umani specifica: ‘Le nostre organizzazioni condannano fermamente questi atti di violenza, che minano l’integrità fisica e psicologica dei manifestanti e contravvengono alla libertà di dimostrazione e assemblea’.

E Chiede

  • la denuncia pubblica di questa violenza da parte di tutti i leader politici attualmente al potere
  • la condanna di questi atti, che costituiscono abusi di potere commessi da agenti di polizia che violano il codice penale algerino e non rispettano gli impegni regionali e internazionali dell’Algeria in termini di diritti civili e politici, ma anche nella lotta contro la violenza sessuale.
  • di assicurare alla giustizia i responsabili della violenza in proporzione alla gravità degli atti commessi.
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