Diritti umani
GLBT e fede cristiana. L’esperienza della Chiesa Evangelica Valdese

Colloquio con Antonio Adamo, Pastore Valdese
di Anna Maria Antoniazza
Pastore Adamo, si sostiene che I valdesi hanno avuto quel coraggio che ai cattolici, almeno fino a oggi, è mancato nonostante Papa Bergoglio nell’esortazione apostolica Amoris laetitia affermi: “Con i padri sinodali ho preso in considerazione la situazione delle famiglie che vivono l’esperienza di avere al loro interno persone con tendenza omosessuale, esperienza non facile né per i genitori né per i figli. Perciò desideriamo anzitutto ribadire che ogni persona, indipendentemente dal proprio orientamento sessuale, va rispettata nella sua dignità e accolta con rispetto, con la cura di evitare ogni marchio di ingiusta discriminazione e particolarmente ogni forma di aggressione e violenza”. Che posizione e quali sviluppi hanno avuto i valdesi oggi a riguardo del tema GLBT?
Bene ha fatto Il Papa ad affermare che ogni persona va rispettata nella dignità, evitando discriminazioni e violenza. Dal punto di vista cattolico la dichiarazione è considerata da molti un passo avanti, sebbene non capisco come un cristiano e una cristiana possano trattare diversamente il prossimo.
Certo, discriminazioni e persecuzioni di persone GLBT sono ancora presenti in molti Paesi del mondo.
Con varia intensità, le discriminazioni non sono del tutto terminate anche nel nostro Paese.
La liberazione dai pregiudizi è un processo lungo e travagliato. Talvolta si considerano i diritti degli altri quasi una minaccia per i propri. Accade che dei gruppi legittimino e promuovano reazioni intolleranti e odiose.
Nella Chiesa valdese da decenni ci si è attivati per promuovere una comprensione della realtà LGBT, superando ogni barriera di discriminazione e inserendo il dibattito all’interno di una approfondita riflessione biblica. Circa dieci anni fa il Sinodo delle Chiese Valdesi e Metodiste, dopo un intenso confronto, spianò la via alla benedizione delle unioni fra persone credenti dello stesso sesso.
Non è stata una decisione semplice e vi sono ancora in alcune persone delle perplessità.
Io penso che una realtà di amore possa essere accolta e oggetto dell’invocazione della benedizione del
Signore. Ricordo che non si tratta soltanto delle scelte della Chiesa Valdese, bensì di un lungo processo di riflessione e accoglienza che ha visto protagoniste una parte notevole delle Chiese protestanti del mondo che aderiscono al Consiglio Ecumenico delle Chiese.
Pastore Adamo, Il 17 maggio 2019, in occasione della Giornata internazionale contro l’omofobia e la transfobia, le comunità di fede e i gruppi di cristiani LGBT hanno ricordato le tante vittime della violenza dell’omofobia e della transfobia e hanno vegliato insieme per il superamento di questa forma di discriminazione presente nella società e, spesso, anche nelle chiese. Anche le chiese valdesi e metodiste sono impegnate in questa iniziativa e chiamate, come recita una decisone sinodale del 2015, a “mantenere alta l’attenzione contro ogni atto di discriminazione”. Il versetto che ha unito comunità cristiane per fare memoria delle persone vittime della violenza dell’omo-transfobia e delle discriminazioni che avvengono ogni giorno intorno a noi si trova in Isaia 43: 4: “Per me sei molto prezioso, io ti stimo e ti amo”.
La citazione del profeta Isaia rivela l’atteggiamento di Dio nei confronti del popolo d’Israele che sta per essere liberato dall’esilio a Babilonia: è amore che libera e fa grazia. La salvezza giungerà alla pienezza in Gesù Cristo. Si saldano così le promesse bibliche in un’unica grande Buona Novella contenuta nella Bibbia: Antico e Nuovo Testamento. Mi piace accostare questa parola del Vangelo di Giovanni 3,17 “Infatti Dio non ha mandato suo Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. “
La Chiesa di Gesù Cristo conosce sorelle e fratelli nel Signore, non discrimina né esalta: cammina nel mondo secondo il progetto di amore del Signore.
La Chiesa accoglie e ama e non accetta azioni distruttive verso le persone e cerca di vincere il male con il bene.
La pastora Daniela Di Carlo, coordinatrice della Commissione fede e omosessualità delle chiese battiste, metodiste e valdesi ha dichiarato: “E’ davvero importante che le nostre chiese predichino l’accoglienza delle persone gay, lesbiche e transessuali. Loro, e noi, siamo il popolo fatto a immagine di Dio, ed abitiamo la stessa chiesa di Cristo che ci ama in egual misura. E’ fondamentale liberare, sino all’ultimo frammento, le nostre comunità dalla discriminazione basata sull’orientamento sessuale così come è importante liberarle dai pregiudizi sulla razza. Essere chiesa insieme non è solo un processo interculturale ma anche un riconoscimento delle sorelle e dei fratelli con le loro specificità”.
La diversità è una realtà che accogliamo nella consapevolezza che l’umanità è un mosaico di persone, di identità e di colori. La Chiesa di Cristo è ben descritta dalla Parola di Galati 3,28: Non c’è qui né Giudeo né Greco; non c’è né schiavo né libero; non c’è né maschio né femmina; perché voi tutti siete uno in Cristo Gesù. Se assumiamo la responsabilità della testimonianza evangelica nel mondo, non avremo difficoltà ad accogliere fraternamente la pluralità delle diverse identità di genere. Non accogli il fratello e la sorella, perché sei buono/a o perché l’altro ti è simpatico, ma l’accoglienza nasce dall’azione di Dio che per primo ci ha accolti in Gesù Cristo.
Credit ritratto del Pastore Adamo: Anna Maria Antoniazza