Diritti umani
Giocareporter: piccoli giornalisti crescono con il progetto di Mariella Roberto

Imparare a scrivere e a comunicare meglio grazie alle diverse tecniche di giornalismo; al centro educativo Qbhalo di Baveno è Giocareporter mania. Il progetto della giornalista Mariella Roberto, che insegna agli alunni delle scuole elementari i fondamenti del giornalismo e i valori di educazione, rispetto e amore verso sé stessi e il prossimo.
Il suono della campanella annuncia la fine delle prime lezioni al centro educativo Qbhalo di Baveno in Piemonte; messi a riposo i libri di storia e di matematica è l’ora di fare un salto nel mondo dell’informazione e del giornalismo con Giocareporter. Il progetto ideato nel 2021 da Mariella Roberto, giornalista, addetta stampa, sociologa ed educatrice, nasce per insegnare ai bambini delle scuole elementari a guardare la realtà con occhi differenti, sviluppare un pensiero critico e superare le proprie timidezze.
Il percorso di apprendimento prevede delle attività sui diversi strumenti e forme del giornalismo: «Dall’articolo, al comunicato, al tg, ai media di internet, al blog, fino alla conferenza stampa, all’intervista, al reportage e all’inchiesta giornalistica». Le sfide di Giocareporter si svolgono una volta al mese per la durata di due ore, e rappresentano una forma ludica potente per imparare a scrivere e comunicare meglio, sviluppare hard e soft skill, oltreché essere uno stimolo per fare appassionare i piccoli alla professione giornalistica.
Un po’ com’è stato per Mariella con il padre, che sin da bambina le ha trasmesso l’amore per le notizie e i programmi di approfondimento sull’attualità; fino a diventare consapevole del destino da giornalista alle scuole medie.
Ecco cosa ci ha raccontato l’ideatrice creativa ed empatica del progetto Giocareporter e dei suoi piccoli giornalisti in erba.
Qual è lo scopo di Giocareporter?
«Il Giocarepoter ha diversi scopi: aiutare i bambini a comunicare, a elaborare idee e notizie, a osservare il mondo, a superare la timidezza, a confrontarsi con bambini di diverse età e a migliorare l’esposizione».
Quali materiali vengono messi a disposizione?
«Giornali, video e informazioni sui concetti spiegati».
In che modo i bambini prendono consapevolezza di sé e del mondo che li circonda?
«I bambini sono curiosi ed entusiasti di apprendere. Prendono consapevolezza di sé e del mondo che li circonda attraverso le domande e gli argomenti svolti».
Le domande più curiose che ti hanno posto gli allievi?
«”Come si lavora in una redazione televisiva?” oppure “Come si realizza un blog di viaggi?”».
I valori che insegnate ai bambini?
«L’educazione, il rispetto, l’amore verso sé stessi e il prossimo».

Opera realizzata dai piccoli alunni del centro educativo Qbhalo
Il lavoro più interessante che è stato sviluppato con Giocareporter?
«Tutti i lavori a modo loro sono stati belli e ben eseguiti. I bambini si impegnano molto nella realizzazione dei loro elaborati che, poi, espongono a noi educatori».
Quali sono le soft e hard skill che i bambini sviluppano?
«Soft skill: empatia, intelligenza emotiva e resilienza. Hard skill: scrittura, comprensione dei testi e sviluppo del proprio lessico e linguaggio, migliore conoscenza dei vocaboli».
Quali stati d’animo percepisci dopo ogni attività?
«I bambini sono felici e alla fine di ogni lezione manifestano la loro felicità per le nuove nozioni apprese e le tecniche che mettono subito in atto con la pratica».
I temi che i bambini preferiscono di più?
«I temi di attualità sugli attori, calciatori e youtuber».
La cosa più bella che ti hanno detto?
«Quando mi riconoscono e mi dicono:“Tu sei la giornalista del Giocareporter!”.

Opera realizzata dai piccoli alunni del centro educativo Qbhalo
Alla fine delle attività succede che dei bambini si appassionano a tal punto da voler diventare giornalista?
«Per ora nessuno ha detto di voler diventare giornalista, magari un giorno qualcuno lo diventerà».
In Italia circa il 28% della popolazione tra i 16 e i 65 anni è analfabeta funzionale, pensi che questo progetto possa aiutare a sviluppare le abilità di scrittura e lettura capaci di contrastare questo fenomeno?
«In Italia è grave il problema della lettura e dell’analfabetismo, purtroppo, anche tra i giovani. Sì, penso che questo progetto possa aiutarli a sviluppare la voglia di leggere e informarsi».
Secondo te la diffusione di Giocareporter in altre scuole d’Italia quali altri benefici apporterebbe?
«Il Giocarepoter può aiutare i bambini e i ragazzi a sviluppare anche un proprio pensiero critico, quindi, a conoscere e a valutare il mondo con il proprio cervello».
“I giovani sono stati abbandonati e dobbiamo intervenire” dichiari a Radiowellness. In classe da cosa percepisci questo abbandono?
«I giovani hanno bisogno di progetti stimolanti e di insegnanti che li aiutino a formarsi e a crescere. Soprattutto, alla luce della pandemia che ha limitato molte attività che sono necessarie per la conoscenza».
Cosa ti auguri in futuro per questo progetto?
«Di poterlo realizzare in diverse realtà».