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Francia in rivolta. Parigi schiera 8mila poliziotti per bloccare la protesta anti-Macron.

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Da tre settimane violente manifestazioni contro la tassa sui combustibili fossili annunciata dal governo. Gli insorti seminano il caos nella capitale.

di Vito Nicola Lacerenza

Anarchici di sinistra, estremisti di destra, pensionati, studenti e lavoratori della classe media si sono radunati nel centro di Parigi per manifestare il malcontento contro il presidente francese Emmanuel Macron. Il capo del Governo si trova a fronteggiare una vera e propria rivolta di popolo, portata avanti da cittadini di ogni età e di varia estrazione sociale. I manifestanti non hanno un leader che li guida, ma si coordinano attraverso gruppi di Facebook. I membri di questo eterogeneo assembramento, che al momento conta 5.000 persone, hanno deciso di indossare, quale segno distintivo, un giubbotto catarifrangente di colore giallo che, per obbligo di legge, ogni conducente conserva all’interno del proprio veicolo. L’originale abbigliamento è valso ai manifestanti il nome di “gilet gialli”, divenuti noti in tutto il mondo per le loro proteste violente contro la tassa sui combustibili fossili,  annunciata dal presidente Macron. Quest’ultimo, tre settimane fa, ha dichiarato di voler aumentare del 6,5% il prezzo del diesel, portando il costo del gasolio a 1.50 euro a litro.

Si tratta di un aumento inaccettabile per moltissimi francesi che , nel giro di dieci anni, hanno visto il prezzo del diesel, il combustibile fossile più usato dai francesi,  aumentare del 23%. Dal giorno dell’annuncio della nuova imposta, migliaia di francesi in tutte le principali città francesi si sono riversati sulle strade saccheggiando negozi, distruggendo auto, danneggiando edifici pubblici e ingaggiando violenti scontri con le forze dell’ordine, che invano hanno tentano di placare gli insorti. Tutti i cittadini francesi si ritengono penalizzati dalle politiche economiche di Emmanuel Macron, il quale è stato soprannominato “il presidente dei ricchi”. Si stima che, durante la presidenza Macron, gli introiti dei lavoratori con un salario basso si sono ridotti, così come le pensioni. La classe media, sebbene meno penalizzata, è scontenta a causa della mancata “spinta economica” promessa dal presidente francese. Gli unici soddisfatti delle politiche del governo sono i grandi industriali, “i ricchi”. Da mesi il consenso di Macron è in caduta libera, eppure, date le attuali circostanze, questo sembra essere un problema secondario per il presidente francese, il quale sta tentando disperatamente di far uscire la nazione dalla “paralisi economica”.

L’intera rete stradale è bloccata dai camionisti, mettendo in ginocchio le moltissime attività commerciali, rimaste prive di approvvigionamenti. I negozi al dettaglio hanno registrato un calo delle vendite del 40%, gli alberghi hanno visto le prenotazioni ridotte del 10% mentre i centri commerciali sono stati costretti a  chiudere nei week-end. Un impatto economico ancora più negativo ha avuto la chiusura delle raffinerie, che ha ulteriormente compromesso la viabilità.  Inoltre la crisi politica ha fatto fuggire numerose imprese straniere che erano intenzionate ad investire nel Paese transalpino nel 2019.   Messo di fronte a tale emergenza, Macron ha tentanto di “andare in contro” ai gilet gialli, posticipando l’entrata in vigore della nuova tassa sui carburanti. Ma ai rivoltosi non basta, loro ne pretendono l’ “abolizione”. Il braccio di ferro tra establischment e popolo ha avuto un bilancio pesante per il Paese: 4 morti, oltre 260 feriti, circa 600 arresti e 4 milioni di euro di danni a strutture pubbliche. I dati potrebbero peggiorare nelle prossime ore, in una Francia sull’orlo di una guerra civile dove 90 mila poliziotti sono stati dispiegati su tutto il territorio nazionale, per sedare le rivolte.

Di questi 90 mila agenti, 8.000 sono entrati in azione a Pargi per fermare la furia di 5.000 manifestanti, che hanno minacciato di prendere d’assalto l’Eliseo e deporre Emmanuel Macron. Nella capitale francese sono in funzione 12 veicoli blindati che dovranno sfondare le barricate costruite dagli insorti, la cui violenza ha fatto piombare la paura tra i parigini. La Torre Eiffel, il Louvre, insieme ad altri 12 musei, resterà chiusa, così come tutte le attività commerciali nel centro città. Le autorità prevedono una giornata scandita da scontri violenti, che lasceranno sulle strade un elevato numero di feriti. Per tale ragione, il personale medico e paramedico degli ospedali è stato raddoppiato.

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