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Ambiente & Turismo

Ecomondo 2017: best practice delle Regioni per lo sviluppo sostenibile

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Si è tenuta a Rimini, dal 7 al 10 novembre, la XXI edizione della più grande fiera sull’economia verde e circolare

Si è tenuta a Rimini dal 7 al 10 novembre,di Ecomondo. Una manifestazione considerata come la la più grande fiera sull’economia verde e circolare nell’area euro-mediterranea, sostenuta, fra l’altro,  dalla Direzione Generale per lo Sviluppo Sostenibile del Ministero dell’Ambiente, in particolar modo per qual che ha riguardato la partecipazione di delegazioni straniere, composte da rappresentanti istituzionali e del mondo imprenditoriale. Delegazioni provenienti da alcuni dei principali Paesi con cui il Ministero promuove accordi bilaterali tesi al raggiungimento degli obiettivi di Parigi in materia di lotta e adattamento al cambiamento climatico: Cina, Iran, Libano e, per la prima volta rispetto alle precedenti edizioni, Marocco.
‘Birdi’ e ‘The green in connection’ sono invece le due idee vincitrici degli eventi Climathon di Cagliari e Sassari che si sono tenuti il 28 ottobre. La premiazione, tra i progetti proposti, è avvenuta oggi in collegamento video tra le due municipalità sarde coinvolte nella maratona mondiale sul clima.I premiati sono poi andati inm “trasferta”. I vincitori hanno infattri raccomnatrto le loro idee proprio a Rimini il 9 novembre, in occasione del forum voluto da Climate Kic ad Ecomond. “La sfida del clima riguarda i territori e le idee sarde vincitrici di Climathon 2017 dimostrano che in Sardegna esistono buone energie e serie competenze. Tutti i nostri Comuni troveranno nella Regione un’alleata nelle strategie di adattamento al mutamento climatico”, ha detto a Sassari l’assessora della Difesa dell’Ambiente Donatella Spano. L’idea “Birdi”, “verde” in lingua sarda, propone un progetto pilota in un ambito particolare della città in cui creare un pavimento drenante e tetti verdi irrigati con acqua piovana e un innesto di verde nei pergolati e nelle fioriere. A Sassari, sulla traccia delle infrastrutture verdi per la resilienza, la giuria ha invece premiato “The green in connection”, ovvero l’idea di una gestione condivisa dello spazio verde attraverso un sistema di incentivazione che verrà gestito tramite una app. “Viviamo in un’epoca in cui dobbiamo affrontare molte sfide ambientali e la Sardegna lo sta facendo con ottimi risultati”. Donatella Spano ha voluto così commentare il doppio appuntamento della Regione a Rimini per Ecomondo.

L’Amministrazione regionale è stata infatti invitata a raccontarsi come regione italiana virtuosa nella raccolta differenziata e di frazione organica e per la citata esperienza di Climathon, con Cagliari e Sassari tra le 18 città italiane aderenti alla maratona internazionale sul clima. In occasione della Conferenza nazionale sul compostaggio e digestione anaerobica, organizzata da Ispra, Cic (Consorzio Italiano Compostatori) ed European Compost Network sono state evidenziate le buone performance della Sardegna nella raccolta differenziata e nel trattamento dei rifiuti organici compostabili. Grazie alle azioni messe in campo per incentivare le percentuali di raccolta differenziata, tra cui in primo luogo il sistema di premialità/penalità sulla tariffa di smaltimento del secco indifferenziato, l’isola è tra le regioni che registrano una minore produzione di rifiuti urbani, con un valore pari a 444 chilogrammi per abitante l’anno (la media nazionale è 497, secondo il rapporto rilasciato lo scorso mese dall’Ispra). Per la raccolta differenziata dei rifiuti urbani, invece, la percentuale nazionale si attesta su un valore medio del 52,5 per cento. La percentuale sarda, pari al 60,2 per cento, la colloca tra le prime regioni dopo Veneto, Trentino Alto Adige, Lombardia, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna. Infine, alte prestazioni anche sull’organico, raggiunte grazie agli interventi di efficientamento della rete degli impianti di compostaggio, distribuiti omogeneamente su tutto il territorio regionale, che ha consentito di ridurre al minimo gli scarti ed incentivare il recupero della frazione organica. Con 129 chili per abitante l’anno la Sardegna si attesta tra le regioni più virtuose dopo Emilia Romagna, Veneto, Marche e Friuli Venezia Giulia sulla media nazionale di 107 chili. Le rilevazioni dell’Arpas, l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, fotografano che la Sardegna ha prodotto nel solo 2015 circa 41mila tonnellate di compost. Una buona tendenza che si intende sostenere alla luce del fatto che la raccolta della frazione organica può contribuire notevolmente a raggiungere una percentuale di riciclo pari al 70 per cento dei rifiuti entro il 2022, uno degli obiettivi individuati dal Piano regionale dei rifiuti urbani.
Nel corso dell’iniziativa “Co-Evovle InfoDay. Sostenibilità del turismo costiero-marittimo e crescita blu nel Mediterraneo”, in occasione dell’apertura della XXI edizione di Ecomondo, sono state presentate l’installazione di un eiettore – dispositivo per eliminare la sabbia in una parte del porto canale – a Cattolica (Rn) e la realizzazione di un tratto di spiaggia altamente accessibile, attrezzato anche per persone portatrici di handicap e a ridotta mobilità, al Lido di Spina nord (a Comacchio nel ferrarese). Due interventi pilota per lo sviluppo del turismo costiero sostenibile che nel 2018 partiranno in Emilia-Romagna, finanziati dal progetto europeo Co-Evolve, a cui la Regione partecipa con 11 partner di cinque paesi europei, in una rete che comprende il Parco del Delta del Po della Regione Veneto, istituti pubblici, centri di ricerca e università. “L’obiettivo è una gestione integrata del litorale, capace di unire la sicurezza della costa al suo sviluppo sostenibile- spiega l’assessore regionale all’Ambiente, Paola Gazzolo, che ha partecipato all’iniziativa insieme all’assessore regionale al Turismo, Andrea Corsini-. “Vogliamo una costa attrattiva per gli investitori e i visitatori e quindi in grado di sostenere una crescita economica duratura. Una costa resiliente, cioè capace di adattarsi alle conseguenze del cambiamento climatico e di fare della sostenibilità la chiave della crescita blu”. Il progetto può contare su 3 milioni di euro fino al 2019: 2,55 milioni messi a disposizione dall’Unione europea e 450 mila euro dal ministero dell’Ambiente.
L’assessore della Regione Puglia, Filippo Caracciolo, intervenendo sempre presso la Fiera Ecomondo di Rimini, alla Tavola Rotonda “Ciclo integrato dei rifiuti nella regione Puglia, Cultura – Tecnologie e Innovazioni” ha speigato che “la modifica e l’aggiornamento del Piano regionale dei rifiuti è la sfida più grande che la Regione Puglia è chiamata ad accettare e affrontare. Per anni si è puntato esclusivamente a promuovere la raccolta differenziata, facendola passare come soluzione del problema rifiuti in Puglia e non come momento fondamentale e necessario di un percorso virtuoso, ma pur sempre un passaggio di un meccanismo che invece deve evolversi verso un’economia circolare e verso la chiusura, sostenibile e programmata, del ciclo dei rifiuti per la cui chiusura diventa imprescindibile parlare di impiantistica”. Secondo Caracciolo “la strada che abbiamo deciso di intraprendere è, in realtà, l’unica percorribile: investire in un’impiantistica pubblica tecnologicamente avanzata, pienamente sostenibile per dal punto di vista ambientale in grado di connettersi al sistema privati in modo da poter gestire in autonomia almeno il 50% del flusso dei rifiuti regionali, creando economie di scala che a loro volta abbatteranno maggiori costi per i Comuni e, conseguentemente, genereranno vantaggi a medio termine per i cittadini pugliesi”.

“Non è nostra intenzione – ha continuato l’Assessore – e non rientra nel nostro programma fare la guerra ai privati, dobbiamo e vogliamo salvaguardare il pubblico interesse e per fare questo abbiamo necessità di rendere il sistema meno ingessato, avere più impianti a disposizione e sottrarci a quella che molte volte diventa una sorta di gioco al massacro con l’incubo da parte dei Comuni di non sapere più dove conferire sino a dover sospendere la raccolta in attesa di certezze sulla destinazione dei rifiuti.Si tratta di una rivoluzione copernicana, che passa necessariamente, dal finanziamento, dalla progettazione e dalla realizzazione, in tempi relativamente brevi impianti pubblici che abbiano l’Agenzia territoriale per la gestione dei rifiuti come soggetto attuatore e che vadano a completare la dotazione impiantistica già esistente, evitando così emergenze o smaltimenti di una frazione strategica per la raccolta differenziata qual è quella organica”. “Seguendo i principi dell’economia circolare – ha concluso Caracciolo – stiamo provando concretamente a mettere in campo in maniera convinta soluzioni derivanti da una visione d’insieme, a 360 gradi, della gestione del ciclo dei rifiuti, programmando, progettando e investendo le risorse disponibili sulla base delle esigenze dei territori. Per vincere la sfida la Regione Puglia ha bisogno di avere al proprio fianco i Comuni, gli amministratori e le associazioni e i privati che conoscono il settore e possono offrire indicazioni utili all’intero sistema, perché solo se uniamo le forze di chi ha come obiettivo il miglioramento ambientale della nostra Puglia possiamo ambire ad un vero salto di qualità”.
Per la XXI edizione di Ecomondo, la Toscana è stata presente con il suo LIFE RE Mida, progetto finalizzato allo sviluppo di tecnologie innovative per la gestione del gas di discarica con basso potere calorifico. Un metodo utile alla riduzione dell’effetto serra e la mitigazione degli impatti dovuti alle emissioni di gas in traccia. Finanziato nell’ambito del Programma LIFE Climate Action – Climate Change Mitigation, coordinato dal Waste Valorization Group (gruppo di ricerca del Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università degli Studi di Firenze), il progetto RE Mida vede la partecipazione del partner istituzionale Regione Toscana e di due partner industriali (Centro Servizi Ambiente Impianti S.p.A. e Sienambiente S.p.A.). Il Progetto prevede la realizzazione di due impianti pilota presso due discariche di Podere il Pero (Castiglion Fibocchi, Arezzo) e de Le Fornaci di Monticiano (Siena). Dopodiché, sulla base dell’esperienza maturata, si potranno redigere le Linee Guida per il trattamento del gas di discarica a basso potere calorifico che verranno disseminate dalle Regione Toscana in modo da promuovere una discussione dei contenuti tecnici della Landfill Directive, cioè la direttiva europea sulle discariche.

 

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