Italia
Due le battaglie da vincere: una contro il coronavirus e l’altra contro la fame!
Il 16 marzo scorso il Governo ha varato il Decreto “Cura Italia” con il quale il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ha dichiarato a gran voce di aver messo in campo uno sforzo economico importante. Ma di quali aiuti parliamo? Riservati a chi? Come faranno coloro che non sono attrezzati, e incompetenti in ambito tecnologico?
Di Benedetta Parretta
Il Presidente della Regione Calabria Jole Santelli, chiudendo i confini sta difendendo i suoi concittadini per evitare che il contagio dilaghi.
La vita dei calabresi è attaccata ad un filo sottile, assenti le attrezzature negli ospedali, tra cui i posti letto in terapia intensiva, e medici e infermieri spesso hanno optato per un “periodo di malattia “.
In un momento storico e drammatico come quello che stiamo vivendo, costretti nelle abitudini, nella libertà personale e negli affetti all’isolamento sociale a causa della pandemia seminatrice di morte e sofferenza.
Il 16 marzo scorso il Governo ha varato il Decreto “Cura Italia” con il quale il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ha dichiarato a gran voce di aver messo in campo uno sforzo economico importante.
Ma di quali aiuti parliamo? Riservati a chi? Come faranno coloro che non sono attrezzati, e incompetenti in ambito tecnologico? C’è troppa burocrazia, tutto è troppo complicato per coloro che sono abituati ad essere assistiti dai Caf.
Abbiamo sentito parlare di 600 euro per i lavoratori autonomi, dei bonus baby sitter, ma nessuno ha parlato delle bollette che non si riescono a pagare, degli affitti che non si possono onorare. La gente, soprattutto al Sud, è allo stremo delle forze e non riesce più a fare la spesa.
Molti gli episodi pubblicati sui social, dove si diventa criminali per bisogno, per portare a casa quel “pezzo di pane” che avrebbe dovuto garantire la Costituzione Italiana, perché un diritto. La gente ha paura sì del CoronaVirus, ma ha anche tanta paura di morire di fame.
Chi aiuterà i lavoratori sommersi? Obbligati al lavoro nero perché in Calabria funziona così: o questo o niente.
Chi aiuterà i liberi professionisti le cui casse previdenziali non intervengono per sostenerli? Chi aiuterà i disoccupati?
Nel mondo reale, oltre l’orizzonte di palazzo Chigi, tutto è avvolto dal silenzio, tutto è fermo seppur la vita continua.
Sì, sebbene in isolamento continuano i bisogni primari a cui in molti ben presto non potranno far fronte, e sarà a quel punto che ci troveremo nell’emergenza dentro l’emergenza, annunciata e non fronteggiata dal “Cura Italia”.
“Il decreto cura Italia non tiene affatto in considerazione la categoria degli avvocati, ha di fatto discriminato i liberi professionisti rispetto ad altre categorie” spiegano alcuni avvocati.
Ha delle lacune pazzesche rispetto ad una cospicua fetta del popolo italiano, si pensi infatti che ad oggi gli avvocati sono circa 235.000, eppure il governo che da una parte non prevede alcun sostegno economico, dall’altra li definisce “servizi essenziali” indicando i servizi legali al pari dei contabili, con codice ATECO 69.
Allora la domanda è spontanea, garantire i servizi legali perché necessari ma a chi?
Se siamo in una fase di emergenza, per che cosa se le attività nei tribunali sono sospese?
E la situazione sembra non migliorare. Dalla cassa di previdenza sono state messe a disposizione degli iscritti misure di emergenza che non sono fruibili da tutti e che non possono supplire alla perdita economica di questi mesi di blocco.
“Ma pensiamo anche ai disoccupati, ai lavoratori in nero, a colf e badanti, come porteranno avanti le loro famiglie? Che cosa s’inventerà il Presidente del Consiglio oltre al Decreto “Cura Italia”?
La stragrande maggioranza specie al sud è una famiglia mono reddito, chi darà da mangiare ai loro figli tra qualche tempo?” Questo è quanto espresso dall avv. Jessica Tassone del foro di Locri, civilista e impegnata nel sociale.
A questo punto l’epilogo è triste, dobbiamo prepararci anche ad una pandemia economica