Diritti umani
Diritti umani, Unicef in Iraq: 8mila famiglie con bambini senza tetto

In Iraq i livelli di violenza sono cresciuti, come i combattimenti, le esecuzioni di massa e le segnalazioni di rapimenti che hanno spinto centinaia di migliaia di persone a scappare dalle proprie case.
Roma, 3 luglio– L’UNICEF ha effettuato la prima distribuzione di aiuti umanitari di base a Sinjar, città nel Governatorato occidentale di Ninevah (in Iraq), per aiutare migliaia di persone scappate in questa zona negli ultimi giorni. “La situazione dei bambini è terribile”, ha dichiarato Marzio Babille, rappresentante UNICEF in Iraq, appena tornato da Sinjar. “C’erano oltre 8.000 famiglie, con centinaia di bambini che vivono in uno stadio, altri in santuari religiosi, che giocano tra le lapidi. Si sentono al sicuro qui, ma sono molto spaventati e confusi da questo brutale cambiamento della loro quotidianità”. La Missione di Assistenza delle Nazioni Unite per l’Iraq ha annunciato che a giugno nel paese sono stati uccisi circa 1.500 civili, il numero più alto registrato in un solo mese da sette anni a questa parte. Da quando i gruppi estremisti hanno preso parte al conflitto in Iraq, i livelli di violenza sono cresciuti, come i combattimenti, le esecuzioni di massa e le segnalazioni di rapimenti che hanno spinto centinaia di migliaia di persone a scappare dalle proprie case. Sinjar, una città di 35.000 persone situata a circa 190 chilometri da Erbil, è adesso rifugio per ulteriori 50.000 persone sfollate internamente, la metà dei quali sono bambini. Mentre molti sono insieme ai propri familiari, molte famiglie vivono in costruzioni del governo o fuori all’aperto, con poche protezioni dal caldo insopportabile e dal vento. L’accesso ai servizi di base come acqua, latrine è al limite. Lo scorso 29 giugno un convoglio dell’UNICEF è partito da Dojuk direzione Sinjar, dopo aver attraversato aree contese; l’UNICEF ha consegnato 24.000 litri di acqua potabile in bottiglie, 2.000 kit igienici, 1.300 taniche e 10 kit ricreativi per 500 bambini. Nel convoglio c’erano anche 150 kit ostetrici e 150 kit igienici per donne in gravidanza, forniti dall’UNFPA. “Questo è solo una parte di ciò di cui hanno bisogno queste famiglie, siamo impegnati per far sopravvivere i bambini; continueremo così, a fare tutto il possibile per aiutare i bambini dell’Iraq a superare un’altra crisi già traumatica”, ha concluso Babille.