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Arte & Cultura

Daria Masiero, dall’Oltrepo Pavese ai palchi di tutto il mondo

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Tempo di lettura: 3 minuti

Punta di diamante del canto lirico internazionale, Daria Masiero ha dedicato tutta la vita alla musica

Di Francesca Rossetti

Il soprano Daria Masiero, originaria di Frascarolo Lombardo (PV) è una delle punte di diamante del canto lirico internazionale, come ci racconta lei stessa.

Chi è Daria Masiero e come nasce la passione per il canto lirico?

Prima di tutto sono una donna, una mamma ed un’artista che ha dedicato la sua vita alla musica; ancora bambina (6 anni) avevo un sogno nel cassetto, diventare una cantante lirica!

Mi ritengo una donna fortunata perché ho fatto di un sogno una passione ed alla fine un lavoro che mi ha fatto girare il mondo e conoscere persone speciali.

Ora  sono soprattutto una mamma che vuole condividere ogni momento con la propria famiglia. Come dico sempre: ho dato la mia vita alla musica ora è tempo di prendermi spazio e tempo con essa ed il mio bambino che ha solo 16 mesi.

La parentela con Lauretta Masiero…

 Era prima cugina di mio padre, papà mi raccontava che da bambini  giocavano assieme. Ahimè non ho avuto la possibilità di conoscerla personalmente ma ancora una volta mi ritengo fortunata ed onorata di essere parte della vita di un’ artista immensa come lei.

Grandi Maestri che l’hanno seguita e modelli ai quali si ispira

Ho lavorato con Maestri e colleghi straordinari ed  ognuno di loro mi ha lasciato qualcosa, basta avere l’umiltà di saper ascoltare e l’intelligenza di capire ciò che è giusto o sbagliato quando vengono dati consigli.

I maestri con i quali ho studiato  quando ancora ero una ragazza mi hanno seguita e fatta crescere come fossi una creatura da plasmare. Riconoscevano il talento ed hanno perseguito la strada più giusta per centrare l’obiettivo, cioè essere un’ARTISTA.

Quali sono le doti per avere successo nel canto lirico e quali difficoltà presenta rispetto al canto tradizionale?

Ovviamente bisogna avere la voce, musicalità, intonazione, presenza scenica. Il resto lo si impara con lo studio: esercizi quotidiani di tecnica vocale, imparare a memoria pagine e pagine di musica, conoscere i personaggi che si andranno ad affrontare, preparazione fisica e nozioni storiche. È un lavoro lungo ma assolutamente appassionante.

Ho sempre amato la contaminazione, da ragazza ho cantato musica pop per diversi anni, la musica quando è fatta bene e’ tutta bella ed emozionante. Grazie a questa esperienza ora posso insegnare e preparare con facilità anche cantanti liric-pop, alcuni dei miei allievi come Alberto Urso o le LadieSoprano stanno facendo una carriera meravigliosa.

Episodi particolari vissuti…

Un paio sono rimasti storici.

Prima prova musicale di Otello alla Scala con il M. Muti, seduta tra Domingo e Nucci ed altri illustri colleghi. Immaginate una ragazzina che arriva da un piccolo paese, piena di sogni e di amore; iniziamo la prova ed io ero talmente emozionata quasi da non riuscire ad emettere un suono. Il Maestro, uomo di intelligenza rara, capisce immediatamente e con la sua grande ironia mi guarda, abbassa gli occhiali e mi dice: “Non si preoccupi, in questo momento Lei è come Gesù Cristo in mezzo ai due ladroni!” Siamo scoppiati tutti a ridere ed in un lampo l’emozione si è tramutata in felicità.

Altro episodio al Sydney Opera House: iniziamo prove di regia di Tosca, atto secondo scena della  morte di Scarpia: mi presentano il maestro d’armi di Russell Crowe il quale lo aveva preparato per il film il Gladiatore! Mi dico “ No vabbè non è possibile che meraviglia!” Le prove andarono benissimo, la scena dell’accoltellamento era talmente veritiera che mio marito l’indomani mi disse che non mi avrebbe fatto più usare un coltello in casa!!!

Cosa cerca di trasmettere con il canto lirico, quale messaggio cerca di mandare al pubblico che La segue?

Opera è emozione, ciò che conta per me è emozionare. Durante l’esibizione sogno di prendere la mano di ogni spettatore ed accompagnarlo in questo straordinario viaggio musicale, per fargli vivere l’infinita umanità ed ingenuità di Madama Butterfly, l’amore e passione di Tosca, la semplicità di Mimì, la forza della determinazione, l’amore, la fragilità  delle eroine Verdiane.

Una canzone che amo follemente ha come titolo “L’emozione non ha voce” orbene io vorrei dare all’emozione la mia voce.

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