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Dalla sentenza CEDU sulla “Terra dei fuochi” al nesso di causalità: un positivo esempio di collaborazione tra cittadini e istituzioni

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La sentenza CEDU (30-01-2025) che condanna l’Italia a provvedere con urgenza a tutelare la salute dei cittadini in Campania, è la punta di un iceberg utile per tutti quei territori italiani soffocati dalle presenze mortifere di discariche, fumi, polveri sottili, sostanze cancerogene e rifiuti speciali non tracciati.

di Antonio Virgili – Vicepresidente Lega Italiana dei Diritti dell’Uomo – LIDU

Se cittadini attivi e istituzioni collaborano, la qualità della vita e della salute migliorano per tutti. Lo sta dimostrando la articolata rete di collaborazione che si è coagulata a Napoli e in Campania per far fronte agli aggressivi e mortiferi attacchi alla salute dei cittadini.  Associazioni di cittadini in difesa della salute nei propri luoghi di vita, forze dell’Ordine, Magistratura, medici sensibili alla reale prevenzione più che alle terapie, ricercatori e scienziati di vari settori disciplinari, avvocati, enti locali e Istituzioni se e quando provano a collaborare possono ottenere risultati positivi insperati.

La sentenza CEDU (30-01-2025) che condanna l’Italia a provvedere con urgenza a tutelare la salute dei cittadini in Campania, è la punta di un iceberg utile per tutti quei territori italiani soffocati dalle presenze mortifere di discariche, fumi, polveri sottili, sostanze cancerogene e rifiuti speciali non tracciati.  Territori che coinvolgono molte regioni italiane, a Sud come a Nord.  Lo sottolinea la presenza a Napoli, in occasione della importante riunione caparbiamente promossa dal generoso e valoroso Dr. Antonio Marfella, epidemiologo e oncologo, di una rappresentanza di associazioni di Brescia e della Lombardia, altro territorio martoriato, dove si sono registrate morti da tumore superiori alla media.

L’incontro ha avuto luogo, lunedì 17 marzo, negli affascinanti locali dello storico Gran Caffè Gambrinus e ha registrato la presenza di relatori ed esperti di rilievo internazionale, che si sono confrontati con coloro che possono materialmente intervenire con azioni di repressione e prevenzione sul territorio. Come ha sottolineato il Prefetto di Napoli, quando i cittadini diventano attive sentinelle del territorio lo stesso lavoro delle istituzioni e degli organi di polizia risulta più spedito ed efficace, attivando una collaborazione virtuosa nell’interesse della salute di tutti.

Il Dr. Antonio Marfella, che da oltre venti anni si dedica con grande passione a promuovere azioni concrete di prevenzione primaria, ha animato e coordinato l’incontro con la usuale precisione e ricchezza di dati epidemiologici.  Importante la definizione di alcuni passi successivi, infatti quando, come è già possibile in diversi casi, si definiscono con precisione i nessi di causa ed effetto tra sostanze ambientali e gravi patologie mediche, sono possibili mirate azioni legali di risarcimento. Ciò costituirà un ulteriore deterrente nella azione di blocco e sanzione delle attività (legali ed illegali) che mettono a rischio crescente la salute delle persone, ma anche uno stimolo forte per quegli enti che dovrebbero realizzare dei controlli e delle verifiche sul territorio ma non le realizzano.

Molte persone non si ammalano di cancro per stili di vita sregolati o per il fato, ma si ammalano e muoiono per la presenza di precise sostanze che qualcuno ha rilasciato o disperso nell’ambiente, e di altri che avrebbero dovuto impedire ciò e non lo hanno fatto, prefigurando precise responsabilità civili e penali -oltre che morali e sociali- per gli uni e per gli altri. Essere concreti ed efficaci con la prevenzione è essenziale, o ci saranno crescenti azioni di danno e risarcimento.

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