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Catalogna: inizia il processo contro i separatisti. Sale la tensione nel governo spagnolo che rischia di cadere.

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La corte suprema spagnola ha svolto la prima udienza che vede accusati 12 indipendentisti catalani del reato di “ribellione”. L’evento ha diviso l’elettorato del premier iberico  Sánchez che potrebbe dimettersi.

Martedì, la Corte Suprema spagnola, ha svolto la prima udienza del processo che vede accusati 12 membri dell’ex governo separatista catalano, che, il 1 ottobre del 2017, aveva indetto un referendum per l’indipendenza della Catalogna dalla Spagna. Il governo iberico, considerando il referendum illegittimo ne ha impedito lo svolgimento  con un imponente dispiegamento di polizia, che ha rischiato di trascinare il Paese verso la guerra civile. Al termine dell’operazione, i 12 politici catalani, colpevoli dell’atto secessionista, sono stati arrestati con le accuse di ribellione, sedizione, disobbedienza e malversazione. Tra gli imputati a rischiare la pena più alta, 27 anni di reclusione, è il leader del   “Partito Repubblicano” separatista, il catalano Oriol Junqueras. Mentre sugli altri accusati pende una condanna che va dai 16 ai 17 anni di carcere. I 12, però, hanno sempre proclamato di essere “prigionieri politici” del governo spagnolo che, secondo i separatisti, “ha impedito ai catalani di esprimere democraticamente la loro volontà”. Il governo della Catalogna sostiene che, il 1 ottobre del 2017, la maggior parte dei votanti al referendum si sia espresso con il “si” all’indipendenza dalla Spagna, mentre il governo spagnolo dichiara l’esatto contrario.

A due anni di distanza dal “referendum illegale”, le relazioni tra il Paese iberico e la sua regione, la Catalogna, appaiono sempre più tese, anche a causa dell’incertezza politica dominante in Spagna. Alcuni giorni fa, il premier spagnolo  Pedro Sánchez ha espresso la possibilità di indire nuove elezioni anticipate ad aprile prossimo. Negli ultimi giorni  Sánchez è stato duramente criticato in patria per il suo atteggiamento “accondiscendente”  verso il governo separatista catalano, con cui il premier spagnolo ha cercato di trovare una soluzione diplomatica alla crisi, ma senza successo.  Sánchez, in qualità di primo ministro spagnolo, ha il potere di concedere l’amnistia e, per tale ragione, il governo catalano auspica che questo privilegio venga concesso ai 12 politici indipendentisti sotto processo. La richiesta ha messo Sánchez di fronte a un vicolo cieco.  Se il premier spagnolo concedesse l’amnistia, verrebbe tacciato di “debolezza” dal suo elettorato, mentre, se si rifiutasse di assecondare il governo catalano, quest’ultimo potrebbe negare il suo sostegno alla prossima riforma finanziaria, che la Spagna si prepara ad approvare. In tal caso, la manovra economica si ritroverebbe priva di coperture e   Sánchez sarebbe costretto a dimettersi. Di tutte le regioni iberiche, la Catalogna è la più ricca, in quanto produce il 19% del PIL e contribuisce per il 23% all’export nazionale. Inoltre, la Catalogna attira il 26% dei turisti che annualmente visitano la Spagna.

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