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Attualità

Cassibile, rinviato il sequestro del presepe di cartapesta più grande d’Italia

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Il presepe di cartapesta di Cassibile, la cui tradizione è portata avanti dal socio fondatore e presidente dell’associazione “Gruppo Cartapesta” Vincenzo Cianci, mercoledì ha rischiato di chiudere i battenti, poiché ne è stato disposto il sequestro, rinviato all’11 luglio. Nel frattempo, si moltiplicano gli appelli e la solidarietà per un bene che ha ricevuto riconoscimenti anche dallo storico dell’arte Paolo Giansiracusa.

Una vicenda che non smette di destare stupore e delusione tra i cittadini della città di Siracusa e non solo, quella del presepe di cartapesta di Cassibile, il più grande d’Italia, condannato ad un futuro incerto a causa della momentanea indifferenza dell’amministrazione comunale aretusea. Un problema, che la nostra testata aveva evidenziato a gennaio: https://thedailycases.com/cassibile-il-presepe-di-cartapesta-piu-grande-ditalia-rischia-di-scomparire/.

Ebbene, ci sarebbero degli sviluppi. Mercoledì era stato disposto, con apposizione di sigilli, il sequestro dell’area, che accoglie l’opera curata e portata avanti da Vincenzo Cianci, procedura che però non è stata portata a termine per il riscontro da parte dell’ufficiale giudiziario, dopo un giro di ispezione, di incongruenze nei documenti rilasciati dalla controparte, comportando il rinvio in data 11 luglio. Un’opera d’arte a grandezza naturale, finanziata con i soldi dell’amministrazione comunale, per poi essere dimenticata dallo stesso. Il suo travaglio ha inizio a gennaio 2017, a seguito di una lite tra i proprietari del fondo e il signor Cianci. In seguito il Comune ha disposto il verbale di infrazione urbanistica a seguito di controlli da parte dell’ Ufficio Tecnico che ha riscontrato in loco una serie di infrazioni a causa delle quali è stato disposto l’ordine di ripristino dei luoghi. A febbraio 2017 viene emessa l’ordinanza di demolizione per abusivismo. Dopo l’emissione della suddetta ordinanza il signor Cianci, richiede l’assegnazione per novantanove anni del diritto di superficie di un lotto di terreno del Comune di Siracusa mai ricevuto. Il signor Cianci, pertanto, procede alla demolizione del Presepe ricostruendolo su ruote, ma nonostante ciò, a seguito dell’accertamento della Polizia Municipale del dicembre 2018 viene emesso il verbale di inottemperanza alla demolizione da parte del Comune di Siracusa con l’irrogazione di una sanzione amministrativa. Il 7 marzo 2019 si ha l’archiviazione del procedimento penale a carico del signor Cianci da parte della Procura di Siracusa con le dichiarazioni della Polizia Municipale per assenza di abusivismo edilizio. Nonostante l’archiviazione, i proprietari del fondo hanno comunque ottenuto il sequestro dell’area dove sorge il Presepe dal Tribunale di Siracusa.

Vane sono state le richieste fatte dal signor Cianci, nel tentativo di poter risvegliare l’amministrazione, per poter preservare l’opera, attrazione di scolaresche e turisti provenienti da ogni parte d’Italia. Più volte ha ribadito di voler rispettare le disposizioni della legge, ma di non accettare il fatto che il Comune non faccia nulla e di conseguenza, continua a vivere con la paura di non poter avere la certezza che il presepe possa continuare ad esistere per le generazioni future quando lui non ci sarà più. Non resta che attendere un intervento tempestivo dell’amministrazione comunale per un’opera che, ha ricevuto riconoscimenti anche dallo storico dell’arte Paolo Giansiracusa nel lontano 2015, quando il presepe ha rischiato di scomparire a causa di un incendio: “Vincenzo Cianci” dice lo storico “Con il suo presepe monumentale, attrazione di Cassibile e di tutto il comprensorio della Sicilia Orientale, ha compiuto un lavoro antropologico degno della grande tradizione incarnata da Giuseppe Pitré ed Antonino Uccello […]. “C’era nelle espressioni delle figure, nella gestualità dei personaggi, un citazionismo colto che risvegliava nella memoria del visitatore esempi alti della cultura artistica europea. Le tecniche esecutive applicate non erano dissimili da quelle degli scultori-scenografi teatrali”.

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