Attualità
Caso Kazakistan: rischio crisi diplomatica per espulsione moglie di Ablyazov
Perché il ministero degli Interni ha autorizzato il rimpatrio di Salabayeva e Alua, moglie e figlia del dissidente kazako Mukhtar Ablyazov?
Roma, 10 luglio – Il ministro dell’Interno e segretario del Pdl, Angelino Alfano, il 29 maggio scorso ha autorizzato un’operazione che ha portato al rimpatrio forzato di Alma Salabayeva e Alua, moglie e figlioletta di 6 anni di Mukhtar Ablyazov, dissidente kazako e strenuo oppositore del dittatore Nursultan Nazarbayev, in esilio a Londra dal 2009. Le due donne sono state prelevate nella loro abitazione di Casal Palocco – Roma, da una cinquantina di uomini armati della Digos con l’accusa di avere passaporti falsi. La moglie di Ablyazov è stata portata nel Cie di Ponte Galeria, poi, insieme alla figlia, il 31 maggio è stata imbarcata su un volo privato per il Kazakistan.
Ma per il Tribunale di Roma i documenti erano in regola e l’espulsione non andava autorizzata soprattutto perché la stessa Salabayeva aveva più volte invocato il diritto all’asilo politico .
Il governo non risulta essere stato informato dell’operazione ed il ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri ammette di aver ricevuto da Alfano informazioni fuorvianti, tanto che dopo aver sostenuto che l’espulsione era “avvenuta secondo le regole”, ora chiede chiarimenti. Dopo l’atto di denuncia di Ablyazov, il Presidente del Consiglio Enrico Letta pretende spiegazioni anche perché il rischio è una crisi diplomatica, visto che è stato violato il Testo Unico Immigrazione, secondo cui nessuno e per nessuna ragione può essere rimandato verso uno Stato in cui rischia di subire persecuzioni.
L’Unhcr, l’agenzia Onu che si occupa dei rifugiati, ha sollevato pesanti critiche per la violazione delle regole in materia di rifugiati”L’Italia potrebbe aver violato il Testo unico immigrazione e la Convenzione europea dei diritti dell’uomo, secondo le quali nessuno può essere in nessun caso rimandato verso uno Stato in cui rischia di subire persecuzioni, trattamenti disumani o degradanti”.
Pesante anche la sentenza emessa dal Tribunale di Roma sulla vicenda: “Lascia perplessi la velocità con cui si è proceduto al rimpatrio in Kazakhstan della indagata e della bambina, congiunti di un rifugiato politico, in presenza di atti dai quali emergevano quantomeno seri dubbi sulla falsità del documento”. He poi è risultato autentico. I media internazionali si sono scatenati gridando allo scandalo, accusando le autorità italiane di non aver valutato le conseguenze che questo rimpatrio forzato potrebbe avere: due preziosi ostaggi nella mani del dittatore kazaco da usare contro il suo nemico principale, Ablyazov. La moglie del dissidente appena atterrata ad Astana è stata filmata e fotografata mentre piangeva e da un mese è ai domiciliari insieme alla piccola Alua.