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Siria, continua l’esodo di mujaheddin da Tunisia e Libia

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siria Anche dall’Italia partono volontari per combattere una guerra che non è la loro. 

Roma, 10 luglio – Il Ramadan  non ferma  i flussi di jihadisti verso la Siria.  Le arringhe di imam salafiti, quasi sempre autoproclamatosi tali, convincono giovani maghrebini ad intraprendere un viaggio soprattutto da Libia e Tunisia, quasi sempre senza ritorno, per combattere una guerra che, in fondo, non è la loro. Il regime di Bashar Al Assad sembra reggere i colpi inferti dalle varie milizie, godendo ancor più dell’incondizionato appoggio di Hezbollah e dell’Iran.

La filiera di reclutamento con base in Italia è da qualche tempo al centro dell’ attenzione dei nostri servizi di intelligence. Dalla morte di Giuliano Del Nevo pare che le basi di proselitismo e successivo invio di volontari in Siria siano germogliate all’improvviso. Accanto  a ciò compare il fenomeno dei matrimoni temporanei,  Jihad al Nikah, una pratica in disuso da decenni ma riesumata, ultimamente, nei territori della Jihad in favore dei  mujaheddin (soldati sacri). E’ uno degli escamotage con il quale il guerrigliero credente, può ottenere di avere rapporti sessuali con una donna a patto che la sposi ufficialmente. anche solo per la durata di un incontro sessuale. A fronte di ciò le ragazze, spesso in gravidanza, al loro ritorno a casa vengono disconosciute dalla famiglia d’origine ed i loro figli non usufruiranno della patria potestà di un padre sia pur temporaneo. I soli salafiti senza scrupoli sostengono la liceità di questa pratica. Di fronte a ciò le organizzazioni umanitarie poco possono per tutelare ragazze indottrinate e rese schiave di usanze che poco hanno a che fare con il vero Islam.

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