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Bibbiano dopo la tempesta social: il punto sui silenzi e i commenti su inchiesta “Angeli e Demoni”
E’ stato giusto tacere del tutto su una vicenda colma di indicibili orrori solo per evitare la diffusione delle gogne mediatiche sui social e sui media in generale? La chiarezza e l’impegno della magistratura è la richiesta garbata ma decisa della Lidu onlus, qualunque il colore politico dei colpevoli. La tutela dei bambini è la difesa della costruzione del futuro stesso
Gli innumerevoli commenti (ma forse soprattutto i mancati commenti) espressi sui social dalla classe politica in merito alla recente inchiesta “Angeli e Demoni” di Bibbiano hanno generato persino accuse di calunnia, il “venticello” che, come afferma Don Basilio nel Barbiere di Siviglia, sussurra parole fra la gente diffondendo fake news da sempre.
Dal mare magnum dei tanti “Parlateci di Bibbiano” emerge ancora la risposta-querela appunto per diffamazione del segretario del Pd Nicola Zingaretti contro il vicepremier Luigi Di Maio, responsabile di aver etichettato il Pd come il “Partito di Bibbiano” ben prima di una definitiva sentenza giudiziaria sul tema, e di aver commentato più volte con sdegno veemente il discutibile, costante silenzio della sinistra al riguardo.
A questo punto sorge spontaneo chiedersi: è stato giusto tacere del tutto su una vicenda colma di indicibili orrori solo per evitare la diffusione delle gogne mediatiche e di dettagli morbosamente falsi – come l’uso delle scosse elettriche per indurre il lavaggio del cervello nei bambini dati in affido – sui social e sui media in generale? In un momento storico in cui tutto questo è comunque inarrestabile, la risposta molto probabilmente è un “no”, senza contare che si tratta di reati in grado di imprimere un’impronta più che indelebile sulle piccole vittime.
Il comportamento del Partito Democratico avrà pure aggirato la “strumentalizzazione politica” della vicenda, ma ha suscitato anche tante perplessità a cominciare dagli stessi elettori di sinistra, per molti dei quali si starebbe sottovalutando la gravità dei fatti riportati.
Effettivamente davanti a una tale, impressionante serie di violenze contro oltre 100 vittime (per non parlare delle famiglie coinvolte), sarebbe stato opportuno se non altro un commento pubblico che allontanasse qualsiasi sospetto nei confronti dell’amministrazione dem alle spalle dei casi, resi noti alle autorità nelle (per ora) 277 pagine dell’inchiesta.
Invece (purtroppo per il Pd), il sindaco dem Andrea Carletti è accusato di reati pesanti (soprattutto visti i rapporti interpersonali con alcuni dei protagonisti della vicenda, come l’assistente sociale Federica Anghinolfi): si tratta di abuso d’ufficio e falso ideologico, per aver violato le norme sull’affidamento dei locali de “La Cura” dove si svolgevano le sedute terapeutiche (pagate per altro 135 euro l’ora, un prezzo ben superiore alla media dei 60-70 tipici di una seduta di psicoterapia), e per aver determinato un ingiusto vantaggio economico omettendo di effettuare la procedura ad evidenza pubblica “per l’assegnazione del servizio di psicoterapia avente un importo superiore a 40.000 euro” alla onlus torinese “Hansel e Gretel”.
Il direttore di quest’ultima è l’indagato Claudio Foti, accusato di frode processuale per aver manipolato una paziente minorenne costringendola a ricordare un abuso mai subito, e di concorso in abuso d’ufficio.
Allo stato attuale Foti è stato scarcerato dal Riesame (anche se ha l’obbligo di firma), che ha ritenuto flebili gli indizi di colpevolezza.
Nel frattempo l’inchiesta andrà avanti, ci auguriamo in un clima più civile e rispettoso in primis delle numerose vittime meritevoli di giustizia al di là di qualsiasi colore o schieramento politico.
La Lidu Onlus, nella persona del Presidente Eugenio Ficorilli, ribadisce la sua gratitudine per l’impegno della magistratura a tutela dei minori e si augura che tutte le forze politiche adottino le misure necessarie al fine di evitare il ripetersi di tali, indegni accadimenti.