Diritti umani
William Kemmler, primo giustiziato per elettrocuzione, fu la pedina di un gioco più grande
Alla fine dell’800 in Usa la pena di morte avveniva per impiccagione, fucilazione e ghigliottina. Con l’avvento della corrente elettrica si pensò di comminare tale pena mediante scarica elettrica. William Kemmler fu il primo condannato a subirla e il metodo dimostrò da subito la sua crudeltà
Se nel 1889, negli Stati Uniti, uccidevi qualcuno a colpi d’accetta e ti beccavano, la conclusione era una sola: pena di morte. A questa venne condannato William Kemmler, 28 anni, venditore ambulante alcolizzato, che finì proprio a colpì d’accetta la sua compagna, Matilda Ziegler.
Considerato che il sistema dell’iniezione letale arrivò solo un secolo dopo, c’erano poche alternative a disposizione del boia: impiccagione, fucilazione e ghigliottina. Tre metodi sicuramente rapidi ed efficaci, ma considerati, già allora, barbari dall’opinione pubblica, tanto che in Alabama si cercava già da tempo una forma di esecuzione più “umana”.
Fu così che il giovane Kemmler entrò, senza volerlo, a far parte di un gioco più grande di lui. Una sfida che vedeva avversari nientemeno che Thomas Alva Edison e George Westinghouse. I due erano ben lungi dal voler applicare le loro scoperte a una macchina della morte, in quanto si stavano dando battaglia sul controllo del neonato mercato dell’elettricità statunitense. Edison, già allora noto inventore e creatore della lampadina elettrica a incandescenza, sosteneva la validità dell’utilizzo della corrente continua o diretta (DC), nell’illuminazione civile. Westinghouse, imprenditore con all’attivo lo sviluppo del freno a pistone per i treni, all’opposto, puntava tutto sulla più efficiente corrente alternata (AC). Unico problema della corrente continua di Edison era, infatti, la necessità di numerosi e rumorosi generatori da posizionare in giro per la città, così da poter portare la corrente anche a molti isolati di distanza, limite che non aveva il sistema della corrente alternata, in grado di estendersi anche per grandi distanze con l’ausilio di un minor numero di generatori, situabili di conseguenza lontano dalle orecchie degli abitanti.
La lotta tra i due colossi, che ben presto iniziarono a spartirsi l’illuminazione nelle varie città americane, divenne tanto agguerrita che si ricorse anche a colpi bassi, soprattutto da parte di Edison. Il sistema scelto dall’inventore fu quello di denigrare il metodo del concorrente, tentando di dimostrare al grande pubblico quanto la corrente alternata potesse essere pericolosa, tanto da essere in grado di uccidere un uomo. Edison fece quindi diverse dimostrazioni di folgorazioni, a puro beneficio della stampa, inducendo la morte per folgorazione da corrente alternata a cavalli e altri animali, spacciando tali dimostrazioni come esperimenti scientifici ma, di fatto, screditando “scientificamente” la scelta dell’avversario.
Fu in questo clima che venne rispolverato dalla Commissione per le Esecuzioni Umane un’idea di pochi anni prima: Alfred Southwick, dentista americano, cogliendo spunto dalla notizia della morte accidentale per folgorazione istantanea di un impiegato della Brush Electric Light, aveva sottoposto a un cliente senatore (che la girò a sua volta a David Hill, governatore dello Stato di New York) l’idea di un nuovo metodo per giustiziare i pregiudicati che risultasse meno brutale di quelli fino ad allora utilizzati: l’idea della sedia e della corrente elettrica la ebbe Southwick, dunque, pur non avendo trovato alcun riscontro dal parte dei piani alti della politica.
Passò qualche tempo e la Commissione chiese proprio a Edison, la mente più nota dell’epoca, di fornire qualche dato sulla fattibilità di tale progetto. L’inventore, contrario alla pena di morte, inizialmente rifiutò di collaborare, ma in seguito si rese conto che ciò che stava cercando da tempo gli era stato offerto su un vassoio d’argento: il modo per dimostrare che la corrente alternata di Westinghouse fosse in grado di uccidere un uomo. Il modo per screditarla definitivamente.
Edison, quindi, non solo fornì dati che dimostravano che la corrente alternata fosse l’unica e la più adatta allo scopo di rendere meno brutali le esecuzioni, ma progettò letteralmente la sedia elettrica, il cui primo prototipo fu pronto nel 1887: una sedia di legno, cui furono aggiunte fibbie di cuoio per trattenere braccia e gambe dei condannati ed elettrodi da posizionare sul capo e sul polpaccio, entrambi da rasare per fare passare la corrente, utilizzando il corpo umano come conduttore. Nell’anno successivo, il 1888, lo Stato di New York ne approvò l’impiego.
William Kemmler fu arrestato, come detto, nel 1889, e il destino volle che fu lui a ottenere il triste primato di primo condannato a morte per elettrocuzione nella storia. Il 6 agosto del 1890, alla presenza di 17 persone tra medici e giornalisti in qualità di testimoni, Kemmler fu condotto nella camera delle esecuzioni dove troneggiava la sedia elettrica. I testimoni dissero in seguito che il condannato pareva calmo, forse perché le rassicurazioni su una morte indolore e istantanea lo avevano rassicurato, nonostante tutto, tanto da proferire le seguenti ultime parole: “Fate con calma e fatelo bene. Non ho alcuna fretta”.
Il generatore fu caricato dal boia con 1.000 volt, ritenuti sufficienti (anche sulla base dei dati forniti da Edison) a indurre la morte cerebrale e l’arresto cardiaco. Il sistema che doveva garantire una morte rapida, indolore e più “umana” si trasformò però in qualcosa di diverso. Durò 17 secondi la scarica elettrica, in seguito alla quale il dotto Edward Charles Spitzka, accertò la morte del condannato. Nonostante questo, alcune persone notarono che l’uomo respirava ancora, e allora fu ordinata una seconda scarica, questa volta di 2.000 volt. Ci furono testimoni che affermarono di aver visto il corpo prendere addirittura fuoco, ma questa dichiarazione fu presto smentita, mentre furono certe le atroci sofferenze e le urla strazianti di Kemmler, oltre che il forte odore di carne bruciata che pervase la stanza e la volontà di alcuni dei presenti di voler fuggire da quella scena tanto macabra e tutt’altro che umana.
Otto minuti durò il tutto, un procedimento che di rapido e istantaneo ebbe, dunque, ben poco. Un testimone lo definì “Uno spettacolo orribile, terrificante in confronto all’impiccagione”. Lo stesso Westinghouse in seguito affermò: “Sarebbe stato meglio se avessero usato un’ascia”.
Questa fu la prima di una lunga serie di condanne per elettrocuzione, che durarono fino agli anni ’80, periodo in cui furono progressivamente sostituite con l’ennesimo metodo “più umano”, l’iniezione letale.
La battaglia per l’elettricità, vinta infine e nonostante tutto, da Westinghouse e dalla sua (e ormai anche nostra) corrente alternata, si è trasformata nel tempo in una battaglia per i diritti degli uomini, dei peggiori tra gli uomini in questo caso, che ha raggiunto però solo in parte l’obiettivo prefissato. Se l’utilizzo della sedia elettrica, negli Stati Uniti, è stato ormai definitivamente abolito, è infatti pur vero che la pena di morte rimane ancora in vigore in 23 stati, che ne fanno uso più o meno regolarmente.