Diritti umani
UNICEF/Terremoto Nepal: ritorno a scuola per 14.000 bambini

L’UNICEF lavora con il Ministero dell’Istruzione e altri partner per riportare i bambini a scuola il prima possibile, garantendo allo stesso tempo luoghi sicuri in cui apprendere e sostengo psicologico
Roma , 31 maggio – Per la prima volta dopo cinque settimane, in Nepal circa 14.000 bambini stanno tornando a scuola in spazi temporanei per l’apprendimento. Le scuole che stavano frequentando sono state distrutte o gravemente danneggiate nei due terremoti che hanno colpito il paese. Per il primo giorno di scuola, i bambini dei distretti più duramente colpiti in Nepal hanno ricevuto materiali didattici, kit ricreativi e per la prima infanzia forniti dall’UNICEF e dai suoi partner. Questo è un primo passo in avanti per i bambini, dato il livello di distruzione delle strutture scolastiche nei distretti più colpiti dal sisma. Sono previsti ulteriori impegni per riportare velocemente a scuola quanti più bambini. “È dimostrato che, dopo una catastrofe, quando i bambini non frequentano le scuole per un periodo prolungato di tempo hanno sempre meno possibilità di tornare in classe,” ha dichiarato Tomoo Hozumi, Rappresentante UNICEF in Nepal. L’UNICEF lavora con il Ministero dell’Istruzione e altri partner per riportare i bambini a scuola il prima possibile, garantendo allo stesso tempo luoghi sicuri in cui apprendere e sostengo psicologico:
- Più di 100 squadre di tecnici ingegneri sono al lavoro nei distretti colpiti per raccogliere dati sui danni e identificare le classi sicure o meno. Sono state già effettuate verifiche in oltre 1.230 strutture scolastiche.
- Sono stati costruiti 137 Spazi Temporanei per l’Istruzione per circa 14.000 bambini nei 16 distretti più colpiti dai due terremoti.
- Sono stati formati 1.142 insegnanti per il sostegno psicologico ai bambini, messaggi salvavita sulla preparazione ai disastri, sulla salute, sull’igiene e sulla protezione.
- Il 58% di quanto pianificato per le attrezzature didattiche è in fase di distribuzione da parte dell’UNICEF.
- Nell’ambitodella campagna di comunicazione attraverso i media, vengono trasmessi messaggi sull’iniziativa “Back to school”, focalizzando l’attenzione all’importanza dell’istruzione nelle emergenze, alla sicurezza, alla possibilità di accesso per tutti e al ruolo dei genitori e delle comunità.
- C’è ancora molto da fare per 985.000 bambini che non sono potuti tornare a scuola oggi, perché corrono grandi rischi di abbandonare gli studi. A causa dei due terremoti 32.000 classi sono state distrutte e 15.352 danneggiate.
“Continueremo a costruire spazi temporanei per l’apprendimento il più velocemente possibile così che nessun bambino resti fuori dalle scuole. Allo stesso tempo, stiamo incoraggiando le famiglie a mandare i propri figli nelle scuole valutate sicure e stiamo chiedendo alle comunità il loro supporto alla campagna Back to School”, ha dichiarato Hozumi. Secondo l’Education Cluster, gruppo di lavoro per l’Istruzione che comprende il Governo, l’UNICEF e tutti gli altri operatori umanitari che lavorano nel settore, sono necessari 24,1 milioni di dollari per concludere la valutazione strutturale delle 7.800 scuole; costruire 4.668 spazi temporanei per l’apprendimento, garantire l’insegnamento, l’apprendimento e kit ricreativi e didattici per 1 milione di bambini e formare 19.568 insegnanti e facilitatori per il sostegno psicosociale e sui messaggi salvavita. “L’istruzione non può aspettare – sopratutto là dove si è verificata una catastrofe come il terremoto in Nepal,” ha dichiarato Hozumi. “La ricostruzione di migliaia di scuole sarà senza dubbio una priorità nella fase di ripresa, ma se non garantiamo adesso almeno una soluzione temporanea, corriamo il rischio di perdere molti bambini che potrebbero beneficiare dei nostri sforzi per ricostruire un nuovo sistema scolastico.”