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Diritti umani

Un 8 Marzo angosciato dall’emergenza del Coronavirus, senza manifestazioni per evitare il contagio

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L’emergenza sanitaria che stiamo vivendo per il covid-19 ha annullato feste e festini per l’8 marzo. Ma in realtà ogni anno dovremmo ricordare il motivo di questa ricorrenza ed investire in politiche al femminile ed in cultura

di Benedetta Parretta

Seguendo le statistiche dei femminicidi e della violazione dei diritti delle donne, dovremmo interrogarci e chiedere tutte insieme conto allo Stato che non ha mai preso un impegno serio e concreto.

È importante ricordare le lotte che le donne hanno   portato avanti prima di noi, a cominciare dalle tre sorelle Mirabal che decisero negli anni cinquanta di ribellarsi con decisione, lottando attivamente contro la dittatura in repubblica dominicana, un grande esempio per il coraggio dimostrato pagato con la loro stessa vita. Dobbiamo alla loro memoria l’istituzione della Giornata internazionale contro la violenza alle donne che ogni anno si celebra il 25 novembre.

Ma c’è ancora molto da fare.

Mancano le tutele nell’occupazione, l’adeguamento dei salari a quelli maschili e nei ruoli apicali.

È inaccettabile che ancora oggi le donne subiscono le più grandi violenze nei tribunali, sono sempre più numerose coloro che denunciano pubblicamente di aver perso l’affidamento dei figli o di vivere sotto la continua minaccia di perderne l’affidamento proprio quando chiedono aiuto allo Stato per aver subito violenza.

È vergognoso che le donne vittime di violenza e i minori non abbiano diritti e percorsi agevolati.

Scandaloso, che nel mondo delle donne “sole”, le vedove, le divorziate e le ragazze madri siano spesso abbandonate dallo Stato.

Viviamo in un tempo in cui le istituzioni tra i pregiudizi e gli stereotipi indeboliscono sempre di più la figura femminile. Una donna che subisce violenza e denuncia non deve subire anche possibili attenuanti che mitighino il reato in maniera discriminatoria. Non vogliamo mai più sentire un giudice o un pubblico ufficiale all’indomani di uno stupro chiedere alla donna vittima: ma lei come era vestita?

“I diritti delle donne sono una responsabilità di tutto il genere umano, perché solo avendo rispetto della donna che è anche madre e compagna si può migliorare l’umanità” (Kofi Hannam).

Tra le attiviste dei diritti delle donne, che si sono battute e hanno pagato caro il loro coraggio col prezzo della loro vita vogliamo ricordare: Isabel Cabanillas (messicana), Hevrin Khalaf (siriana), Mariella Franco (brasiliana), Franca Viola (italiana); sarebbe impossibile elencarle tutte, ma è fondamentale ricordare queste donne “simbolo” per ricordare anche tutte quelle che sono state dimenticate, che sono state solo nomi sui giornali e un dolore atroce solo per i familiari.

In questa giornata è sbagliato ridurne il valore con festini e spogliarellisti, deve rimanere un momento di memoria e un invito alle prossime battaglie per i diritti delle donne investendo in coraggio, forza e dignità. Ma soprattutto in cultura, perché solo chi sviluppa la propria conoscenza può imparare a rispettare la dignità altrui, di qualsiasi sesso o etnia.

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