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Diritti umani

Tutto quello che comunichi potrà e verrà usato contro di te

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Il sistema globale, si sta trasformando in una dittatura delle informazioni, in grado di affermare le regole più spietate colpendo e annientando i singoli.

Ma perché tenere una rubrica su tecnologia e diritti umani? La risposta è semplice: Il sistema globale, si sta trasformando in una dittatura delle informazioni, in grado di affermare le regole più spietate colpendo e annientando i singoli. Il nostro sistema sociale e biologico si basa su una regola molto semplice, per proliferare abbiamo bisogno di stabilità, questa la si raggiunge quando ci sentiamo sicuri, tranquilli, quando possiamo collaborare. Per cui le nostre interazioni con il mondo che ci circonda sono fondamentali. Se ci sentiamo in costante pericolo, se siamo continuamente tracciati, spiati, ricattati non possiamo che impaurirci, annichilirci, esasperarci. E la soluzione non sono psicologi o psicofarmaci, ma un semplice rapporto corretto di collaborazione con il mondo che ci circonda.

Negli ultimi mesi ho seguito l’evoluzione delle proteste a Hong Kong, dove il governo cinese ha utilizzato i dati delle telecamere biometriche sparse su tutto il territorio, incrociandoli con il database a loro disposizione. Non è difficile credere che con l’ausilio di sistemi di “sicurezza” come “Evident” abbiano tracciato e traccino la vita delle persone attraverso gli smart phone, le smart TV, i computer. Tutto quello che dici, scrivi, comunichi potrà essere usato e verrà usato contro di te, non importa quando e perché lo hai scritto, basta una frase anche decontestualizzata e scattano le contromisure. Lo abbiamo visto e vissuto con il cyberbullismo, con quello che viene definito in inglese attraverso la parola “shaming” (svergognare). Sicuramente avrete seguito la vicenda di Justine Sacco, in caso contrario eccone un breve riassunto: la Dr.ssa Sacco, che all’epoca lavorava come capo relazioni pubbliche in una grossa azienda di N.Y., prima di prendere il suo volo per Johannesburg dove andava a trovare i famigliari Twitta quella che a suo avviso era l’ennesima battuta, forse di cattivo gusto, forse fuori luogo, ma niente di più: “sto andando in Africa, Spero di non prendere AIDS. Scherzo, sono bianca.” Arrivata riaccende il telefono e scopre di essere stata licenziata e che ad attenderla ci sono alcuni dimostranti che le danno della razzista.

Il suo tweet era diventato virale, ritwittato e commentato fino a diventare la prova schiacciante della sua inadeguatezza e pregiudizio razziale. Da allora la sua vita è stata un susseguirsi di minacce, esclusioni, punizioni, tutto quello che ha scritto rintracciato ed esposto, ogni sua frase analizzata. La sua vita distrutta come quella di tante altre persone con l’unica colpa spesso solo di aver scherzato o essere stati fraintesi. Leggerezza o imprudenza, premeditazione o dolo, la differenza la fa la diffusione, la pubblicazione e la sensazionalizzazione di un dato evento o frase da parte di chi controlla i media. E chi controlla i dati? Chi ha potere sui media? Sul web? Come avrebbero dimostrato i suoi accaniti carnefici mediatici non era infatti il primo Tweet “politically incorrect” che Justine postava, ma fino a quando qualcuno non ha deciso di specularci sopra nulla è accaduto. Potrebbe essere stato un collega invidioso? Un fidanzato tradito? E se Justine fosse stata una dissidente?Magari che lottava per i diritti degli animali o contro l’adozione della rete 5G? Insomma, un personaggio che qualcuno nell’apparato dello Stato o di qualche grande multinazionale non apprezzava? Se lo “Stato”, o meglio alcuni apparati di controllo agiscono da sempre per influenzare il sistema, possiamo credere che non lo facciano usando le nuove tecnologie? Possiamo chiudere gli occhi dopo gli eventi della Brexit e delle presidenziali USA e pensare che la Cambridge Analitica non continui il suo lavoro? Possiamo ignorare le rivelazioni di Snwoden sui sistemi di controllo illegali della NSA e CIA e delle altre agenzie?

Tutto quello che comunichi potrà e verrà usato contro di te, non dimenticarlo. 

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