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Attualità

Tutti pazzi per Carola! E così il popolo italiano si divise in pro e fuorilegge

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Carola Rackete è stata arrestata e la Sea Watch sequestrata dalle Fiamme Gialle ha attraccato a Lampedusa. Ma quel che resta di questa vicenda è l’immagine di una Europa disunita e disorganizzata sui diritti umani.

Oggi Carola Rackete, capitano della nave della Ong Sea Watch, è diventata a torto o a ragione, a seconda del punto di vista politico con cui la si considera, un’eroina, una sorta di Robin Hood del mare che, incurante di qualsiasi legge, entra a gamba tesa con la  Sea Watch in acque italiane, non rispondendo per tre volte all’alt della Guardia di Finanza. Addirittura questa moderna eroina teutonica, che sembra quasi pervasa da un delirio di onnipotenza, incurante di qualsiasi legge Italiana, ha rischiato di speronare la motovedetta della Finanza mentre cercava di attraccare sulla banchina del molo commerciale di Lampedusa, dopo il divieto dei militari. Lo aveva affermato giorni fa quando la Cedu era intervenuta sulla questione della nave da lei pilotata: qualunque fosse stata la sentenza della Corte Europea lei  sarebbe sbarcata in Italia con la Sea Watch. Una vicenda che mette in risalto  due orientamenti  politici contrapposti che, dimentichi di qualsiasi valore sociale sui diritti umani, sono ormai in lotta perpetua e senza esclusione di colpi a volte anche bassissimi e che rasentano volgarità ed ignoranza a iosa. Ma andando con ordine, la Sea Watch si fa trovare in acque libiche e secondo un copione ormai ripetuto sino alla noia, salva 42 persone in ‘pericolo di vita’. A questo punto la nave, pur avendo altri punti d’attracco più vicini, decide di dirigersi verso Lampedusa. Dal canto suo l’Italia nega lo sbarco per ben 14 giorni e anche la Corte europea fornisce il suo riscontro su questo diniego. Nelle ultime 48 ore la situazione precipita e la capitano della Sea Watch decide di sfidare l’Italia e, come se fosse in guerra, tenta di forzare il blocco militare che le impedisce l’accesso al porto.

Che Europa è questa? Siamo forse entrati in guerra un’altra volta con Germania ed Olanda? Di sicuro l’Italia è un paese diviso che al suo interno non rispetta le leggi che esso stesso si è dato a larga maggioranza. Un esempio su tutti l’ex ministro Del Rio che al TG2 ha sostenuto che anche la Crocerossa viola la legge quando passa con il semaforo rosso!!! In questo delirio di azioni e reazioni senza alcuna logica la Carola ‘eroina’ sfida il ministro degli Interni Matteo Salvini dicendo “Salvini mi considera un nemico pubblico? Ho 42 persone di cui occuparmi, non ho tempo per lui. Salvini si metta in fila”. Una chiara dimostrazione del rispetto riservato alle autorità italiane che l’opposizione sconfitta alle ultime politiche evidentemente condivide, perché molti esponenti del Pd erano su quella nave in difesa dell’illegalità. Insomma, più che alla nave dei migranti sembra di aver assistito ad una telenovela di pessima regia, dove i migranti sono solo il pretesto per continuare i litigi casalinghi tra centro destra e centro sinistra. E la Ue? Perché non interviene? E soprattutto perché non si attua una politica unitaria sul tema degli sbarchi dall’Africa, che tenga conto di una emergenza umanitaria, quella sì la vera protagonista di questo marasma senza né capo né coda? Una consistente parte della popolazione italiana è stanca di questa politica frammentaria e poco efficace, che lascia ampio spazio ad Ong che agiscono quasi come ‘pirati del mare’. E forse il Pd deve darsi una sterzata: l’unico obiettivo che raggiunge con queste sceneggiate sono più voti al centro destra.

“Le ragioni umanitarie non possono giustificare atti di inammissibile violenza nei confronti di chi in divisa lavora in mare per la sicurezza di tutti” ha affermato il procuratore di Agrigento, tribunale di competenza dell’inchiesta,  Luigi Patronaggio, lo stesso che indagò il ministro Salvini in passato, a dimostrazione che la nostra legge e le nostre forze armate non sono nullità. Questa volta la telenovela è terminata con l’arresto in flagranza di reato da parte delle Fiamme Gialle di Carola Rackete, per violazione dell’articolo 1100 del codice della navigazione, che richiama il comportamento del comandante o dell’ufficiale che commetta atti di resistenza o di violenza contro una nave da guerra nazionale, punibile con la reclusione da tre a dieci anni. Senza considerare che la manovra azzardata della Sea Watch oltre a ‘schiacciare’ la motovedetta della Guardia di Finanza contro il molo, ha messo davvero in pericolo la vita di quei 42 migranti che Carola Rackete diceva di voler salvare. Da tutta questa pesante vicenda emerge solo la volontà di vincere una sfida contro il Governo italiano, a tal punto da infrangere la legge. E i migranti? Povere persone ancora una volta strumentalizzate per i quali nessuno in Europa si domanda chi sono, da dove scappano, se davvero scappano, e che futuro avranno.

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