Attualità
Traumi o lesioni da usura per arti e articolazioni: interventi mini-invasivi sempre più risolutivi
Sia: “La chirurgia artroscopica rappresenta una risposta sia in termini di prevenzione sia di terapia”.
Roma, 18 settembre – Non sono solo i grandi campioni a rischiare. Tendinopatie, mal di schiena, traumi agli arti e alle articolazioni sono sempre più comuni anche tra i ragazzi che praticano sport amatoriale, tra gli over 40 e gli anziani che vogliono tenersi in forma. Con l’avanzare dell’età, infatti, l’apparato muscolo-scheletrico diventa sempre più fragile e va incontro a traumi o danni da usura. Quindi non si tratta di un problema di pochi, ma di gran parte della popolazione.
“Abbiamo voluto focalizzare il prossimo congresso nazionale della Sia sul tema ‘Artroscopia e sport’ – dichiara il professor Giancarlo Coari, presidente della Società italiana di artroscopia – perché è proprio a chi ama il movimento ed un corretto stile di vita attivo che l’artroscopia permette di dare le risposte più idonee. Come gli interventi più complessi permettono di recuperare in fretta i grandi campioni, così le stesse tecniche diventano poi un patrimonio risolutivo per tutti”.
“La chirurgia artroscopica – chiarisce il professor Raul Zini, presidente del XXI Congresso nazionale Sia e responsabile scientifico gruppo privato Gruppo Villa Maria – rappresenta una risposta sia in termini di prevenzione sia di terapia grazie a tecniche mininvasive, con minor danno per il paziente e con una riduzione quasi certa dei tempi di guarigione. Gli interventi, durano in genere da 20 minuti a un’ora, ed in media è sufficiente il ricovero ospedaliero per una sola notte, con benefici evidenti anche sul versante dei costi. Ne sono un chiaro esempio gli interventi di artroscopia dell’anca. In questo settore riusciamo oggi a curare l’impingement femoro-acetabolare (Fai), una patologia osteoarticolare fino a pochi anni fa sconosciuta, dove si possono verificare da piccoli sfregamenti a veri e propri urti, nel movimento, tra la cartilagine della testa del femore e l’acetabolo. Il trattamento precoce di questa patologia, può evitare l’insorgenza di una grave artrosi fino a scongiurare trattamenti drastici quali, ad esempio, la protesi d’anca”.