Arte & Cultura
Tabacco, il 75% degli italiani boccia la direttiva Ue
Il 64% pensa che il provvedimento non sia una priorità per l’Europa, il 68% sostiene che rendere illegali alcune tipologie di sigarette incrementerà il mercato nero e il 52% reputa che l’estensione di norme restrittive sul fumo renderebbe evidente lo scollamento dalle esigenze della gente comune.
Roma, 23 luglio – L’Italia non ama le imposizioni, anche in tema di salute, e formula un giudizio negativo sull’operato europeo in determinati campi. Il 75% della nostra popolazione ritiene che l’introduzione di restrizioni così forti, come previste appunto dall’Unione Europea- in seguito all’approvazione, il 10 luglio a Bruxelles, della direttiva sui prodotti del tabacco- non eviterà che le persone inizino a fumare e non aiuterà gli attuali fumatori a smettere. Il 64% degli italiani pensa che il provvedimento non sia una priorità per l’Europa, il 68% sostiene che rendere illegali alcune tipologie di sigarette incrementerà il mercato nero e il 52% reputa che l’estensione di norme restrittive sul fumo da parte dell’Ue renderebbe evidente lo scollamento dalle esigenze della gente comune. E’ quanto emerge da una ricerca Cawi, condotta tra il 6 giugno e il 2 luglio 2013, dal comitato Save the choice attivo nella difesa delle libertà personali, in collaborazione con la società specializzata Populus, su un campione rappresentativo di 1008 italiani, per comprendere l’orientamento dell’Italia sul lavoro dell’Unione Europea e sulla proposta di revisione della direttiva europea sui prodotti del tabacco.
Il 46% degli intervistati esprime un parere negativo sull’Unione Europea, mentre solamente il 21% ne formula uno positivo (a essere più critici sono i giovani). Soltanto il 17% degli italiani si sente rappresentato dai propri parlamentari europei. Ancora meno (il 14%) dai partiti dei propri euro deputati. A sollevare le osservazioni più aspre è l’iper-regolamentazione europea responsabile, secondo il 59% degli Italiani, di danni all’economia del nostro Paese, motivo per cui, secondo il 64% degli interpellati, l’Europa dovrebbe focalizzarsi sulla crescita piuttosto che sui divieti.
Rispetto al tema della riduzione del numero di fumatori e alla strada da intraprendere, alla domanda “cosa dovrebbe fare l’Unione Europea?” le risposte degli italiani sono state: per il 41% degli intervistati ha detto che dovrebbe ridurre il fumo attraverso più informazione e sensibilizzazione, 16% aumentare le tasse sulle sigarette, il 14% incrementare le restrizioni sui luoghi dove è possibile fumare mentre il 12% propone di ridurre il mercato nero. Per il 3
“I risultati della ricerca confermano quanto sosteniamo nella nostra petizione- ha commentato la portavoce del comitato Save the choice, Annalisa Chirico – La via migliore per ridurre il numero di fumatori non passa dai divieti o dalle immagini scioccanti, ma da una corretta informazione per favorire stili di vita più salutari e comunque da una scelta consapevole. Riportiamo al centro le persone nell’Anno europeo dei cittadini e fermiamo una direttiva che darà beneficio solo alla criminalità organizzata: quel mercato illegale del tabacco che grazie al contrabbando e alla contraffazione, nel primo trimestre del 2013, ha raggiunto una quota di oltre il 9%. Noi continueremo a far parlare i cittadini con la nostra petizione e la raccolta firme”. Firme che, in vista del voto in Assemblea plenaria della direttiva sui prodotti del tabacco, il 10 settembre scorso, hanno superato, in poco più di un mese, tra adesioni online e moduli cartacei, la cifra di 8000.