Italia
Sono di tre donne i corpi senza vita recuperati dalla Guardia Costiera vicino Lampedusa

Proseguono le ricerche dei dispersi in mare a seguito del naufragio avvenuto nella giornata di ieri a circa un miglio dalla spiaggia dell’Isola dei Conigli (Lampedusa)
Ieri 4 motovedette della Guardia Costiera e un elicottero più un aereo della Guardia Costiera di Catania, sono prontamente intervenute appena ricevuta l’allerta di un barchino in difficoltà a meno di un miglio dalla costa di Lampedusa. Le motovedette, giunte sul posto hanno individuato un’imbarcazione di circa 10 metri in difficoltà, con circa un centinaio di persone a bordo che, forse per le cattive condizioni meteo marine, subito dopo si è capovolto. Gli equipaggi delle motovedette nell’immediato hanno soccorso e recuperato 143 persone cadute in mare.
Allo stato attuale sono 3 i corpi privi di vita (3 donne) recuperati dopo ore in mare dalla motovedetta della Guardia Costiera CP 324. Due ulteriori corpi privi di vita – due donne – sono stati ritrovati a terra da personale della Guardia di Finanza.
Attualmente le condizioni meteo-marine permangono avverse e nelle ricerche resta impegnato un elicottero ed una motovedetta della Guardia Costiera.
Le operazioni di soccorso condotte nel tardo pomeriggio di ieri dalle motovedette della Guardia Costiera sono state particolarmente difficoltose, non solo a causa delle proibitive condizioni del mare, con onde alte fino a 2 metri, ma anche a seguito dell’elevato numero di persone cadute in mare contemporaneamente.
Le motovedette della Guardia Costiera accorse sul punto si sono adoperate con ogni mezzo per poter trarre in salvo quante più persone possibili.
Oltre a due soccorritori marittimi “Rescue Swimmer” – personale altamente specializzato – nell’intento di salvare i naufraghi si lanciava in mare anche il direttore di macchina della motovedetta CP 305 della Guardia Costiera. Nel frattempo gli equipaggi della Guardia Costiera rimasti a bordo, si prodigavano con ogni mezzo disponibile lanciando in mare salvagenti anulari, cime galleggianti, parabordi e qualsiasi altra cosa potesse permettere ai naufraghi di aggrapparsi e salvarsi dall’annegamento certo.
Tra i primi a essere soccorsi anche un ipovedente che, stante la sua condizione, ha subito attirato l’attenzione dei soccorritori che prontamente lo hanno portato a bordo di una delle motovedette impegnate nelle operazioni.