Arte & Cultura
Riaprono le Sale Napoleoniche della Pinacoteca di Brera a Milano.
I Saloni Napoleonici vennero creati nel 1809 da Pietro Gilardoni, negli spazi di Santa Maria di Brera per la collocazione dei grandi dipinti giunti con le soppressioni e rappresentano gli ambienti meno mutati nel tempo di tutta la Pinacoteca di Brera
Di Rossella Langone
A partire dal 29 marzo 2018 sarà possibile visitare i Saloni Napoleonici della Pinacoteca di Brera, dopo un processo di trasformazione del Museo, e il rinnovamento di sette sale (VIII, IX, X, XI, XII XIV e XV). Per la stessa data è prevista anche l’inaugurazione del sesto dialogo Attorno agli Amori, Camillo Boccaccino, sacro e profano, nella tradizione del confronto tra capolavori della Pinacoteca e opere in prestito inaugurata due anni fa dal direttore della Pinacoteca di Brera e Biblioteca Braidense, James Bradburne. Il dialogo sarà visitabile fino al primo luglio 2018.
I Saloni Napoleonici vennero creati nel 1809 da Pietro Gilardoni, negli spazi di Santa Maria di Brera per la collocazione dei grandi dipinti giunti con le soppressioni e rappresentano gli ambienti meno mutati nel tempo di tutta la Pinacoteca di Brera. La riapertura sarà anche l’occasione di sperimentare nuove forme di fruizione dei dipinti, con didascalie su distanziatori e spalliere di nuovi divani. Una delle didascalie d’autore è stata realizzata dallo scrittore turco Premio Nobel per la letteratura, Orhan Pamuk. Nella sala VIII sarà posizionato il pianoforte a grande coda per la realizzazione dei programmi musicali della Pinacoteca.
Le Sale Napoleoniche ospitano, tra gli altri, capolavori di artisti illustri quali il Tintorello, Lorenzo Lotto e il Veronese. Il riallestimento copre le grandi sale Napoleoniche e i corridoi X e XI che riposizionano la serie degli affreschi staccati dei Leonardeschi nel percorso della Pinacoteca, che inizia nel Medioevo e passa attraverso il Cinquecento, con la finalità di offrire una presentazione più ampia e coerente della pittura lombarda e piemontese dal Quattrocento alla metà del Cinquecento.