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Mondo

Prima che sia troppo tardi

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Nonostante la nostra Storia secolare di italiani sparsi per il mondo, non esiste un progetto centrale con lo scopo di raccogliere la Storia e le esperienze degli emigrati italiani.

di Gianni Pezzano

La crudeltà ha tante forme, ma senza dubbio quella più potente e implacabile è il Tempo. Per questo motivo siamo costretti a fare cose entro limiti di tempo che non aspettano per nessuno. C’è un progetto che è già in ritardo e, peggio ancora, per molti dei testimoni che avremmo dovuto sentire è già troppo tardi. Ma non per questo dobbiamo insistere a rinviare in eterno un progetto vicino al cuore di molti ma che non ha  mai avuto l’appoggio che merita.

Con la nostra Storia secolare di italiani sparsi per il mondo, non esiste un progetto centrale con lo scopo di raccogliere la Storia e le esperienze degli emigrati italiani. È una nostra colpa cui dobbiamo rimediare e il più presto possibile. Tragicamente, per molte storie è già troppo tardi.

Pionieri

La recenti controversie su Cristoforo Colombo fanno parte di questa Storia e dimostrano benissimo come la Storia ha tante sfumature e che spesso non sappiamo dove le ricerche portano una volta si comincia a indagare sulle generazioni di italiani che sono partiti per fare una vita nuova all’estero.

Anche se a suo tempo non esisteva l’Italia, Colombo fa parte delle ondate di italiani che hanno dovuto trovare altri paesi per compiere le loro imprese. Infatti, la Storia dell’emigrazione italiana ha facce importanti che pochi nel Bel Paese conoscono e che dobbiamo cominciare a conoscere così anche il futuro conoscerà le loro imprese.

I nostri emigrati non hanno mai avuto vita facile all’estero. Erano soggetti a discriminazioni e peggio, iniziando dai linciaggi in diversi paesi ai tentativi di sfruttarli al massimo, in alcuni casi anche dopo la morte. Basta vedere il caso di Antonio Meucci che rischiava di sparire per sempre dalla nostra memoria.

Carta canta

Ora Meucci è riconosciuto ufficialmente dal Congresso americano come l’inventore del telefono, ma solo perché per decenni italiani negli Stati Uniti hanno sostenuto una battaglia per far riconoscere la sua impresa.

Questo caso smentisce il detto che “la Storia è scritta dai vincitori”. Però, Meucci aveva iniziato la battaglia in vita e perciò i documenti del processo interrotto dalla sua morte diedero le prove sufficienti per dimostrare che Alexander Graham Bell aveva copiato la sua invenzione.

La Storia non si fa semplicemente con la parole e le testimonianze verbali, ma anche e soprattutto con la documentazione e le prove fisiche del passato. E in molti casi gli italiani saranno sorpresi dalla presenza di altri italiani in episodi importanti finora sconosciuti.

Illustri e infami

Quei giovani che ora vanno in Australia, sia per working holiday che per emigrare, sicuramente andranno a Sydney e probabilmente si troveranno nel sobborgo di Matraville. Questo è il riconoscimento della città al marinaio e poi diplomatico James Matra (Magra), nato a New York da padre corso (culturalmente italiano) e madre inglese. Lui faceva parte dell’equipaggio del Capitano James Cook quando scoprì quella parte del continente australe che diventerà la prima colonia britannica. Infatti, Matra ebbe poi un ruolo importante nello stabilire la colonia nella zona che ora è la città di Sydney.

Anche in Australia, un altro italiano ebbe un ruolo importante in un episodio chiave nello sviluppo politico del paese. Come tanti, italiani e non, l’ex garibaldino Raffaello Carboni andò in Australia alla ricerca d’oro nel 1853. Quando i minatori si ribellarono contro le autorità le sue origini lo spinsero a diventare uno dei capi. Scrisse l’unica testimonianza della ribellione che prese il nome di Eureka Stockade. Al suo ritorno in Italia dimostrò d’essere ancora ribelle, con un ruolo nell’organizzare la spedizione dei mille in Sicilia e, a causa della sua padronanza della lingua inglese, anche come segretario privato per Francesco Crispi nella sua corrispondenza segreta con lo statista britannico Lord John Russell.

Più recentemente in Argentina, figli italiani fecero parte della Junta militar dal 1976 al 1983 che seminò terrore e morte in quel paese. Jorge Acosta, Reynaldo Bignone, Antonio Bussi, Leopoldo Galtieri, Omar Graffigna, Armando Lambruschini e Emilio Massera sono i nomi dei generali e ammiragli della Junta che erano chiaramente di origine italiana. Poi, questo ci dimostra un fatto triste che non possiamo sottacere, che non sempre il contributo italiano è stato positivo…

Questi tre esempi del ruolo di italiani in episodi importanti internazionali fanno anche parte della Storia del Bel paese.

Tranello

Allo stesso tempo, dobbiamo riconoscere che la Storia non è composta soltanto da episodi travolgenti o sanguinosi. In effetti, la Storia è tutto quel che succede in questo mondo perché niente esiste in isolamento e capire ogni aspetto della vita vuol dire capire davvero la nostra Storia.

Come paese spesso cadiamo nel tranello di vedere solo un aspetto degli italiani all’estero, quello di successi finanziari, oppure artisti e cantanti di origine italiana e quindi commettiamo l’errore di non vedere il contributo ai paesi di residenza di oriundi in ogni campo della vita.

In ogni paese ci sono professionisti, accademici, imprenditori, ricercatori, politici, ecc, ecc, ecc, di origine italiana, anche se in molti casi ormai non portano più cognomi italiani. Questo è una della glorie del nostro paese che fin troppo spesso sottovalutiamo.

Progetto fondamentale

Esiste solo un modo efficace per poter fare conoscere non solo i personaggi famosi, ma anche le facce di tutti gli italiani all’estero per capire quanto sia grande il nostro contributo alla creazione del mondo moderno.

Come paese dobbiamo istituire un progetto per raccogliere le Storie e la documentazione dei nostri connazionali e i loro discendenti in tutto il mondo.

Un progetto del genere deve avere il suo centro a Roma, come è giusto, ma deve avere soprattutto la collaborazione e il contributo da parte delle comunità italiane in giro per il mondo. Esistono già enti italiani in ogni paese dedicati alla loro Storia, ma non esiste alcun coordinamento tra di loro. Inoltre, ci sono anche i giornali di lingua italiana, come anche stazioni radio e televisione, in tutti i paesi di residenza che potrebbero svolgere un ruolo fondamentale in un’eventuale rete di raccolta delle storie.

Senza dubbio ci sono due enti italiani che dovrebbero avere un ruolo attivo in un progetto del genere. Il primo è il Museo Nazionale dell’Emigrazione Italiana e il secondo è la RAI con RAI World. Insieme questi due enti sarebbero i mezzi per fare conoscere agli italiani in Patria le imprese dei loro parenti e amici all’estero.

Per troppi emigrati dell’ondata enorme dell’immediato dopo guerra nei decenni ‘40 e ‘50 è già troppo tardi. Abbiamo perso l’opportunità di registrare per sempre le loro voci e le loro esperienze. Però, senza dubbio rimangono custoditi nelle case dei figli e nipoti documenti che testimoniano le storie di chi non c’è più, perciò non dobbiamo arrenderci al tempo.

Se davvero ci teniamo alla nostra Storia, facciamo questo Progetto, prima che sia troppo tardi…

 

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