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Ambiente & Turismo

Petizione su change.org: fermare l’uso di esche vive in attività venatoria

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Alfonso Pecoraro Scanio denuncia torture e crudeltà verso piccoli uccelli migratori destinati alla caccia e raccoglie firme per una normativa che si adegui ai parametri Ue

b_p-69023-abstr_img-PettirossoRoma, 14 luglio – Il 25 febbraio scorso dall’Unione Europea è partita una procedura d’infrazione contro l’Italia per l’uso dei richiami vivi nell’attività venatoria.I richiami vivi sono piccoli uccelli migratori che dopo le fatiche della nidificazione, affrontano il grande viaggio della migrazione dal Nord al Sud Europa e giungono in Italia, dove però sono catturati con le reti e destinati ad una vita di torture e crudeltà: buio, prigionia, sevizie. Tutto ciò, per essere portati all’esterno durante la stagione venatoria ed essere usati appunto come richiami vivi, cioè come inganno per attirare con il canto i loro simili, affinché i cacciatori possano abbatterli. L’azione della UE segna un altro punto a favore di una battaglia che le associazioni ambientaliste e animaliste stanno portando avanti da anni per fermare questa pratica crudele. La lettera di messa in mora inviata dal Commissario Ue Ambiente all’Italia, chiarisce che vi sono numerose valide alternative alla cattura di uccelli per la cessione ai fini del richiamo mediante reti. Invece il governo per correre ai ripari ha inserito nel decreto decreto 91 una norma (l’articolo 16, comma 1) che intende rispondere alle richieste europee, ma in modo blando, lasciando ancora la possibilità di usufruire di deroghe al divieto di cattura e di detenere un certo numero di richiami vivi. “Ogni passo avanti nella difesa degli animali sia contro i maltrattamenti che nella tutela della fauna selvatica,” – scrive su Change.org Alfonso Pecoraro Scanio autore di una petizione e raccolta di firme su questa materia – “ si scontra con una potente lobby trasversale di forze di destra e sinistra e per questo serve una mobilitazione dell’opinione pubblica per sostenere i parlamentari più sensibili.” La petizione per ottenere una normativa adeguata alle indicazioni europee si trova su change.org

www.change.org

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