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Arte & Cultura

Palermo: allo spazio Zac arrivano i fumetti di Zerocalcare

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Il fumettista Zerocalcare a Palermo con la mostra: “Scavare fossati, nutrire coccodrilli”dal 25 ottobre al 12 gennaio 2020 allo spazio Zac. Quattro le tappe che si intrecciano nella sua vita,dai fumetti più divertenti del suo blog, a quelli politici dei centri sociali.

Il ritornello di un prodotto anticalcare, scelto casualmente davanti alla tv di fronte ad uno spot, come nickname per prendere parte ad una discussione su Internet: Zerocalcare. Un nome ed uno stile artistico, che hanno determinato la consacrazione del fumettista italiano Michele Rech, nato a Cortona nel 1983 e cresciuto nella periferia di Roma, scenario delle sue prime storie, che si distinguono per il legame con la scena underground ed il suo impegno civile. A lui è dedicata la mostra “Scavare fossati, nutrire coccodrilli”, dal 25 ottobre al 12 gennaio 2020 allo spazio Zac presso i Cantieri culturali della Zisa di Palermo, promossa dal Servizio Musei e Spazi Espositivi del Comune di Palermo, realizzata dal Maxxi, Museo nazionale delle Arti del XXI secolo e co-prodotta da Minimondi.

Per l’occasione, è stato ricreato uno spazio unico, con i personaggi delle sue avventure che tappezzano le pareti ed il pavimento, inteso come una stiva di una nave dove, dagli oblò, si vedono le lontane periferie. Un viaggio, durante il quale i visitatori avranno la possibilità di attraversare quattro aree tematiche, simbolo delle fasi della vita artistica del fumettista: “Pop”, riguardante gli esordi; “Tribù”, degli anni dell’underground; “Resistenza e politica”, con l’alternanza di fatti di cronaca e politica italiana ed infine “Non-reportage”, su eventi di cronaca interna ed internazionale (dal primo blog del 2011 a Kobane Calling!).

Arte in primis, ma anche veicolare un messaggio importante, quello che il fumettista ha dichiarato ai microfoni de La Repubblica: «“Siamo tutti sulla stessa barca”-dice Zerocalcare– è il tema del disegno, ma è anche quello che penso in generale rispetto ai posti in cui viviamo ed ai quartieri in cui abitiamo dove, invece di entrare in competizione tra chi ci abita, dovremmo valutare il fatto che tutti condividiamo assieme l’assenza dei servizi e tutto quello che abbiamo intorno. È molto più quello che ci unisce, che quello che ci mette a ingherellarci tra di noi». 

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