Attualità
Unione italiana ciechi: nel Pacchetto lavoro il Governo non dimentichi i giovani
Inserire disabilità tra le condizioni che devono avere gli under 29 per godere del bonus
Roma. 30 giugno – “Le ultime notizie relative all’approvazione del ‘Pacchetto lavoro’ da parte del Consiglio dei ministri contengono diversi segnali positivi per le persone con disabilità, ma al presidente Letta e a questo Governo chiediamo ancora uno sforzo. Accogliamo con piacere, finalmente, dopo innumerevoli richieste da parte della Cisl anche attraverso la Federazione dei pensionati e il patronato Inas, la definizione normativa del limite di reddito individuale – e non familiare – per il diritto alla pensione di inabilità dei mutilati e degli invalidi civili. L’incertezza in un settore così delicato non era davvero più ammissibile”. Così l’Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti nell’ appello diretto al Governo.
Altrettanto favorevolmente apprendiamo, via twitter, dell’intenzione del presidente Letta di tornare a dare una dotazione di 22 milioni di euro al Fondo nazionale per il sostegno all’assunzione dei lavoratori disabili ex legge 68/99, ormai sostanzialmente azzerato. Lo stesso Piano d’azione, che abbiamo concorso a scrivere nell’Osservatorio nazionale disabilità, la indicava come una indiscussa priorità. E speriamo che non si limiti ad un cinguettio. E certamente è condivisibile la volontà di aprire il ‘Pacchetto lavoro’ partendo dagli incentivi all’occupazione giovanile: una necessità per il Paese e per le persone. Ma chiediamo al Governo di non dimenticare i giovani disabili. Tra le condizioni che devono avere gli under 29 per godere del bonus (essere privi di lavoro da almeno sei mesi, non avere titoli di scuola superiore o avere almeno una persona a carico) va inserita, in alternativa, anche la condizione di disabilità. La Conferenza nazionale per la disabilità del 12/13 luglio prossimo di Bologna sarà l’occasione in cui fare il punto insieme delle condizioni di vita delle persone con disabilità nel nostro Paese. Sarebbe interessante che, in una situazione così difficile nell’ambito dell’assistenza sanitaria e dell’inclusione sociale, che almeno nel campo del lavoro si potessero registrare questi importanti passi in avanti”.