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Diritti umani

Milano, Gay Pride 2019. Quando la lotta per i diritti LGBT diventa solidarietà verso i migranti

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I manifestanti hanno sfilato con una fascia blu al braccio in segno di vicinanza agli immigrati. Moltissimi richiedenti asilo tra i partecipanti alla sfilata.

«I diritti sono vinti solo da coloro che fanno sentire la loro voce» – ha detto Hervey Milk il primo politico americano dichiaratamente gay che, negli anni ‘70, ha fatto uscire la comunità LGBT dall’indifferenza, opponendosi alla discriminazione. Un impegno che gli è costato la vita. Milk, se fosse stato vivo, avrebbe potuto assistere soddisfatto  al successo della manifestazione organizzata due giorni fa a Milano: il Gay Pride 2019. Una giornata in cui una folla di omosessuali, bisessuali e transgender, si parla di oltre centomila persone, hanno manifestano sorridenti  e festanti per le strade della città, sfidando la parte più conservatrice della società italiana. Ma senza violenza, “armati” di bandiere arcobaleno, abiti succinti e di messaggi inneggianti all’amore. L’odio ed il rancore non erano ammessi alla festa dell’orgoglio gay, solo la solidarietà nei confronti di coloro che hanno pagato la loro omosessualità con le percosse e le umiliazioni, a volte con la morte. Come il 22enne Samuele Venga, aggredito lo scorso settembre a Milano.

C’era anche lui tra coloro che, alle 15:30 di ieri, sono partiti da piazza Duca d’Aosta  ed hanno raggiunto piazza Oberdan dove è stato allestito un palco. È stata la musica ad accogliere i manifestanti al termine della sfilata. Rispetto ai Gay Pride precedenti, quello di Milano 2019 si è rivolto anche ad altri “deboli della società”, i migranti. Il caso della nave Sea Watch con a bordo 42 richiedenti asilo e l’arresto del suo capitano, ha scosso l’opinione pubblica nazionale, dividendola in pro e contro Carola Rackete. I membri della comunità LGBT di Milano, riportando l’attenzione sui migranti, uniche vittime di questo ultimo controverso caso, hanno sfilato con una fascia blu al braccio, in segno di vicinanza a tutti i migranti, anche quelli che ieri hanno partecipato alla giornata dell’orgoglio gay. Un evento sponsorizzato da 70 aziende internazionali, tra cui Microsoft, Amazon e Google. Da tempo i giganti americani hanno sposato la causa della comunità LGBT  e sponsorizzano anche il Gay Pride che si svolge oggi 30 giugno a New York negli USA, dove è prevista la partecipazione di Madonna.

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