Attualità
“Mamma è in prigione” : voci dal carcere femminile
Cristina Scanu affronta il tema dei diritti dei figli delle donne detenute in un libro – inchiesta. L’Italia è in ritardo rispetto a normativa UE
Le carceri femminili nel nostro Paese sono cinque, pertanto la maggior parte delle detenute sconta una pena in una delle 62 sezioni ricavate dentro istituti maschili (progettati e pensati quindi per bisogni specifici degli uomini). L”ultimo studio legato a questo tema risale agli anni “90. Da qui la necessità di parlarne senza tabù realizzata da Sabrina Scanu nel libro“Mamma è in prigione” edito da Jaca Book.
Il testo si sofferma sul racconto delle storie di vita delle stesse detenute, insieme ad un breve e dettagliato excursus legislativo culturale sulla cura della salute delle donne in carcere. A questo proposito dai dati raccolti nel testo, risulta ad esempio che laddove una detenuta decida di accudire il proprio figlio in carcere, all”interno del proprio istituto di pena, la donna ricevera” l”assistenza di un pediatra, che visitera” il bambino ventiquattro ore dopo il suo ingresso in carcere, valutando la sua situazione clinica pregressa insieme alle vaccinazioni e all”alimentazione a lui piu” adatta. Il 90% delle detenute italiane e” madre di uno o piu” figli, alcune di loro, come permette la legge, accudisce il proprio bambino in carcere, la maggior parte, affida i figli alle cure dei parenti al di fuori dell”istituto penitenziario. In genere, il padre detenuto puo” contare su una compagna che online casino si occupa dei minori mentre lui sconta la pena, ma alle carcerazione di molte donne si accompagna spesso quella del marito. Il testo attraverso un”approfondita inchiesta che ha portato l”autrice per un anno nelle carceri italiane, racconta la drammatica condizione delle madri detenute. Il lavoro che si apre con la prefazione di Patrizio Gonnella, presidente dell”associazione Antigone, fornisce un fedele spaccato sulla condizione delle donne ristrette negli istituti penitenziari, per le quali, ad oggi, non esiste una legislazione ad hoc nell”ordinamento italiano, contrariamente a quanto accade sul piano europeo.
La normativa UE L”articolo 34 delle normative penitenziarie europee, e” dedicato interamente alla presenza della donna in carcere, specificando come sia preciso dovere delle stesse autorita” penitenziarie, porre la dovuta attenzione ai loro bisogni “fisici, professionali, sociali e psicologici”, nel periodo di detenzione.
Per quel che riguarda il diritto alla salute della donna detenuta, l”autrice chiarisce come tale prerogativa sia praticata negli istituti di pena, a partire dagli anni “30 quando per la prima volta, viene contemplata la presenza di un medico. Secondo i dati del settimo rapporto sulle condizioni di vita degli istituti penitenziari dell” associazione Antigone, diffusi nel volume, i medici di base e gli infermieri che lavorano nelle carceri italiane, sono complessivamente 5.600 e variano a seconda delle dimensioni e della capienza degli stessi istituti di pena. La parte conclusiva del testo e” dedicata alla riflessione e all”approfondimento di alcune tematiche che segnano fortemente il periodo di detenzione, la psiche delle madri detenute e dei loro bambini che trascorrono parte dell”infanzia in carcere, (sono 60 i piccoli con meno di 3 anni accuditi in carcere dalle loro madri), fino ad analizzare l”importanza di alcune misure alternative allo stesso carcere.
MAMMA E” IN PRIGIONE
di Cristina Scanu
Prefazione di Patrizio Gonnella
Anno 2013 – Euro 15,00 – Pagine 217
Edizioni Jaca Book