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Arte & Cultura

Land Army. L’esercito di terra: quando la storia è fatta dalle donne

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Tempo di lettura: 5 minuti

Land Army. L’esercito di terra, parla di contrasti, quelli che in guerra ci mostrano i due lati opposti di una stessa medaglia.

Di Luca Rinaldi

La guerra vista da un’altra prospettiva non fa meno paura. Non se sei una giovane donna che ha perso tutto e che lavora i campi in una fattoria inglese adiacente a una base aerea americana, dalla quale ogni giorno decollano e atterrano bombardieri con fori di proiettili sempre nuovi sulla carlinga. Elizabeth vive qui, con altre sei ragazze appartenenti alla British Land Army, l’esercito di terra composto da sole donne, assoldato dal governo di Sua Maestà durante la Seconda Guerra Mondiale per mandare avanti una nazione e assolvere a quei compiti, come la cura dei campi, lasciati vacanti dagli uomini mandati al fronte. Tratto da una storia vera, direbbero alcuni…

Land Army. L’esercito di terra, parla di contrasti, quelli che in guerra ci mostrano i due lati opposti di una stessa medaglia. Ci sono infatti contrasti tra gli inglesi, a cui la guerra, sempre incombente al di là della manica, ha portato via amici e parenti, e gli americani, in “visita obbligata” sull’isola, ospiti ingombranti e non sempre desiderati, che portano sì salvezza, cibo e denaro, ma anche linguaggi e modi di fare tanto diversi, con atteggiamenti spesso arroganti e baldanzosi, che rispecchiano, da un lato, la sicurezza di aver lasciato i propri cari lontani dall’azione del conflitto, ma dall’altro mascherano il segreto timore di non riuscire più a farvi ritorno.

Ci sono contrasti tra donne inglesi e aviatori americani, perché a dividere i campi della fattoria di Elizabeth dalle piste della base aerea del bel Daniel, c’è solo una staccionata e un giro di filo spinato e perché tra uomini e donne, si sa, c’è sempre un momento di studio e sospetto reciproco prima che nasca un sentimento.

Eppure, se si passa un velo di cipria su una tela color verde militare, finisce che un sentimento nasce eccome. Ne vien fuori un quadro nuovo e interessante, tanto che una storia sulla guerra e sui contrasti si tramuta in una storia d’amore e di vicinanza reciproca. E così finiscono per avvicinarsi culture e generi tanto diversi, legandosi in un abbraccio che mischia i rossi, i bianchi e i blu di due bandiere alleate e che scalda i cuori nella paura di un nemico condiviso, quel nero oscuro delle uniformi tedesche. E, insomma, si creano nuovi legami, perché, qualunque sia il contesto o la situazione, sono sempre e comunque i sentimenti ad avvicinare giovani uomini e giovani donne in ogni luogo e tempo.

C’è poi un altro contrasto ben rappresentato in Land Army: quello tra la straordinaria maestosità della guerra che coinvolge nazioni e potenti, percepita sullo sfondo, e l’ordinaria quotidianità della vita che, nonostante tutto, deve andare avanti e che costituisce il fulcro della narrazione. È proprio da questa prospettiva, che vede l’ordinario calato in tempi straordinari, e dal punto di vista decisamente al femminile e da una ricerca storica sicuramente accurata, che l’autrice, Michela Moriggi, esordiente romana, ci racconta aneddoti e curiosità della vita in tempo di guerra. Ed è forse questa la parte che più ho apprezzato del romanzo: l’ascoltare e il ballare, insieme alle protagoniste, la musica che andava in quegli anni, il vederle intente a truccarsi e farsi belle con mezzi e strumenti improvvisati a causa della penuria di accessori per il trucco dovuta alla guerra. E, da uomo, mi ha elettrizzato il ritrovarmi a bordo di un bombardiere americano, mentre viene crivellato in quota dai proiettili tedeschi, o mi hanno fatto sorridere le chiacchiere e gli sfottò tra commilitoni e le entusiasmanti partite di poker giocate con l’unico scopo di spillare denaro agli arroganti alleati yankees. Così come, da appassionato di romanzi noir, mi ha colpito come l’autrice sia riuscita a mettere in piedi un interrogatorio di prim’ordine, nel quale il poliziotto di turno tenta di mettere alle strette la sospetta malcapitata.

Insomma, c’è tanto in Land Army, e ognuno potrà ritrovarvi l’aspetto che maggiormente desidera, amandone delle parti e odiandone altre: ci sono generi letterari diversi; c’è la guerra con tutti i disagi e le sofferenze che comporta, con i suoi tecnicismi e le sue strategie; c’è la Storia, intesa come ricerca accurata e perfetta di dettagli, aneddoti e informazioni che rendono il racconto e la scrittura sempre vividi e realistici; c’è una storia d’amore, romantica in alcuni tratti (erano pur sempre gli anni ’40, direte voi…), ma che sa diventare, in altri, una dura prova da superare, un incontro-scontro da saper gestire e portare avanti insieme; c’è la vita quotidiana, con i suoi trucchi di sopravvivenza, con i momenti di sconforto e quelli di ilarità; e ovviamente ci sono le donne, vere protagoniste di questa guerra combattuta con armi non convenzionali, armate di forconi e rastrelli, di falci e badili, che lottano ogni giorno con sudore e fatica, e che a loro modo, hanno fatto la Storia con la S maiuscola. C’è una vita, insomma, che, calata nel contesto storico del 1942, forse solo i vostri nonni, ormai, potrebbero ricordare in certi dettagli e sfumature.

Ebbene, l’autrice ci fa un quadro talmente reale e genuino di tale quotidianità che non possiamo fare a meno di viverla insieme alla protagonista e ai suoi comprimari. Di possibilità per immedesimarsi in uno dei personaggi ce ne sono a volontà, tra le sette ragazze presenti in fattoria, tutte diverse per indole e carattere, i soldati americani e qualche comparsa ricorrente. A me personalmente ha fatto molto sorridere la presenza di Susy, una simpatica scrofa, che a pieno diritto inserisco nei personaggi ricorrenti.

Non fidatevi, in ogni caso, di chi definirà questo romanzo un mattone, perché vi assicuro che lo è solo per numero di pagine (e questo non sarà sicuramente un problema per chi lo apprezzerà e ne vorrà di più), o di chi lo interpreterà semplicemente come un Harmony, un caso di letteratura rosa calato nella Storia (costui, nella sua ignoranza, considererebbe, infatti, un Harmony anche I Promessi Sposi). Fidatevi piuttosto di chi lo valuta onestamente nella sua interezza (e lunghezza) e vi dice che Land Army. L’esercito di terra è un’ottima lettura, interessante e particolare, che tratta di un tema poco conosciuto e sbandierato qual è la guerra combattuta dalle donne inglesi in casa loro, ma è anche un romanzo che vi farà passare momenti unici, divertenti, tristi, eccitanti, terrificanti… e soprattutto che vi terrà chini sulle sue pagine fino al colpo di scena finale. Quindi, mi raccomando, se siete di quelli che prima di iniziare un romanzo vanno a leggersi l’ultima riga in fondo al libro, beh, non fatelo, perché in questo caso sarebbe un vero peccato.

Per chiudere, un consiglio pratico: il romanzo lo si trova solo su Amazon nelle due versioni, cartacea ed e-book. Se sceglierete la versione digitale risparmierete qualche soldo e potrete tenere quasi 700 pagine in una mano senza sentire la fatica…

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