Ambiente & Turismo
Kenya, trovata sorgente d’acqua.
Miliardi di litri di acqua nella regione desertica. Gli scienziati sostengono che la falda acquifera scoperta può durare per i prossimi 70 anni
Roma, 29 settembre – Utilizzando la tecnologia sviluppata per la ricerca di petrolio un gruppo di scienziati ha scoperto un vasto serbatoio di acqua sotterranea in una delle regioni più aride del Kenya che, se gestita correttamente, potrebbe ‘dissetare’ ilpaese per più di 70 anni. Si tratta di un bacino con una superficie più grande di Suffolk, che contiene miliardi di litri di acqua. I ricercatori, che lavorano per la Radar Technologies International, azienda franco-americana, hanno lavorato per il governo del Kenya e l’Unesco e sono riusciti, con l’aiuto di tecniche sofisticate, a trovare nel nord-ovest estremo del Kenya, vicino ai suoi confini con il Sud Sudan, Etiopia e Uganda, una falda acquifera consistente. La zona del ritrovamento è scarsamente popolata e presenta notevoli difficoltà logistiche. “E’ importante dire che si tratta di prime stime, e queste risorse devono essere gestite bene, al fine che ne possa beneficiare il popolo del Kenya”, ha detto Mohamed Djelid, direttore dell’Unesco nell’est dell’ Africa. “Ma se tutto va bene, possiamo dire che questo è davvero un punto di svolta” ha aggiunto. Quasi la metà dei 41milioni di abitanti in Kenya non hanno accesso all’acqua potabile, e gli agricoltori delle zone aride lottano per arrivare a raccolta delle colture senza un’adeguata irrigazione. Ora il governo del Kenya dovrà effettuare ulteriori perforazioni nelle aree circostanti il sito del ritrovamento per raccogliere dati certi sulla reale portata in produzione di acqua. La terra sopra la sorgente è tra le più accidentate del Kenya: poche strade e fornitura di energia elettrica, e le tribù Turkana, Samburu e Pokot che vivono lì sono regolarmente in guerra tra loro. La zona di confine tra il Kenya, Sud Sudan e l’Etiopia, conosciuta come il Triangolo Ilemi, non è mai stata delineata ufficialmente. Tutto questo rende difficile alimentare pozzi e costruire acquedotti che trasportino l’acqua anche nei territori più remoti. Inoltre la falda acquifera si trova a una profondità di 1.000 metri, con conseguente notevole spesa in investimento tecnologico futuro per il suo utilizzo.