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Italiani emigrati: I libri da scrivere qui e all’estero
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Troppi in Italia non capiscono e in molti casi non vogliono capire il vero prezzo pagato da chi ha dovuto emigrare all’estero perché non c’era più posto per lui a casa.
di Gianni Pezzano
Abbiamo un paese con millenni di Storia e ogni settimana escono libri su episodi o periodi della nostra Storia. Sappiamo degli imperatori Romani e ultimamente leggiamo molto dei de’ Medici di Firenze grazie al successo della mini serie televisiva della RAI che ora fa il giro del mondo. Infatti la RAI ha un canale, RAI Storia, dedicato al soggetto che dimostra un successo. Purtroppo ci sono vari capitoli della nostra Storia che devono ancora essere sviluppati al massimo e dove abbiamo perso troppi testimoni oculari, le Storia degli emigrati italiani che è sconosciuta a grande parte del pubblico in Patria.
Il noto giornalista Gian Antonio Stella ha scritto dei libri di episodi delle ondate degli emigrati italiani dell’ultimo secolo e mezzo, storie che parlano delle tragedie di questi nostri connazionali e i maltrattamenti nei loro nuovi paesi di residenza. Da questi libri lui ha tratto persino uno spettacolo teatrale per mettere in risalto alcuni degli episodi più rappresentativi. Ma, nonostante tutta la buona volontà, queste storie, come per altri autori del genere, trattano solo alcune facce delle realtà delle vite di nostri parenti e amici all’estero.
Nei casi in cui la RAI tratta questa Storia, sia nei canali RAI in Italia che in RAI World, i programmi si concentrano solo sui volti degli italiani di successo economico e non di quelli di successo in altri campi. Vediamo gli imprenditori italiani all’estero, che poi spesso vendono prodotti italiani nei loro paesi, oppure attori e cantanti di origini italiane, ma sappiamo poco di quelli che hanno avuto successo altrettanto importante in tutti gli altri campi. Come non sappiamo niente di chi ha fallito e i motivi veri e spesso spietati per i molti fallimenti.
Noi sappiamo nulla degli italiani che hanno fatto decine di migliaia di piccole imprese. Non sappiamo di quelli che hanno lavorato duro per permettere ai loro figli di laurearsi per diventare avvocati, medici, architetti ecc. Non sappiamo di quelli che hanno aperto ristoranti e bar italiani in giro per il mondo contribuendo alle vendite mondiali di prodotti alimentari italiani. Non sappiamo di chi non ce l’ha fatta all’estero per poi tornare in Patria.
In questi esempi mi sono limitato alla prima generazione. Della seconda e seguenti generazioni non sappiamo quasi niente. Sappiamo dei problemi d’integrazione dei genitori, ma non sappiamo che nascere in un altro paese spesso non vuol dire essere accettato come cittadino o residente di quel paese. Non sappiamo dei compromessi o gli inganni fatti da genitori e figli per ridurre i soliti scontri generazionali resi ancora più aspri per differenze tra la vita di casa e la vita fuori casa dei figli a scuola e lavoro. Non sappiamo delle diverse versioni della lingua italiana nata all’estero, come non sappiamo delle difficoltà in alcuni paesi per le dittature militari, come nei paesi latinoamericani, oppure di gruppi apertamente razzisti, come il Ku Klux Klan negli Stati Uniti che hanno reso la vita ancora più difficile per gli immigrati italiani. Non sappiamo dei pregiudizi a scuola e al lavoro verso figli di immigrati italiani causati semplicemente dai soliti luoghi comuni che non vogliono morire del tutto.
Per fortuna sono nati gruppi all’estero che hanno cominciato a raccogliere queste testimonianze dirette. Tristemente è troppo tardi per molti delle prime generazioni e abbiamo perso testimonianze importanti di personaggi che hanno lezioni da insegnare ai parenti e i connazionali rimasti in Italia.
Però questi gruppi all’estero non basteranno mai da soli perché il luogo naturale per queste testimonianze e documentazioni fondamentali non esistono solo all’estero, ma dovranno avere un posto fisso e di alto rilievo anche in Italia. Troppi in Patria non si rendono conto del contributo attivo dei loro parenti e amici in altri continenti. Troppi in Italia non capiscono e in molti casi non vogliono capire il vero prezzo pagato da chi ha dovuto emigrare all’estero perché non c’era più posto per lui a casa. Sono tutti casi che hanno contribuito alla Storia del Bel Paese.
Questi sono i libri da scrivere, in italiano e nelle lingue dei nuovi paesi di residenza degli emigrati italiani e dei loro discendenti. Questi sono i libri da incoraggiare in Italia e non solo all’estero perché la vita non si conta solo con i soldi, o con i voti dall’estero per elezioni italiane, ma si conta con i sacrifici, il lavoro, gli studi e infine, con la consapevolezza di conoscere le verità che fino ad ora sono state nascoste nel nostro paese di origine.