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In India, padre ingaggia cinque sicari per uccidere figlia e genero, perché sposi appartenenti a “caste” diverse

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“Meglio morta che moglie di uomo di casta inferiore”, un rituale che in quelle regioni si rispetta ancora.

di Vito Nicola Lacerenza

 

Kausalya e Shankar, si sono sposati, ma il padre di lei non ha mai accettato questa unione, così ha assoldato cinque sicari per uccidere sia la figlia che il genero. È successo in India, nella regione meridionale del Talim Nadu. Il motivo? Questione di “caste”, ovvero, una rigidissima e inviolabile divisione del popolo in classi sociali. Molto simile a quella che esisteva nell’ Europa medievale tra nobiltà e plebe, in virtù della quale ai primi era assolutamente proibito unirsi in matrimonio con i secondi. Una separazione ancora presente in India con la divisione tra caste. Lei, Kausalya, appartiene alla casta dei Thevar, che significa “celestiali”, una delle caste elevate. Suo padre è dirigente. Lui, Shankar, è un Dalit, un “intoccabile”, cioè dello strato sociale ritenuto talmente infimo da non essere considerato neppure una casta. I suoi genitori sono braccianti agricoli pagati giornalmente e vivono con iol resto della numerosa famiglia in una casa con una sola stanza.

La differenza tra le due classi o caste è troppo grande,per rendere possibile, secondo i costumi locali, l’unione tra i due giovani, conosciutisi casualmente nel 2014 frequentando la stessa università. Ironia della sorte la donna è stata costretta  a iscriversi all’università dal padre, per distoglierla dal desiderio di diventare hostess. Un lavoro che le avrebbe fatto indossare uniformi con minigonne troppo corte e, perciò, poco dignitoso per una donna, secondo il genitore. In seguito a questo rifiuto, Kausalya si è iscritta l’università dove ha incontrato Shankar. I due giovani, sfidando costumi e pregiudizi della loro società, hanno deciso di conoscersi meglio, viaggiando sullo stesso autobus. Momenti di innocente amore, colti però dall’occhio vigile dell’autista, il quale, notato il rapporto tra i due studenti, ha reso noto  la storia d’amore ai genitori di Kausalya.

Il padre le ha fatto abbandonare gli studi, convinto, sbagliandosi, di stroncare sul nascere la relazione. Infatti non solo i due innamorati si sono divisi, ma hanno deciso di sposarsi, provocando una dura reazione della famiglia di Kausalya. «Mia madre mi ha detto che sarei stata meglio morta che sposata con lui»- ha raccontato la ragazza ai giudici del tribunale. Al disprezzo della madre si è aggiunto la rabbia del padre che, infuriato per la scelta della figlia, ha deciso di ingaggiare dei sicari pagandoli per uccidere sia la figlia che il genero. Mentre i due coniugi andavano in giro per delle compere in un mercato del posto, i killer li hanno aggrediti, uccidendo a coltellate Shakar e ferendo  gravemente Kausalya. Grazie alla testimonianza della donna e alle immagini raccolte dalle videocamere, il padre e i sicari assassini sono stati arrestati, processati e condannati a morte. La madre, invece, ha dovuto pagare alla figlia un cospicuo risarcimento. Una tragica vittoria per Kausalya, che dopo aver tentato il suicidio, ha deciso di reagire, costruendo, con i soldi ricevuti, due case: una per i genitori di Shankar e un’altra per tutti coloro come lei  vittime dell’ignoranza e della discriminazione sociale. In quelle due case potranno finalmente trovare un luogo dove potersi sentire liberi, al riparo dalle “caste”.

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