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Diritti umani

Immigrazione: un perfetto ecosistema per garantire guadagni sulla pelle degli africani

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Il boss libico Abd al-Rahman al-Milad, che le Nazioni Unite individuano come il Boss del traffico dei migranti,  è anche stato ricevuto negli uffici romani della Guarda Costiera Italiana, cioè nella sede centrale e addirittura, è stato portato in visita in diversi centri di accoglienza Italiani

di Paolo Buralli Manfredi

Negli ultimi mesi stiamo assistendo ad un continuo susseguirsi di notizie sempre più allarmanti ma, molto chiarificatrici, su quell’ecosistema perfetto che garantisce ad ogni parte in gioco il suo piccolo o grande guadagno che, questi disperati provenienti dall’Africa, a loro discapito ed insaputa forniscono al “Sistema immigrazione!”

Sembra ormai chiaro, anche ai più ingenui, che i gestori del traffico dei migranti siano gli stessi che gestiscono i “Lager” e di conseguenza tutte le atrocità che vengono commesse all’interno degli stessi ma, la cosa inquietante, è che i governi coinvolti nella gestione del problema, Governi Europei e di conseguenza anche l’Italia, continuino a trattare con personaggi riconosciuti dall’ONU come persone pericolosissime,  inviandogli  fondi con cui questi signori  hanno costruito i Lager, probabilmente comprano armi, forse dagli stessi che gli inviano fondi per la gestione dell’immigrazione e ducis in fundo presumibilmente usano le montagne di soldi che fanno con il traffico di esseri umani per comprare droga e imporsi nei mercati della criminalità organizzata!

Non sono io che penso queste cose ma le apprendo da una rivelazione pubblicata dall’Avvenire, giornale sicuramente non sovversivo, partitico o filorusso, che punta il dito sulla presenza di Abdul Rahman “ Bija” capo Libico dei trafficanti  ed interlocutore riconosciuto dalle Nazioni Europee, visto che fu presente in un vertice sul tema migrazioni al Cara di Mineo con la presenza, leggete bene, degli 007 italiani! (https://www.avvenire.it/attualita/pagine/caso-bija-nuove-rivelazioni-libia-sibilia).

La conferma di questa visione che l’Avvenire ha ipotizzato, è che nessun big dell’informazione, grandi quotidiani, TV e importanti giornali del web, ne hanno dato notizia, intendo, lo spazio che meritava una notizia del genere, la Prima Pagina!

Va detto anche che questo simpatico signore, pur essendo individuato dalle Nazioni Unite come il Boss del traffico dei migranti, è colui sembra, che “gestisce” la Guardia Costiera Libica e come dicevo qui sopra dunque, riconosciuto dalle nostre forze dell’ordine, (polizie, servizi segreti, guardia costiera, guardia di finanza ect.) il che rende tutto questa questione veramente inquietante e anche un po’ imbarazzante per l’Europa e per l’Italia!

Neanche i partiti ed i politici Italiani hanno aperto bocca su questo fatto, cosa che fa pensare, forse, che esiste un “Sistema Immigrazione” su cui tutte le parti in gioco, Istituzioni, Partiti, forze dell’ordine, ancora oggi dopo lo scandalo Buzzi, continua imperterrito ed indisturbato a produrre moneta sonante per i tantissimi che, sono coinvolti e che in malafede utilizzano questi poveri sfortunati trattati senza un briciolo d’Umanità!

A questa mia prima parte sul tema del “Sistema immigrazione”, va aggiunto che in seguito è stato rivelato che  il boss Libico Abdul Rahman è anche stato ricevuto negli uffici romani della Guarda Costiera Italiana, cioè nella sede centrale e addirittura, è stato portato in visita in diversi centri di accoglienza Italiani, perfettamente informato su come sono organizzati i centri,  su quanto costano, e quanto denaro viene assegnato per ogni migrante, direi più che imbarazzante!

Nella prossima parte cercherò di incominciare a ficcare il naso sulle strutture ed istituzioni che gestiscono gli immigrati sbarcati in Europa, cioè sul territorio Italiano, parlerò delle gestione post sbarco, quindi, i centri d’accoglienza, poi le prefetture territoriali, e come ultima tappa di questo viaggio parlerò di tutto il terzo settore che viene utilizzato e a quanto pare “sfruttato, mal pagato e a volte sembra anche vessato!”

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