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Arte & Cultura

Immigrazione, presentato a Roma il Dossier Statistico 2013

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dossier-270x151Dal rapporto curato da Idos e Unar emerge che la corretta comunicazione è alla base di ogni comportamento non discriminante e finalizzato ad una politica di integrazione tra popoli di differenti culture.

Roma, 15 novembre – “Partendo dai dati statistici in tema di immigrazione si può operare una importante svolta culturale” così Cecilie Kyenge nel suo intervento durante la presentazione del Dossier Statistico Immigrazione 2013, presso il Teatro Don Orione – Roma, curato da Centro Studi Idos in tandem con Unar. “ L’Italia è allo stato dei fatti corridoio privilegiato, per la sua posizione, per i flussi migratori che accedono all’Europa dal Mediterraneo,-” spiega il ministro Kyenge, -“ ma non bisogna cadere in falsi stereotipi che originano da una informazione poco aderente ai dati reali. I migranti che entrano in Italia sono per il 50,3%di provenienza europea, contro il 22,2% che arrivano dal continente africano. Tra questi la comunità più presente è quella romena che conta circa un milione di persone, segue Marocco, Albania e Cina. Dunque veicolare attraverso i giornali che il fenomeno migratorio riguardi prevalentemente la popolazione africana rappresenta un’informazione poco corretta.” Il ministro all’Integrazione riferisce di essere stata invitata nelle scuole e che molti bambini in quella occasione le hanno chiesto come mai “l’Italia è invasa dai clandestini?”, “ i bambini – dice Kyenge – non danno risalto alla nazionalità d’origine o al colore della pelle di chi arriva in Italia, per loro sono solo ‘stranieri’. Compito dei giornalisti è fare in modo di dare le notizie che riguardano il mondo dell’immigrazione senza creare l’effetto collaterale della discriminazione o dello stereotipo negativo”. 944508_517311828342030_182801561_n-660x330Secondo Cecilie Kyenge   il dossier 2013, che ha come titolo ‘Dalle discriminazioni ai diritti’ offre la opportunità di compiere un decisivo passo in avanti “perche’ e’ importante saper spiegare l’immigrazione a tutti, saperne parlare non solo agli addetti ai lavori ma anche a tutta la gente comune che sente parlare di immigrazione solo dai telegiornali quando l’immigrazione diventa cronaca nera, misconoscendo i tanti aspetti positivi che la presenza delle persone immigrate ha per il nostro Paese. Occorre un cambio di mentalita’, per rafforzare un impegno condiviso per fare dell’Italia un Paese piu’ aperto alle persone immigrate, dove esse siano considerate un’opportunita’ e non un problema coinvolgendole maggiormente nello sviluppo del Paese”. Oltre ai dati sulle presenze nel nostro Paese, divise per nazionalità di provenienza, il dossier rivela che nella scelta  tra le aree di residenza continuano a prevalere le regioni del Nord (61,8%) e del Centro (24,2%), mentre le province di Milano e Roma, da sole, detengono un sesto dei residenti (16,9%). In calo , a causa della crisi economica, gli ingressi per lavoro e i visti rilasciati per motivi di lavoro subordinato che sono scesi da 90.483 nel 2011 a 52.328 nel 2012. Alla fine del 2012, inoltre, si e’ svolta una regolarizzazione in favore dei lavoratori non comunitari, per la quale i datori di lavoro hanno presentato 135mila domande, meno della meta’ rispetto al 2009 (295mila). Rilevante, nel 2012, e’ stato il numero dei bambini stranieri nati direttamente in Italia (79.894, il 14,9% di tutte le nascite), cui si affiancano i 26.714 figli di coppie miste (il 5% del totale). Nell’insieme, tra nati in Italia e ricongiunti, i minori non comunitari sono 908.539 (il 24,1% dei soggiornanti) e si puo’ stimare che almeno 250mila siano i comunitari.logo I matrimoni misti, frontiera della nuova societa’, nel 2011 sono stati 18.005, l’8,8% di tutte le unioni celebrate nell’anno, quelli con entrambi gli sposi stranieri 8.612 (4,2%). Tra le positività che l’universo ‘immigrazione’ porta allo Stato italiano va evidenziata quella economica: nel 2011 le entrate dello Stato riconducibili agli immigrati sono state 13,3 miliardi di euro, mentre le uscite sostenute per loro sono state pari a 11,9 miliardi, con una differenza in positivo di 1,4 miliardi a favore delle casse statali nazionali.

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