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Ambiente & Turismo

Il Natale nel mondo

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Tempo di lettura: 9 minuti

Abbiamo fatto un breve giro del globo per saperne di più.

di Francesca Rossetti

Da sempre la festa di Natale è l’occasione tanto attesa che riunisce amici e parenti nella più importante ricorrenza dell’anno. Ma come si caratterizza da un Paese all’altro del mondo, quali sono le similitudini e quali le differenze? Abbiamo fatto un breve giro del globo per saperne di più.

Italia
In Italia il Natale va di pari passo con due elementi fondamentali: il presepe e l’albero natalizio. Il primo presepe vivente si deve a San Francesco d’Assisi che nel 1223, a Greccio, la notte di Natale volle far rivivere, in uno scenario naturale, la nascita di Gesù. Le prime statuine, in legno, furono scolpite invece da Arnolfo di Cambio nel 1280 (alcune sono conservate a S. Maria Maggiore a Roma), ed in Italia la città del presepe per eccellenza è Napoli, nel quartiere di San Gregorio Armeno, dove è possibile visitare le botteghe artigiane aperte al pubblico che scolpiscono le statuette spesso con le sembianze di personaggi famosi, mentre lungo la strada principale si diramano i mercatini che vendono calze, quadretti, regali e decorazioni di ogni genere. Ad Assisi la notte della vigilia è possibile assistere al presepe vivente proprio in onore di S. Francesco. Da dove proviene invece l’albero decorato con palline, luci e fiocchi di neve? Alla fine dell’Ottocento era di moda nelle corti europee addobbare abeti con decorazioni natalizie e la regina Margherita fece allestire un abete al Quirinale. Ecco quindi che questo simpatico compagno delle feste prese piede nelle case di tutto il mondo, e da sempre è abitudine collocare i doni sotto ed aprirli la sera della vigilia. I primi Paesi che però lo hanno adottato come simbolo delle festività natalizie sono stati Germania e Scandinavia, poiché in Nord Europa da molti secoli si festeggia il passaggio dall’autunno all’inverno piantando davanti a casa un abete addobbato con alcune ghirlande. Ad esse sono state poi aggiunti nastri e candele, fino all’Ottocento, quando alcuni artigiani svizzeri e tedeschi crearono decorazioni in vetro soffiato. In Italia il cenone della vigilia è normalmente composto da pesce, salsicce di maiale alle lenticchie oppure tacchino ripieno con castagne. In molte regioni il primo è a base di tortellini in brodo oppure cotechino,  mentre i dolci più comuni sono panettone, torrone e panforte, tutti a base di noci e mandorle  poiché le noci sono simbolo di fertilità della terra e contribuiscono a incrementare la famiglia e la vita lavorativa.

Germania
Nei Paesi germanofoni il periodo di festa inizia l’ 11 novembre, il giorno di San Martino, in cui i  bambini sfilano in processione con delle lanterne fatte a mano che indicano la luce della stella cometa seguita dai Re Magi. Il 6 dicembre San Nicola porta in dono dolci che lascia nelle calze posizionate fuori dalle finestre, e secondo la leggenda arriva nottetempo sul suo cavallo alato e prende la biada ed il fieno che gli vengono lasciati in cambio dei regali che porterà. Nel periodo dell’Avvento sul tavolo della cucina vengono posizionate delle corone di fiori a ghirlanda con candele  durante le quattro domeniche precedenti il Natale. La sera delle vigilia si addobba l’albero e a mezzanotte due persone delle famiglia o amiche si travestono da  Christkind (il Bambino Gesù) e Babbo Natale per  consegnare  i regali ai bambini buoni.
La cena è composta da carne di maiale, insalata di maccheroni, salsicce bianche e altre specialità regionali. Come dolci marzapane, tavolette aromatizzate e una specie di pane con frutti canditi.

Albania
La popolazione albanese è in maggioranza musulmana e come da Corano non mangia carne bensì verdure, minestre vegetali, pesce e frutta. La minoranza cristiana segue invece i dettami consueti: la sera del 24 ci si scambiano i regali, mentre il pranzo del 25 vede sempre la presenza fissa del tacchino ripieno. La portata principale è il dessert: il dolce tipico è la baklava risalente all’epoca bizantina e composto da noci e miele. Si dice fosse il dolce dei Sultani e ad oggi risulta essere un potente afrodisiaco.
Nel centro di Tirana viene decorato un enorme albero ed organizzati giochi per i bambini nella piazza principale.

Francia
Nella notte di Natale, Gesù Bambino passa nelle case a distribuire i regali, riponendoli nelle scarpe dei bambini. Appende anche dolci e frutta all’albero di Natale. Il cenone si svolge dopo la Messa di mezzanotte ed è denominato “le reveillon”, con menu a base di anatra, dolci di farina di grano saraceno e panna acida, tacchino con castagne. A Parigi sono d’obbligo ostriche e Foie Gras. La torta chiamata “La bouche de Noel” a forma di tronco d’albero viene servita a fine cena e ricorda il ceppo che un tempo veniva acceso per riscaldare Gesù Bambino nel presepe. I presepi francesi più belli sono quelli provenzali, con le statuine d’argilla e decorazioni illuminate, il tutto rigorosamente fatto a mano da bravissimi artigiani locali. 

Russia
La Russia è in maggioranza di fede cristiano- ortodossa e il Natale viene celebrato il 6 gennaio, San Nicola, che è l’equivalente del nostro Babbo Natale. Durante la cena della vigilia di Natale si mangia  il Kutya, una specie di zuppa di grano e miele, simboli di speranza e felicità. Il Kutya viene mangiato da uno stesso piatto posto al centro del tavolo e rappresenta l’unità della famiglia, per cui ogni membro attinge col proprio cucchiaio personalmente.

Polonia
I cibi tipici del Natale polacco sono pesce e verdura ed i dolci sono cucinati senza zuccheri, olio e grassi vegetali. La vigilia è chiamata Festa della Stella e per  tradizione la cena inizia quando compare la prima stella in cielo.

Danimarca
L’Avvento danese è caratterizzato da gruppi di bambini travestiti da folletti  con abiti rossi e cappello a punta nelle sembianze degli aiutanti di Babbo Natale (Julemann) che fanno piccoli scherzetti in casa e per le strade. Il pranzo della vigilia è composto da oca arrostita con cavoli, patate nere e come dolce  riso alle mandorle: all’interno viene nascosta una mandorla intera e chi la trova (di solito si fa trovare al bambino più piccolo) riceve un bel regalo.  Dopo cena si balla intorno all’albero, si cantano canzoni natalizie e si scartano i regali.

Finlandia
Nella penisola scandinava,  all’esterno delle case viene preparato un secondo alberello per… gli uccellini: un covone di grano legato ad un palo e addobbato con semi appetitosi. Babbo Natale vive con Mamma Natale e tanti piccoli aiutanti in Lapponia, all’interno di una montagna chiamata Korvatunturi: questa montagna ha tre orecchie, cosicché Babbo Natale può ascoltare i messaggi che gli arrivano da tutto il mondo. La renna preferita di Babbo Natale si chiama Rudolph ed è una renna molto particolare: ha il naso rosso che brilla!

Canada
Il Natale canadese è caratterizzato da neve e laghi ghiacciati, l’ideale per le pattinate sotto grandi alberi addobbati a festa nelle strade cittadine. In ogni casa le decorazioni tradizionali sono corone di alloro e luci colorate e la settimana prima di Natale i bambini scrivono a Santa Claus per chiedergli i regali che saranno lasciati nelle calze appese fuori dalle finestre (dolci e giocattoli).  In alcuni paesi esiste ancora la tradizione per i bambini di andare a cantare di casa in casa per ricevere in compenso monete, dolcetti o qualcosa di caldo da bere. Il pranzo del 25 è a base di  tacchino ripieno con contorno di patate e salsa di mirtilli, oppure anatra arrosto.

USA
Negli Stati Uniti, il pranzo del 25  è composto da arrosto di manzo oppure tacchino e purea di patate, salsa di mirtillo rosso e verdure come fagiolini verdi o zucchini. Per dessert, poi, gli americani mangiano biscotti e crostate fatte secondo le ricette familiari risalenti ai tempi dei padri pellegrini. L’eggnog è la tradizionale bevanda a base di uova, latte, zucchero e a volte anche rum.
Il piatto più caratteristico è il Lumberjack Pie, una crostata di purea di patate riempita di carne, cipolla e cannella.

Messico
Durante le nove notti che precedono il Natale, viene celebrato il rito de La Posadas, cioè il girovagare di Giuseppe e Maria a Betlemme, in cerca di una locanda ( in spagnolo, “posada”). La processione è composta da un bambino vestito da angelo, altri due  che portano le statue di Giuseppe e Maria e infine da altri gruppi di bambini. Ogni sera una casa offrirà ospitalità al gruppo e non appena la processione arriva alla casa prescelta sera per sera, i bambini si dividono in due gruppi: uno rappresenta i pellegrini e l’altro i locandieri che rifiutano di dare alloggio agli sposi. Per otto notti si ripete la stessa cerimonia, fino alla notte della vigilia in cui si farà rivivere la nascita del bambino Gesù.

Brasile
Il Brasile è un’ex colonia portoghese e i suoi abitanti, di qualsiasi origine siano,  hanno ereditato le tradizioni del Portogallo: durante la cena del 24 si mangia tacchino, riso, verdura e frutta; poi si va alla messa di mezzanotte. Durante la notte arriva Papai Noel (Babbo Natale), con i pantaloni corti per il caldo!

Argentina
Il giorno più importante del Natale argentino è la vigilia , quando la famiglia si riunisce, si mangia l’asado (carne alla brace) e si brinda con panettone e spumante. Fino a pochi anni fa i regali erano portati dai Re Magi a gennaio e i bambini lasciavano fuori dalla porta una scarpa e un po’ d’acqua e dell’erba per i cammelli. Negli ultimi anni anche qui ci si scambiano i doni personalmente.

Israele
A Betlemme si festeggia il Natale in tre modi: la chiesa cristiana cattolica lo celebra il 25 dicembre, quella ortodossa il 6 gennaio e la chiesa armena lo celebra il 19 gennaio.
Qui si trova la chiesa della natività, costruita nel luogo dove si dice che sia nato Gesù.

Capodanno
La data del Capodanno, diversa da luogo a luogo, è cambiata durante i secoli. L’uso di iniziare l’anno dal 1° gennaio cominciò con la riforma di Giulio Cesare, entrata in vigore nel 46 a.C. Durante il Medioevo, è stato sostituito dalle date di importanti festività cristiane. Ad esempio nella Repubblica veneta, fino al 1797 il Capodanno si festeggiava il 1° marzo. Il Capodanno fiorentino o pisano si festeggiava invece il 25 marzo, quello bizantino il 1° settembre. In Francia il Capodanno si festeggiava a… Pasqua, a seconda del giorno in cui cadeva anno per anno. Nei paesi orientali come il Giappone e la Cina, di religione buddista e scintoista, la stagione festiva si colloca principalmente a Capodanno. Negli ultimi anni, però, in molte famiglie si è diffusa la moda di festeggiare anche il Natale in chiave moderna: ci si scambiano i regali, si addobba l’albero e si va a fare shopping.    Un Capodanno tutto particolare è quello cinese, seguito dall’inizio della primavera. E’ una manifestazione molto bella e suggestiva, caratterizzata da fuochi pirotecnici e che in passato indicava una svolta decisiva per gli affari: dovevano essere pagati tutti i debiti e si poteva sperare in una vita migliore e in un maggiore successo nell’anno nuovo. Oggi in tutta la Cina è il momento delle riunioni familiari, delle visite agli amici, del riposo dal duro lavoro del resto dell’anno, e di ogni sorta di intrattenimento.
Le case vengono pulite a fondo e la biancheria lavata con una cura particolare, così come luoghi di lavoro e pubblici, poiché le leggenda narra che la pulizia avrebbe eliminato le sfortune e portato auspici di buona sorte.
Sugli edifici pubblici vengono appese lanterne accese con grandi nastri rossi e gialli e strisce di carta colorata, e nelle case dappertutto fiori o lanterne. Tutti cercano di essere a casa per la vigilia del Capodanno e ci si scambiano piccoli regali. Per i bambini ci possono essere dei nuovi vestiti, giocattoli, dolci o una piccola somma di denaro. Molto importanti sono i regali  per gli anziani.
Il cibo consumato ha un preciso significato: per esempio, vengono preparate delle torte chiamate nian-gao che simboleggiano la prosperità della famiglia. Le cene cinesi hanno dodici portate, come i 12 apostoli e le 12 lune, da sempre sinonimo di buona fortuna come le rape, ed il pesce, servito intero, simboleggia l’abbondanza e l’unità familiare. La verdura di mostarda (una verdura con foglie) rappresenta longevità, mentre gli gnocchi cinesi ricchezza. La loro forma ricorda infatti gli antichi lingotti cinesi in oro e argento. Una moneta viene cucinata al loro interno e si dice che colui che la troverà  diventerà la persona più facoltosa e fortunata dell’anno che sta iniziando.

In Giappone, la festa di Capodanno è chiamata Shogatsu: è la  più importante dell’anno e si protrae per ben tre giorni, durante i quali i parenti si riuniscono e molte famiglie si recano dai nonni a trascorrere le vacanze.  Alla mezzanotte del 31 dicembre la famiglia si reca in visita al santuario locale o al tempio per pregare affinché il nuovo anno sia fortunato. Nei templi delle città, trenta minuti prima di mezzanotte, si suona una grande campana per 108 volte. Il primo dell’anno è caratterizzato da una colazione speciale e ai bambini vengono regalati dei soldi. Ognuno attende con ansia di ricevere i biglietti d’auguri, chiamati nengajo, emessi dal Ministero delle Poste e Telecomunicazioni ed abbinati a un concorso a premi. Si trovano spesso in forma personalizzata con disegni, adesivi o fotografie e vengono spedite tutte insieme la mattina di Capodanno. In esse, oltre ai saluti convenzionali di “Buon Anno Nuovo”, si scrivono notizie su se stessi.
Il pasto tradizionale simboleggia lunga vita ed è chiamato toshikoshi soba (pasta di grano saraceno). Vengono anche serviti il mochi (riso battuto), verdure e pesce. L’Ozoni è il cibo offerto al dio del Nuovo Anno: è una minestra a base di pollo e verdure mentre Otoso è un vino di riso dolce tipico delle feste.    

 Befana
“L’epifania tutte le feste porta via” è un detto popolare diffuso in Italia, ma cos’è l’Epifania e soprattutto chi è la Befana?
Il termine Befana deriva dal greco “Epifania”, apparizione, indicando la visita che i Magi fecero a Gesù. Si pensa che fossero tre, Gaspare, Melchiorre e Baldassarre, in base ai doni che portarono: oro, incenso e mirra. In Italia circolano due leggende sulla Befana:  la prima racconta che i Magi, durante il loro viaggio, si fermarono a chiedere ospitalità a una vecchia che gliela negò. Più tardi la donna cambiò idea, ma ormai i Magi erano troppo lontani. Un’altra narra che i Magi chiesero alla vecchietta di accompagnarli per portare i doni a Gesù, ma la vecchietta rifiutò, perché doveva finire le faccende di casa. Quando ci ripensò, i Magi erano troppo lontani, e lei cominciò a inseguirli con in mano la scopa, ma non riuscì a raggiungerli. Per questo la Befana viene raffigurata come una vecchia a cavallo di una scopa che gira di casa in casa, lasciando ai bambini i doni che non ha potuto dare a Gesù bambino.   

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