Attualità
Il brand Versace venduto agli americani. Un altro marchio del Made in Italy va all’estero

Dalla moda, alla gastronomia all’industria automobilistica le aziende d’eccellenza abbandonano l’Italia.
Di Vito Nicola Lacerenza
Versace, uno simbolo dell’industria della moda italiana, diventa statunitense. La sua omologa americana Michael Kors Holding ha sborsato 1.7 miliardi di euro diventando principale azionista dell’azienda. Sono trascorsi 40 anni da quando Gianni Versace, stilista e fondatore dell’omonima casa di moda, lanciò la sua prima linea di abbigliamento a Milano, dando lustro al Made in Italy. Da allora il mondo della moda italiana ha perso molti dei suoi marchi migliori: Valentino, comprata dalla Holding Mayhoola Investiments del Qatar; Gucci, passata sotto il controllo della multinazionale francese Kering; d’oltralpe è anche l’azienda LVMH che ha comprato Bulgari e Fendi.
Ma la fuga delle imprese italiane all’estero non riguarda solo il mondo della moda, bensì il Made in Italy nel suo complesso. Marchi simbolo dell’industria dolciaria italiana, ad esempio, sono stati comprati da aziende straniere. Pernigotti è stata venduta ai turchi di Toksokz, mentre Perugina, Antica Gelateria del Corso e Motta sono passate sotto il controllo della multinazionale francese Nestlé, che inoltre possiede San Pellegrino e Buitoni. Il Made in Italy perde pezzi anche nel settore automobilistico e motociclistico. Lamborghini e Ducati sono state acquistate dalla tedesca Volkswagen. La crisi delle imprese italiane è trasversale, tanto da non risparmiare neppure le aziende produttrici di elettrodomestici come Indesit e Zanussi. La prima è stata acquistata dalla Whirlpool americana mentre l’altra dalla svedese Electrolux. Sono oltre 40 i marchi italiani venduti a imprese straniere e riguardano ogni settore produttivo. Il timore che negli anni il numero possa aumentare è alto, la crescita economica nazionale arranca.