Italiani nel Mondo
IGT, DOP, IGP, DOC, DOCG, STG: simboli di origini e qualità i italiane- IGT, DOP, IGP, DOC, DOCG, STG: symbols of Italian origins and quality

IGT, DOP, IGP, DOC, DOCG, STG: simboli di origini e qualità i italiane
L’articolo di oggi inizia con quel che è indubbiamente le stereotipo più tipico di noi italiani e discendenti di emigrati italiani, la nostra cucina che è il soggetto di un’infinità di post ogni giorno sui social.
È anche il motivo di quasi altrettante controversie per l’autenticità delle ricette, e spesso, anche chi contesta un post non conosce le tradizioni di altre regioni in Italia.
E in tutto questo, troppi all’estero non si rendono conto che ci sono due regole rigide della vera cucina italiana, soprattutto quella tradizionale. La prima è di cucinare in modo semplice da valorizzare la qualità della materia prima, in modo particolare, di utilizzare verdure e frutta di stagione.
Questo vuol dire utilizzare prodotti locali, per cui, per dare soltanto un esempio, la vera “insalata alla caprese” NON utilizza l’aceto balsamico, perché è una tradizione di Modena e non di Capri. Inoltre, l’aceto, di qualsiasi genere no è adatto per la mozzarella, allora, per i tradizionalisti, qualsiasi insalata con l’aceto di qualsiasi tipo, e non solo quello balsamico, non è una vera insalata caprese…
Allora, e di conseguenza, la seconda regola è di utilizzare prodotti tradizionali, spesso legati a territori particolari.
Perciò, prima di continuare, bisogna capire che, per via della sua geografia e clima, l’Italia ha innumerevoli mini-ambienti e, di conseguenza, il gusto dei prodotti cambia da zona a zona.
Per esempio, basta assaggiare in qualsiasi negozio, il prosciutto di Parma, quello san Daniele, il toscano e di altri territori per capire che il gusto cambia veramente da zona a zona e l’uso di ciascun tipo è determinato dal tipo di ricetta.
E questo vale per ogni genere di prodotti in Italia, compresi insaccati, vini, formaggi, e così via. Perciò un prodotto deve essere quello vero dei territori di produzione…
Proprio questo è il motivo per cui la cucina italiana all’estero non potrà mai essere uguale alla stessa cucina in Italia, perché molti di questi prodotti, o non sono disponibili all’estero, oppure il costo è così alto che pochi se lo possono permettere. E un prodotto di questo genere costosissimo è l’aceto balsamico di Modena tradizionale che può arrivare fino a migliaia di euro a bottiglietta per quello di cento anni.
Inoltre, alcuni prodotti, come la mozzarella di bufala, possono essere apprezzati al massimo solo quando freschi, per cui solo chi si trova in quei territori può assaggiarli nel miglior modo possibile.
Senza dimenticare che i ristoratori all’estero devono anche soddisfare i gusti dei loro clienti autoctoni, che spesso vuol dire cambiare le ricette, partendo dal tempo di cottura della pasta…
Ora la domanda è, come si riconosce il prodotto vero se non ti trovi in quei territori di provenienza?
La risposta è semplice e si trova nelle sigle che vediamo nel titolo, che identificano i prodotti importanti per via delle loro origini e le loro caratteristiche.
Indubbiamente, ogni lettore le avrà viste nel corsi degli anni, ma quanti all’estero sanno cosa vogliono dire queste denominazioni importanti e preziose? Pochi, in termini dei controlli per poter sfoggiarle sull’etichetta dei prodotti.
Allora, vogliamo spiegare ai nostri lettori il loro significato.
IGT, Indicazione Geografica Tipica, denominazione italiana che riconosce l’eccellenza di vini, ma in questo caso l’uva può non essere limitata solo a una zona specifica, ma può anche venire anche da altre zone.
DOP, Denominazione di Origine Protetta è la denominazione più conosciuta di eccellenza dei vini con ogni caso limitato a vini di una determinata zona, e con i controlli di ogni fase della sua produzione fino alla vendita, partendo dall’origine dell’uva (sempre locale). Per avere la denominazione bisogna essere DOC per almeno 10 anni. Oltre i vini, attualmente i prodotti di questa denominazione comprendono olii, formaggi (circa 50 tipi), pesci e carni.
IGP, Indicazione Geografica Protetta Italiana, dall’Unione Europea all’Italia per controllare determinati prodotti, ma con libertà di aggiungere ingredienti da altre zone, basta solo un ingrediente della zona per avere questa certificazione.
DOC, Denominazione di Origine Controllata, denominazione italiana dal 1966, creata per accertare una certa qualità di prodotti da un luogo determinato, ogni prodotto deve avere la denominazione IGT da almeno 5 anni, con controlli di ogni fase della sua produzione. Principalmente per vini, ma anche per altri prodotti, come il Grana Padano, il Parmigiano Reggiano, il Prosciutto di Parma, l’Aceto Balsamico di Modena, la Mozzarella di Bufala Campana, la Mortadella di Bologna, il Gorgonzola e il Prosciutto San Daniele.
DOCG, Denominazione di Origine Controllata e Garantita Italiana, è la certificazione più severa per ogni zona coperta da un determinato prodotto, e non solo per vini più pregiati, come il Brunello di Montalcino e il Vino Nobile di Montepulciano. In questo momento i prodotti di vari tipi coperti da questa denominazione sono quasi 170.
STG, Specialità Tradizionale Garantita. Questa denominazione prima UE e poi italiana è stata creata per proteggere mezzi di produzione tradizionali secolari. Infatti, l’approvazione finale deve essere confermata dalla Commissione dell’Unione Europea. La denominazione non deve essere legata solo a una zona, ma a un mezzo di produzione. Per ora soltanto la mozzarella e la pizza napoletana sono riuscite a ottenere questo riconoscimento.
I lettori, sia in Italia che all’estero, che vorranno sapere di più di queste categoria potranno trovare i dettagli facilmente online.
Il fatto che esistono cinque categorie per denominare prodotti importanti dimostra chiaramente la qualità dei nostri prodotti, ma queste denominazioni devono anche servire come un avviso ai lettori all’estero sugli inganni di produttori esteri che cercano di copiare i prodotti, sempre con altri che non rispecchiano mai la qualità necessaria per ottenere questi riconoscimenti.
Indubbiamente, il prodotto italiano più copiato da versioni fasulle è il Parmigiano Reggiano DOC, quasi sempre sotto il nome “parmesan”, che non è che l’ombra di quello vero. Bisogna poi riconoscere che questi inganni non si limitano solo a prodotti italiani, un altro caso celebre è lo champagne francese.
Perciò, consigliamo ai nostri lettori, particolarmente all’estero, di controllare bene i prodotti “italiani” che comprano perché questi inganni non sono altro che una truffa non solo a danno di chi li acquista, ma anche un grandissimo danno ai nostri produttori che creano prodotti di altissima qualità che strameritano d’essere premiati e non danneggiati dai ciarlatani che cercano di sfruttare e, di conseguenza, danneggiare la loro reputazione.
IGT, DOP, IGP, DOC, DOCG, STG: symbols of Italian origins and quality
Today’s article starts with what is undoubtedly the most typical stereotype of us Italians and descendants of Italian emigrants, our cuisine, which is the subject of countless posts every day on social media.
It is also the subject of almost as many disputes over the authenticity of recipes, and often even those who dispute a post do not know the traditions of other regions in Italy.
And in all this, too many people do not realize that there are two strict rules for real Italian cuisine, especially the traditional one. The first is to cook in a simple way that enhances the quality of the raw materials and, in particular, to use seasonal fruit and vegetables.
This means using local products, so as, to give just one example, real “Caprese salad” does NOT used balsamic vinegar because it is traditional to Modena and not from Capri. Furthermore, any kind of vinegar is not suitable to be used with mozzarella, so, for traditionalists, any salad with vinegar of any type, and not just balsamic, is not a true Caprese salad
So, and consequently, the second rule is to use traditional products, often connected to specific territories.
So, before continuing, it must be understood that, due to its geography and climate, Italy has countless mini-environments and, consequently, the taste of products changes from area to area.
For example, you only have to taste at any store, Prosciutto di Parma (Parma ham), San Daniele prosciutto, Tuscany, and other territories, to realize that the taste really does change from area to area, and the use of each type is determined by the type of recipe.
And this applies to every type of product in Italy including cured meats, wines, cheeses and so forth and so a product has to be the real one from the areas of production…
This is precisely why Italian cuisine overseas can never be the same as the cuisine in Italy because many of these products are either not available overseas, or the cost is so high that few can afford them. And one such very expensive product is the traditional balsamic vinegar of Modena which can cost up to thousands of euros for a small bottle of one hundred-year-old vinegar.
In addition, some products, such as buffalo milk mozzarella, can be appreciated to the fullest only when fresh, so only those who are in the territories can taste them at their best.
Without forgetting that restaurateurs overseas also must cater for the tastes of their native customers, which often means changing recipes, starting with the cooking time of the pasta…
The question now is, how do you know the real product if you are not in those territories?
The answer is simple and is found in the acronyms we see in the title which identify important products because of their origins and their characteristics.
Undoubtedly every reader will have seen them over the years, but how many people overseas know what these important and valuable classifications mean? Few, in terms of the controls necessary to be able to display them on the labels of the products,
So, we would like to explain their significance to our readers.
IGT, Indicazione Geografica Tipica (Typical Geographical Indication), an Italian classification that recognizes the excellence of wines, but in this case the grapes may not be limited to only one specific area but may also come from other areas.
DOP, Denominazione di Origine Protetta (Protected Designation of Origin), this is the most recognized classification for excellence of wines with every case limited to the wines of a specific area, and with controls at every stage through to sale., starting with the origin of the grapes (always local). In order to have this classification it must be classified as DOC for at least 10 years. In addition to wines, the products of this classification currently include oils, cheeses (about 50 types), fish and meat.
IGP, Indicazione Geografica Protetta (Protected Geographic Indication) an Italian classification from the European Union for checking specific local products, with the freedom to add ingredients from other areas, only one ingredient needs to be from the area to have this classification.
DOC, Denominazione di Origine Controllata (Controlled Designation of Origin), an Italian classification dating back to 1966, created to ascertain a certain level of quality of products from a specific place, each product must have been classified IGT for at least 5 years, with controls at every stage of its production. Mainly for wines, but also other products, such as Grana Padano, Parmigiano Reggiano, Prosciutto di Parma, Balsamic Vinegar of Modena, Buffalo milk mozzarella from Campania, Mortadella of Bologna, Gorgonzola cheese and Prosciutto San Daniele.
DOCG, Denominazione di Origine Controllata e Garantita Italiana (Controlled and Guaranteed Designation of Origin) is the strictest classification for any area covered by a given product, and not only for precious wines such as Brunello di Montalcino and Vino Nobile di Montepulciano. At the present time there are almost 170 products of various types covered by this classification.
STG, Specialità Tradizionale Garantita (Guaranteed Traditional Specialties). This classification, first EU and then Italian, was created to protect centuries old traditional means of production. In fact, final approval must be confirmed by the European Union Commission. The classification must not be connected to only one area, but to a means of production. So far, only mozzarella and Neapolitan pizza have managed to obtain this classification.
Readers, both in Italy and overseas, who would like to know more about these categories can easily find the details online.
And the fact that there are five categories to classify important products clearly demonstrates the quality of our products, but these classifications must also serve as a warning to readers overseas about the deceptions of overseas producers who try to copy products, always with products that never reflect the quality needed to obtain these recognitions.
Undoubtedly, the Italian product most copied by fake versions is Parmigiano Reggiano DOC, almost always under the name “parmesan”, which is but a shadow of the real product. It must also be recognized that these deceptions are not limited only to Italian products, another famous case being French champagne.
Therefore, we advise our readers, particularly those abroad, to check carefully the ‘Italian’ products they buy because these deceptions are nothing but a scam not only to those who buy them, but also a great detriment to our producers who create products of the highest quality that deserve to be rewarded and not damaged by the charlatans who try to exploit them and, consequently, damage their reputation.