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Tecnologia

I droni: moderni e precisi “guardiani dei campi”

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Tempo di lettura: 4 minuti

I droni strumenti che mirano non solo all’aumento della redditività del sistema agricolo: sono ausili oltremodo attenti alla sostenibilità, all’ambiente e alla salute degli esseri umani

 di Giordana Fauci

Grazie all’uso dei droni, il contadino di oggi non è più costretto a lavorare indefessamente la terra, dall’alba fino al tramonto, sette giorni su sette, per l’intero anno: i droni lo hanno sostituito in svariati compiti, mentre i sensori lo aiutano a prendere decisioni che si traducono non solo in risparmio di lavoro ma finanche di acqua e di energia.

Pertanto questi strumenti hanno rivoluzionato le analisi multispettrali, sostituendo mezzi oramai obsoleti, grazie alla rapidità di acquisizione e all’alta risoluzione delle immagini che sono in grado di produrre.

Vediamo quindi – dapprima in sintesi e, poi in modo più dettagliato – qual è l’utilità di tali strumenti, ovvero dove si applicano e quali vantaggi se ne ricavano in ambito agricolo.

I droni sono utili a realizzare mappe che consentono di monitorare le coltivazioni.

Si applicano tramite piattaforma cloud, app in campo, oppure su appositi macchinari.

Il loro uso consente di effettuare scelte consapevoli, ottimizzando la produzione e, al contempo, riducendo gli sprechi, con interventi sempre più mirati e precisi.

Inoltre, a differenza dei satelliti e degli aerei, con i droni spariscono i disturbi causati dal filtro prodotto dall’atmosfera, oltre ai problemi legati alla copertura nuvolosa.

Senza dimenticare che, rispetto ai sensori da terra, la velocità di acquisizione del drone è di gran lunga superiore e – quaestio davvero importante! –  estremamente dettagliata.

Basti pensare all’analisi dall’alto  della chioma di un albero che consente di ottenere dati oltremodo precisi ed affidabili.   

Dunque al contadino moderno non resta altro da fare se non dare un occhio alle piante ed uno al computer.

Un modo diverso di fare agricoltura e che non può non attirare una nuova generazione di agronomi ed ingegneri.

In effetti, non pochi sono i coltivatori che non solo hanno messo a punto un sistema di sensori che, senza l’ausilio di internet e blutooth, invia i dati raccolti anche a chilometri di distanza ma, ancor di più, risultano coloro che utilizzano i droni per monitorare la salute di vigneti, oliveti e di ogni altra coltura.

Sui droni vengono perciò installate macchine fotografiche e i dati così raccolti sono elaborati da uno specifico software.

A quel punto, al cliente sono fornite le mappe, che identificano ogni genere di problema, invero impossibile da vedere ad occhio nudo, quali agenti infestanti, stress idrico, crescita delle piante etc.

Ed è proprio grazie alle mappe che diviene possibile monitorare lo stato di salute delle colture, effettuando una gestione differenziata e “di precisione”, tramite concimazione, irrigazione, trattamenti, gestione della chioma, oltre a prendere le giuste decisioni in base ai dati oggettivi raccolti.

Le mappe possono essere gestite automaticamente, ovvero da macchinari dotati di GPS e/o tecnologia VRT (Variable Rate Technology).

Inoltre, per chi non possiede questi macchinari è sufficiente ricorrere all’installazione di una app, che permette di visualizzare la posizione nella mappa prescelta, come si trattasse di un semplice navigatore.

Diviene così estremamente facile individuare le zone segnalate dalla mappa, intervenendo in modo efficace e mirato.

Poi, grazie alla piattaforma cloud, è possibile pianificare attentamente gli interventi, oltre a gestire lo storico dei dati acquisiti

Ecco perché l’essere umano interviene oramai solo laddove necessario, risparmiando acqua ed energia, oltre al suo duro lavoro. Perché l’operato del contadino oggi è opportuno solo per monitorare la temperatura, la rugiada, l’umidità, il contenuto volumetrico dell’acqua di substrato, il ph del suolo e l’intensità del vento: dati che, in ogni caso, continuano ad essere di fondamentale importanza per chi coltiva la terra.

Ed ecco perché gli imprenditori agricoli non avrebbero potuto non rendersi conto di quanto la tecnologia è divenuta fondamentale. E proprio per questo non la schivano più. Anzi!

La Digital Farming sta divenendo un metodo sempre più utilizzato, al punto da favorire la diffusione di strumenti in grado di usare i dati per consentire il “dialogotra le macchine.

Oltretutto, l’uso dei droni permette di selezionare e analizzare solo le piante di interesse, scartando, di contro, quelle che non lo sono.

Ciò accade grazie all’esistenza dell’algoritmo di intelligenza artificiale, che consente di ottenere risultati sempre più affidabili, oltre a dati veritieri, perché frutto di massima precisione.

Ma v’è di più!

I droni sono utilizzati anche per proteggere le culture dall’attacco di animali, quali ad esempio gli uccelli, ovvero in sostituzione dei vecchi spaventapasseri in paglia, a dir poco superati oramai.

Esistono, infatti, droni di nuova concezione in grado di sorvolare i campi e spaventare gli uccelli grazie a diffusori acustici capaci di riprodurre versi di rapaci, come aquile e falchi.

Una volta che la batteria si scarica, i droni tornano in modo automatico alla stazione di ricarica, atterrando in modo preciso grazie a GPS e videocamere, per poi decollare nuovamente in modo autonomo quando la ricarica è completa.

A quanto pare, con una sola carica, il velivolo è in grado di tenere sotto controllo ben 10 ettari di terreno.

Ad essere ancor più precisi, in soli venti minuti di volo è possibile coprire fino a 20 ha di superficie, con una risoluzione spaziale di 6 cm/pixel.

Anche in tal caso, l’unica cosa che l’agricoltore deve fare è impostare il piano di volo grazie ad un’app.

La traiettoria, così come i versi dei rapaci, è del tutto casuale, per evitare che gli uccelli si abituino alla presenza del drone e possano comunque danneggiare i campi.

Non si può non essere grati per l’esistenza di strumenti così precisi. Tanto più a basso costo e che si possono utilizzare ripetutamente, al fine di rendere sempre più precise ed ancor più produttive le coltivazioni agricole.

Strumenti che, nel periodo del lockdown, generato dalla pandemia ancor oggi in corso, hanno consentito la prosecuzione di lavori che, altrimenti, si sarebbero interrotti e che, in assenza della presenza umana, avrebbero comportato la perdita della maggior parte dei raccolti, oltre che di ingenti guadagni che, invece, è stato possibile salvare.

…Perché i droni non mirano al solo aumento della redditività del sistema agricolo: sono ausili oltremodo attenti alla sostenibilità, all’ambiente e alla salute degli esseri umani.        

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