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“Gatti Bengala”, è mania tra i Vip: intervista all’allevatrice degli ibridi gatto-leopardo

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I “Bengal cat”, come sono conosciuti nel resto del mondo, sono una razza piuttosto rara e ricercata di gatti perché sono dei gatti incrociati con un tipo di leopardo che si trova solo in Asia

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Vicenza, 27 maggio 2016 – Dopo che lo stilista Stefano Gabbana ne ha adottato uno, facendolo conoscere e rendendolo una razza desiderata ed ambita anche da altri Vip si sta diffondendo anche in Italia la mania per i gatti bengala. I “Bengal cat”, come sono conosciuti nel resto del mondo, sono una razza piuttosto rara e ricercata di gatti perché sono dei gatti incrociati con un tipo di leopardo che si trova solo in Asia. Per saperne di più siamo andati alla ricerca di colei che è definita la “Regina italiana” dei Bengal cat, ovvero Tonietto Luisa Albachiara. Lei in Italia i “gatti bengala” è stata la prima ad importarli e la prima ad iniziare un programma di selezione molto serio nella sua Khoomfay Oasis (www.allevamentogattibengala.it) dove alleva i suoi rari esemplari di ibridi, importando esemplari provenienti dai più importanti allevamenti nel mondo. Albachiara è stata numerose volte in Thailandia, Bangladesh e India per capire le reali condizioni di tutela di questi felini che ad oggi stanno avendo una velocissima diminuzione di numero a causa del bracconaggio ed il disboscamento, creando solide collaborazioni con associazioni di tutela della razza che operano in quei posti e per diffondere una cultura di salvaguardia delle biodiversità. In Italia, attraverso la sua oasi, oltre ad allevare degli esemplari spettacolari dei gatti bengala, cerca di far conoscere il rischio di estinzione che corrono molti felini nel mondo. Ora Albachiara sta scrivendo la sua appassionante storia in un libro che si chiamerà “I Leopardi del Brenta” visto che Bassano del Grappa è il luogo dove vive e li è famosa per apparire lungo il fiume Brenta assieme ai suoi piccoli leopardi che si divertono a nuotare nel fiume ed a farsi fotografare dai turisti. Ecco dunque cosa ha detto Tonietto Luisa Albachiara, la prima allevatrice italiana dei gatti bengala a Serena Maggi del Blog del Gatto Bengala che l’ha intervistata per noi. Allora, finalmente dopo le nostre richieste, ha deciso di raccontarci la sua vita… -Eh, stavolta mi avete convinto…. Lei è stata la prima a portare in Italia il gatto bengala che è un ibrido ottenuto attraverso l’incrocio con un piccolo leopardo Asiatico, e li alleva nel Veneto, lungo il fiume Brenta,  nella sua Oasi chiamata Khoomfay. Si sente una pioniera? Pioniera mi sembra esagerato, ho avuto solo la fortuna di  iniziare una straordinaria avventura e di portare avanti un progetto meraviglioso per la selezione di questo ibrido contribuendo a diminuire la smania della genete di avere l animale esotico in casa… In che senso “sminuire la smania della gente” ? Sì, perchè tutti amano gli animali esotici e rari, ma questo negli anni ha sempre alimentato un commercio illegale che io personalmente ho sempre odiato: gli animali selvatici devono vivere nel loro mondo… Quindi allevare il gatto bengala per lei significa anche preservare le biodiversità ? Certamente, io non ho iniziato ad allevare queste creature con uno scopo commerciale, ma perchè mi ero trovata talmente coinvolta nell’esperienza che ho vissuto tanti anni fa, da decidere di fare qualcosa per la salvaguardia delle specie in via di estinzione, nella fattispecie i piccoli felini come il leopardo asiatico. Come ha conosciuto questa razza? Il mio primo incontro con queste creature non lo feci in un negozio o ad una esposizione felina ( che non frequento) ma nella foresta….. Abbiamo letto un pezzetto della presentazione del suo libro dove racconta di Eva…. Sì, Eva fu per me una delle creature più affascinanti mai viste nella vita. Mi trovavo nel Caucaso Orientale per una missione, e nel bel mezzo del mio lavoro lei entrò a far parte della mia vita, era un bellissimo esemplare di Prionilurus Bengalensis. Come l’ha potuta avvicinare? La cosa straordinaria è che non fui io a sceglierla, ma fu lei a scegliere me. Mi trovavo dentro ad una piccola meravigliosa chiesetta bizantina nel cuore del Caucaso, a 2400 metri di altitudine, e mi stavo occupando del restauro di un affresco, quando lei decise di portare il suo cucciolo dentro alla chiesetta per metterlo al sicuro. Sembra una fiaba… Infatti fu una fiaba.Per diversi giorni ho potuto condividere la mia vita con lei, ho imparato a conoscere i suoi ritmi, le sue abitudini, il suo linguaggio, e ad ammirare come le mamme feline seguono con estremo amore i loro cuccioli… E quindi dopo questa esperienza si è avvicinata alla razza del gatto bengala. Ma questo ibrido è ottenuto mediante l’incrocio tra un gatto e un leopardo asiatico, come è possibile? Il gatto bengala non è un gatto comune ma un ibrido appunto. Il leopardo asiatico con cui si ottiene il bengala  in realtà non è molto grande, arriva a pesare fino ai 6-7 chili ed ha caratteristiche genetiche che combaciano alla perfezione con quelle del gatto comune. Anche il periodo di gestazione è di 65 giorni per entrambi, pertanto gli accoppiamenti avvengono in modo molto naturale e senza forzature. Tutti sanno che lei è la prima e anche la più conosciuta esperta in questa razza, ma lei non si vanta mai di questo.Beh, allevare per vendere, e allevare per passione come missione di vita sono cose diverse. Vedo molti siti di allevamenti che vantano i più assoluti primati, esposizioni feline, i gatti più belli del mercato… Loro stessi danno un aspetto commerciale al loro mestiere, facendo capire quale sia la loro priorità. Io odio per esempio le esposizioni feline: non espongo i miei esemplari in ambienti dove il rischio di contagio da malattie feline è altissimo, e questo per cosa, per avere una coccarda appesa al muro e consegnare animali portatori di malattie? Quindi i suoi meravigliosi felini non fanno le mostre… Assolutamente no, io faccio selezione genetica e chi viene da me non chiede mai di avere un cucciolo con un  “Supreme Champion” nel pedegree; ma chiede di avere un cucciolo proveniente dalle migliori linee feline del mondo. Ed io questo lo posso dare. Sì, lo sappiamo, ci è giunta voce che da lei vengono attori, cantanti, stilisti e show man, è vero? Cosa vi devo dire, a quanto pare lo sapete meglio di me, anche se no so come, visto che la mia vita è molto riservata. Forse è proprio perché lei conduce una vita riservata, priva di esibizionismi e vanti, che le persone la stimano molto in Italia. Amo i miei animali, amo consegnare esemplari unici e lavoro affinché tutti i miei cuccioli siano al massimo dello splendore e della salute, geneticamente delle migliori linee del mondo, che spesso non corrispondono con le linee pubblicizzate…Ci sono allevatori come me nel mondo, che lavorano con rigore e rispetto per la natura, collaborando spesso come faccio io , con le associazioni per la tutela del leopardo asiatico che si trovano nei luoghi più esposti al bracconaggio e commercio di cuccioli esotici…. Si collabora, si donano fondi, si condividono esperienze per portare avanti una selezione che dia un messaggio volto al rispetto della natura, e questo non va molto d’accordo con gli aspetti commerciali e le pubblicità ostentate che vedo da parte di certi pseudo allevatori che vedono il guadagno facile prima di quello che è realmente la selezione genetica e l allevamento coscienzioso. Quindi lei cerca di proporre i cuccioli di gatto bengala in sostituzione dei cuccioli selvatici che alcuni acquistano di contrabbando? Certo, Ogni anno vengono sterminati decine di migliaia di leopardi asiatici per commerciarne la loro pelliccia, vengono allevati in cattività in piccole gabbie per avere cucciolate da venderli agli amanti dell’esotico in tutto il mondo. Se continuiamo così tra pochi anni anche il leopardo asiatico entrerà nelle liste rosse degli animali ad elevato rischio di estinzione. I gatti bengala sono creature fantastiche; una seria e preparata selezione ottenuta incrociando determinate linee genetiche e lavorando sui singoli soggetti, porta ad ottenere degli ibridi straordinariamente dolci, intelligenti e felini solo negli aspetti che ci interessano: estetica e movenze…Per il resto ai miei bengala manca solo la parola. I suoi gatti vivono in un oasi creata su misura, è vero? La maggior parte dei nuovi pseudo allevatori tengono i gatti in gabbia in qualche garage o in  appartamento accoppianoli  due volte all’anno e a questo si limita la loro storia ed esperienza in merito… KhoomFay è un oasi lungo il fiume dove vivono i miei esemplari; è un area all’aperto dove i gatti vivono la natura al 100% , hanno il loro laghetto, gli alberi per arrampicarsi, l’erba dove stendersi, il fieno dove partorire, il fiume dove rivivere la vita ancestrale del loro progenitore  ( il leopardo asiatico) che in natura vive lungo i fiumi. Questo credo si chiami allevare per passione e fare selezione della razza mettendo i bengala a loro agio in modo da ottenere esemplari sani e sereni. Da noi pare impossibile ma i gatti spesso dormono a pancia all’aria.. è una cosa che fa divertire chi li vede. In genere il gatto si sente in pericolo se viene messo nella posizione a pancia all’aria. Al khoomfay loro sanno di essere nel loro regno, e questo mi riempie di gioia e soddisfazione.Se qualcuno vuole adottare un cucciolo da lei cosa deve fare? Prima di tutto capire che è possibile avere un animale esotico senza ottenerlo attraverso l’acquisto illegale di animali protetti. Il gatto bengala oltretutto non conserva alcun aspetto di aggressività tipica dei felini selvatici, che oltre a soffrire la vita in cattività  il più delle volte muoiono perché non si possono adattare alla vita e all’alimentazione forzata. Quando le persone avranno capito questo allora acquistare un gatto bengala assumerà un altro significato. Non significherà più adottare un animale esotico, ma adottareun animale domestico con sembianze esotiche lasciando quello selvatico nel suo habitat naturale. Sarà un piccolo impegno per far si che la biodiversità nel mondo venga sempre più vista con consapevolezza e senso di responsabilità. Avere un bengala significa avere un piccolo mondo esotico in casa, aiutandoci anche a sostenere le associazioni che ogni giorno lottano in Asia, per salvaguardare le dodici  sottospecie del Leopardo Asiatico ancora esistenti. Un ultima domanda Albachiara, quando uscirà il libro in Italia? Appena uscirà ve lo farò sapere, grazie…. Da una persona “selvatica” come i suoi gatti non poteva non arrivare una risposta più “sfuggente ” di questa…. :-) Serena Maggi per Il Blog del Gatto bengala

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