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Federcontribuenti, spesa Inps a 280 MLD, il 25% ha doppia pensione, IL 7% anche tre
Il sistema pensionistico italiano mantiene un trattamento discriminatorio e incostituzionale tant’è che le pensioni dei dipendenti pubblici valgono il doppio rispetto al settore privato pur avendo versato meno in termini contributivi quando oltre 10 milioni di pensionati hanno un assegno inferiore alle 800 euro.
Di Romolo Martelloni
”La spesa annuale dell’ Inps con un totale di pensionati italiani che sono 16.259.491 e le pensioni erogate che sono 23.198.474 porta la spesa annuale a 280 miliardi di euro. Il 25% ha una doppia pensione e il 7,8% anche 3. Il sistema pensionistico italiano mantiene un trattamento discriminatorio e incostituzionale tant’è che le pensioni dei dipendenti pubblici valgono il doppio rispetto al settore privato pur avendo versato meno in termini contributivi quando oltre 10 milioni di pensionati hanno un assegno inferiore alle 800 euro. E proprio il passivo di 7 miliardi è dovuto alla gestione dei dipendenti pubblici”. Lo si evince da uno studio di Federcontribuenti riguardo le pensioni erogate dall’ Inps che nel totale di spesa dell’ Istituto, rileva Federcontribuenti ”spenderà 6 miliardi e 854 milioni in più rispetto al 2017 arrivando a 421 miliardi e 741 milioni. Parliamo di 422 miliardi di euro di spesa totale dove le politiche per il lavoro incidono per 37 miliardi e 264 milioni e gli esborsi per i diritti sociali, vale a dire i bonus per combattere la povertà costano poco più di 5 miliardi di euro”. Fin qui, precisa Federcontribuenti, abbiamo: 280 miliardi la spesa delle pensioni; 37 miliardi il costo – gestito male – delle politiche sul lavoro; 5 miliardi per la lotta alla povertà e 5 miliardi il costo per gestire l’INPS per un totale di 327 miliardi. Che fine fanno i restanti 950 milioni di euro? Ancora: ma lo Stato i contributi li versa o li compensa con gli anticipi che versa all’INPS?”
”Lo Stato – ricorda l’associazione dei consumatori e dei contribuenti italiani – deve dare ancora 57 miliardi di euro alle imprese; non sappiamo se versa i contributi, non sappiamo quando pagherà le imprese che intanto falliscono facendo calare la somma dei contributi versati e non sappiamo che fine facciano questi 950 milioni di euro che avanzerebbero dalle pensioni erogate. Una gestione ombrosa, fatta di voci poco chiare che suggeriscono sospetti e gravi lacune”. Infine sui ricalcoli delle pensioni: ”con un ricalcolo delle pensioni con decorrenza successiva al 1999 il 91% delle pensioni in essere subirebbe una riduzione se ricalcolate con il contributivo. Per un terzo dei casi la riduzione sarebbe superiore al 50%. ”Con un ricalcolo di tutte pensioni sulla base di un assegno paritario potremmo subito alzare anche di 300 euro le pensioni minime, non solo. Il costo annuale dei contributi versati da un qualunque libero professionista, sia esso partita IVA o artigiano, incide fino al 35% del carico fiscale e senza un vero ritorno economico viste le pensioni erogate”.