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Arte & Cultura

Ether il quinto elemento incontra Paolo Rodda direttore artistico del Teatro Lirico Verdi di Trieste

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L’arte  cerca  di  riprendere la sua normalità nella consapevolezza del cambiamento

Ether il quinto elemento, il podcast condotto da Isabel Russinova in collaborazione con the Daily Cases incontra nel suo nuovo appuntamento Paolo Rodda, direttore artistico già al suo secondo mandato, del teatro lirico Giuseppe Verdi di Trieste, che in questi ultimi difficilissimi mesi ha saputo gestire con maestria la complicata fase di limitazioni per tutte le attività artistiche.

Il Teatro  lirico Giuseppe Verdi ha saputo conciliare le attività artistiche con le aspettative del pubblico anche se da remoto continuando a programmare, attivando molte  collaborazioni come ad esempio con la storica emittente televisiva del nord est Telequattro che ha presentato nel suo palinsesto alcuni eventi in streaming dal Teatro offrendoli a Trieste molto attenta alla musica e in particolare alla lirica. Tutto lo staff del teatro  ha lavorato con entusiasmo per non lasciare mai solo il pubblico e gli artisti in un momento così complicato per la socialità.

Paolo Rodda è anche docente al Conservatorio Tartini di Trieste, uno dei luoghi più aperti e internazionali come del resto  lo è la musica, unico linguaggio che non ha confini, non ha differenze dove tutto è unito  e continuamente in viaggio attraverso le infinite variabili che solo la musica può offrire. Rodda è convinto che d’ora in poi lo spettacolo dal vivo camminerà insieme alla fruizione streaming per raccontare l’arte e avvicinare più pubblico possibile.    Passione  e concretezza sono le motivazioni che da sempre muovono la professionalità di Paolo Rodda, sempre volto ad offrire  la propria conoscenza , sensibilità e professionalità con quella generosità che accumuna molti artisti.

Stimolo continuo nel suo percorso artistico la bellezza  della  sua città: Trieste, magnifica, originale, cosmopolita, dove religioni, storie  lingue e popoli  hanno convissuto arricchendola di unicità e dove la natura e la storia  ricca di contrasti e assonanze ha sempre alimentato la creatività e allevato grande sensibilità e creatività umana.

La grazia e l’azzurro degli occhi di Paolo Rodda che incarnano l’immagine che  Saba racconta della sua città. “Ciò che non si può dire e ciò che  non si può tacere la musica lo esprime”, cosi diceva Victor Hugo, grande scrittore e drammaturgo  che ha avuto un  bel legame con la città di Trieste, ad esempio  quando nel 1871  venne espulso dal Belgio per aver dichiarato di voler offrire ospitalità in casa propria a dei profughi francesi che in Belgio non era stati accettati. Trieste attraverso e  il suo sindaco e la cittadinanza con  più di 300 firme gli  espresse solidarietà  per aver difeso il diritto di asilo, Hugo che ricevette la lettera in ritardo ringraziò  con emozione : “Signor sindaco,  rivolgo  a lei e ai suoi concittadini la mia gratitudine e la mia emozione…”  e ancora” …siete troppo il paese della luce per non essere il paese della libertà, grazie a lei e alla nobile città di Trieste”.

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